Un passo indietro: qual’era l’agevolazione
In passato la legge 342 del 2000 articolo 63 aveva introdotto una serie di agevolazioni per le auto e le moto storiche che qui vi riporto:
1. Sono esentati dal pagamento delle tasse automobilistiche i veicoli ed i motoveicoli, esclusi quelli adibiti ad uso professionale, a decorrere dall’anno in cui si compie il trentesimo anno dalla loro costruzione. […]
2. L’esenzione di cui al comma 1 è altresì estesa agli autoveicoli e motoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico per i quali il termine e’ ridotto a venti anni. Si considerano veicoli di particolare interesse storico e collezionistico:
A) i veicoli costruiti specificamente per le competizioni;
B) i veicoli costruiti a scopo di ricerca tecnica o estetica, anche in vista di partecipazione ad esposizioni o mostre;
C) i veicoli i quali, pur non appartenendo alle categorie di cui alle lettere a) e b), rivestano un particolare interesse storico o collezionistico in ragione del loro rilievo industriale, sportivo, estetico o di costume.
4. I veicoli di cui ai commi 1 e 2 sono assoggettati, in caso di utilizzazione sulla pubblica strada, ad una tassa di circolazione forfettaria annua di lire 50.000 per gli autoveicoli e di lire 20.000 per i motoveicoli. Per la liquidazione, la riscossione e l’accertamento della predetta tassa, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni che disciplinano la tassa automobilistica, di cui al testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio 1953, n. 39, e successive modificazioni. Per i predetti veicoli l’imposta provinciale di trascrizione e’ fissata in lire 100.000 per gli autoveicoli ed in lire 50.000 per i motoveicoli.
In pratica su queste moto storiche e auto storiche viene ripristinata l’IPT ed il bollo auto per le auto da venti a trenta anni, con in indubbia stangata in quanto se associamo a questo già il costo di gestione e manutenzione di queste auto, il costo dei pezzi di ricambio, i consumi di benzina e altro, va da sè che una legge del genere rimette in discussione enormemente la convenienza a tenersi questi mezzi in garage, o quanto meno rende molto più caro coltivare la passione delle auto storiche.
L’articolo incriminato è il numero 30 della legge di stabilità 2015, per cui se avete dei gruppi di pressione o associazioni di categoria che hanno come fine anche quello di non far morire questa passione, iniziate a far girare l’articolo e a condividere il dissenso per una norma che a mio avviso forse tende a rivitalizzare il mercato delle auto facendo leva sul fatto che questi veicoli (che spesso non sono possedute per un utilizzo giornaliero) potrebbero diventare troppo costose da mantenere.
L’articolo è il primo, comma 666, della legge di Stabilità per il 2015 prevede: “Fino al 2014 erano esenti le auto ed i veicoli costruiti da oltre trent’anni e gli autoveicoli di particolare interesse storico o collezionistico, costruiti tra 20 e 30 anni fa che erano iscritti all’ASI (Automotoclub storico italiano) o all’ FMI (Federazione motociclistica italiana).
L’imposta prima si pagava in base agli importi forfetari stabiliti dalla Regione di residenza dell’intestatario del veicolo.
Inoltre vi ricordo che l’attestato di storicità rilasciato dall’ASI implica il versamento della quota di iscrizione ad uno dei suoi club affiliati per quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione 112/E del 29 novembre 2011, e stabilito dalla Suprema Corte con la sentenza n. 3837 del 15 febbraio 2013:
“La disciplina di legge che qui rileva non impone certo ai cittadini l’iscrizione all’ASI come presupposto per beneficiare dell’esenzione, […] sicché suonerebbe assolutamente estranea al precetto normativo la pretesa che esenzione e vincolo associativo costituiscono un binomio necessario”.
Che ne pensate della nuova legge?
Io personalmente penso che fanno di tutto per negarmi il piacere di andarmene a vedere ogni tanto se posso prendermi una macchina di quelle che mi facevano sognare durante la mia infanzia. Dopo che gli hanno tolto lo strumento del redditometro che prima mieteva vittime proprio passando per la ricostruzione di un reddito derivante dal possesso di un’auto solo sulla base alla cilindrata, il che faceva sconfinava nel paradosso di n contribuente rischiava di prendersi un accertamento fiscale in quanto anche l’acquisto di una Porsche di 30 o 40 anni anni fa ti poteva esporre ad una ricostruzione di un reddito imponibile altissimo e magari pagarci anche sopra le tasse. Oggi questo non è quasi più possibile e forse è per questo che per mantenere la famosa invarianza del gettito fiscale tornano su questo bacino di contribuenti appassionati delle auto storiche e gli rifilano il regalino di fine anno con una maggiore tassazione….che noiosi che sono….
Dove sta realmente la ratio del provvedimento contro le moto e le auto storiche? Perchè se la prendono con questa fetta di elettorato? Lo fanno forse perchè sono animati da una scelta “ecologica”?
Ditemelo voi…
Novità 2019 dalla Legge di Bilancio
L’Articolo 1, comma 1048 intitolato “Riduzione della tassa automobilistica per i veicoli storici” prevede la riduzione della tassa automobilistica nella misura del 50% per i veicoli di interesse storico e collezionistico con anzianità di immatricolazione compresa tra 20 e 29 anni
Nello specifico viene modificato l’articolo 63 della legge 21 novembre 2000, n. 342, che attualmente esenta dal pagamento delle tasse automobilistiche i veicoli ed i motoveicoli, esclusi quelli adibiti ad uso professionale, a partire dal trentesimo anno dalla loro costruzione. La norma in commento introduce un nuovo comma 1-bis a tale articolo 63, che dispone la riduzione del 50% della tassa per i veicoli (si tratta di autoveicoli e motoveicoli) che abbiano un’anzianità compresa tra 20 e 29 anni, a condizione che siano in possesso del certificato di rilevanza storica e che il riconoscimento di storicità sia riportato sulla carta di circolazione. La norma in commento introduce pertanto un’agevolazione per veicoli che avendo anzianità inferiore a trenta anni ancora non possono usufruire dell’esenzione totale dalla tassa automobilistica.
Il certificato di rilevanza storica è disciplinato dall’articolo 4 del decreto ministeriale 17 novembre 2009 (“Disciplina e procedure per l’iscrizione dei veicoli di interesse storico e collezionistico nei registri, nonché per la loro riammissione in circolazione e la revisione periodica”) ed attesta la data di costruzione, la marca, il modello e le caratteristiche tecniche del veicolo, con specifica indicazione di tutte quelle utili per la verifica dell’idoneità alla circolazione, la sussistenza ed elencazione delle originarie caratteristiche di fabbricazione, nonché la specifica indicazione di quelle modificate o sostituite.
Il certificato è rilasciato dagli enti di cui al comma 4 dell’articolo 60 del Codice della Strada (decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285), che rientrino nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI.
Il nuovo comma 1-ter che viene introdotto al citato articolo 63 della legge 342/2000 quantifica l’onere derivante dal comma 1-bis in 2,05 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2019. Sarebbe opportuno inserire la quantificazione dell’onere nell’ambito della legge di bilancio e non nella legge n. 342/2000
@ Marzao
Ci stai proprio bene te in questo paese fantozziano…
Ma io dico….ci vuole tanto a tutelare l’interesse storico ed una passione come quella per le auto d’epoca con l’inquinamento? Secondo me si potrebbe e a quel punto la scusa dell’inquinamento per alzare le tasse di queste auto verrebbe meno. Del resto in italia molto spesso dietro le grandi questioni sociali come sicurezza e inquinamento partoriscono norme che svuotano soprattutto le tasche degli italiani…poi quando ti incavoli ti rispondono che l’hanno fatto per incrementare la sicurezza.
Il problema è proprio che nessuno controlla nulla, come non ha controllato mai nessuno se le auto erano veramente dei cimeli storici meritevoli di tutela. L’Italia è il paese dei furbi o no?
E’ assolutamente un punto di vista condivisibile in quanto il tema dell’inquinamento si fa sentire molto….certo sarebbe da chiedersi se inquinano più quelle auto o gli automezzi di 3,5 tonnellate che si vedono a migliaia fare fumate assurde e puntualmente ci si chiede: “mA come ha fatto quello a superare i test del bollino blu o della revisione?!?!?!”.
Si vedono in giro tanti e tali catorci inquinanti che non sono auto storiche che inquinano come maledetti che ben venga questa norma, anzi dovrebbero raddoppiarla ancora.