Affittare una stanza nell’abitazione principale: regime fiscale Irpef e chiarimenti

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casa tasiParlando con colleghi universitari e studenti furori sede mi ricordo che molti vivevano in appartamenti suddivise in mote stanze e che corrispondevano dei canoni mensili per l’affitto condividendo l’appartamento anche con altri studenti; alcuni invece vivevano presso famiglie che destinavano una stanza della loro abitazione principale a stanza per studenti. Alla luce delle normative che mi è capitato di leggere mi chiedevo quale fosse il trattamento fiscale delle somme corrisposte al proprietario di casa da parte dello studente universitario fuori sede e quale fosse il regime di imponibilità IRPEF previsto per i proventi da locazione. Vedremo anche come ci si comporta nel caso dell’IMU o della TARI o della TASI.

I vantaggi di affittare una stanza

Il vantaggio principale nell’affittare una stanza è il monitoraggio che si può fare dello stato di manutenzione e utilizzo dell’immobile che rappresenta la principale voce di spesa per ci da in locazione a terzi la propria abitazione o seconda casa e che spesso sul lungo periodo va a erodere il margine guadagnato dal canone di affitto. Questo capito sopratutto per le case di taglio inferiore o che sono caratterizzate da situazioni di insolvenza in cui l’inquilino ed il proprietario alla fine litigano e spesso alla riconsegna la casa non è nello stato in cui venne consegnata.

E’ possibile altresì quindi ridurre la probabilità di occupazione della casa, situazione incresciosa dalla quale ci potrebbero volere anni e/0 soldi per fare andare via gli inquilini.

Inoltre dai proventi sarà possibile rientrare della tassazione prevista sulla rendita o sull’IMU se trattasi non della propria abitazione principale.

Magari perchè anche voi avete pensato di affittare una stanza per studenti a Roma o a Milano? Avete magari già in casa qualcuno che vi paga un affitto di una stanza o di una parte dell’immobile che risulta come vostra abitazione principale?

Come sono tassate le somme? Quante tasse pago sull’affitto

Sappiate che la tassazione per il locatore non cambia rispetto all’affitto dell’intera abitazione per cui i proventi saranno soggetti alla medesima tassazione. A tal fine potete verificare che il reddito prodotto dall’affitto non parteciperà in toto alla tassazione ma godrà di una riduzione forfettaria del 5%. Per capire come si calcola leggete l’articolo dedicato proprio alla tassazione dei proventi dagli affitti

Potete farvi un’idea con la guida alla tassazione degli studenti fuori sede

IMU e TARI

Come comportarsi nel caso dell’IMU o della TARI

IMU

Nel caso dell’IMU ci preme segnalare che laddove il contribuente titolare del diritto di proprietà sulla casa resti a vivere nell’abitazione in cui da in affitto a terzi una o più stanze non deve preoccuparsi di perdere il beneficio dell’esenzione sull’abitazione principale. Per mantenere questo beneficio fiscale infatti è necessario soddisfare i due requisiti della residenza legale anagrafica e della dimora abituale. In altri termini deve avere li la residenza presso e deve anche dimorarvi abitualmente ossia dalle bollette deve evincersi il consumo di elettricità o utenze.

https://www.tasse-fisco.com/case/definizione-abitazione-principale-imu-tasi-tari/47806/

TASI

Valgono le stesse considerazioni dell’IMU, tuttavia è necessario fare una distinzione nel caso della locazione o del comodato gratuito. In quest’ultimo infatti l’inquilino non dovrebbe pagare mentre nella locazione il comune stabilisce la quota a suo carico solitamente variabile tra il 10% ed il 30% della TASI totale.

TARI

Nel caso della TARI invece sarà necessario presentare il modulo di variazione delle persone occupanti che dovrebbe aumentare il valore del tributo. Il modulo per la variazione dovrebbe essere disponibile nella sezione tributi locali del sito del comune di vostra residenza. Non sottovalutate la gestione della tassa sui rifiuti perchè origina sempre tantissime sorprese e malcontenti tra i contribuenti.

Aprire un B&B

Discorso diverso è se state aprendo un vero e proprio B&B fornendo anche una serie di servizi aggiuntivi per cui vi segnalo in tal caso u altro articoli all’uopo dedicato: alla Guida alla tassazione del Bed & Breackfast

In linea di principio ai fini del trattamento fiscale e nel caso il soggetto che gode delle agevolazioni previste per l’abitazione principale decida di affittare (dare in locazione) una stanza o parte dell’immobile ad un soggetto terzo, ai fini della valutazione della spettanza dei benefici fiscali dovrà confrontare il canone percepito (l’affitto) con la rendita catastale dell’intero appartamento: laddove quest’ultima sia maggiore continuerà a poter beneficiare delle detrazioni per l’abitazione principale, altrimenti nel caso contrario l’agevolazione non sarà più ammessa.

I proventi in tal modo confluiranno secondo le modalità che trovate negli articoli di approfondimento negli scaglioni Irpef.

Accesso alla cedolare secca

Anche nel caso di stanza data in affitto all’interno della propria abitazione sarà possibile richiedere l’opzione per la cedolare secca sui proventi percepiti in caso di locazione in luogo degli ordinari scaglioni di reddito IRPEF come precisato nella circolare 26/E del 2011. Nella stessa però si sottolinea che non sarà possibile all’interno della stessa abitazione dare una stanza in affitto con la cedolare  d un’altra con un altro tipo di affitto. In realtà la norma non mi sembra proprio che disciplini questo per cui mi viene più da pensare che  i sistemi informativi dell’agenzia non siano in grado di gestire queste fattispecie (che ritengo siano particolarmente residuali intendiamoci). Per cui se la scegliete la dovrete applicare anche alle altre stanze.

A tal proposito consiglio la lettura dell’articolo dedicato alla cedolare secca sugli affitti dove trovate principali chiarimenti e come funziona l’imposta sostitutiva unica sugli affitti.

Vi faccio risparmiare qualcosina: leggete qui

Vi ricordo inoltre che potrebbe interessarvi anche l’articolo dedicato alla Detrazione della rendita catastale dell’abitazione principale;

Scadenza e versamento cedolare secca

9 Commenti

  1. Buongiorno chi Affitta una camera da letto per 6 mesi a prezzo di €400 quanto potrebbe pagare di tasse?

  2. Posso dare in affitto l’unica stanza da letto di un bilocale (1 stanza e 1 soggiorno) mentre io (proprietario) dormo in soggiorno? In altre parole, l’appartamento deve necessariamente avere almeno due stanze da letto per poterne dare una in affitto?

  3. Buongiorno. chi affitta una stanza della propria abitazione principale può rientrare nei casi di esonero dalla dichiarazione dei redditi? o il reddito derivante dalla locazione va dichiarato in ogni caso? Grazie

  4. Mio figlio ha la residenza in un appartamento che ho dato in comodato d’uso. Oggi per motivi di lavoro si è spostato in altre zone e rientra solo 10 giorni l’anno.Può usufruire dell’esenzione imu e tasi?
    Grazie

  5. Buon giorno, vorrei affittare una stanza del mio immobile dove ho la mia residenza e non intendo spostarla. Il nuovo coinquilino porterà la residenza, in questo caso saremmo sullo stesso stato di famiglia? Avremmo il cumulo dei redditi?
    Grazie

  6. Buongiorno, volevo un informazione di questo tipo. Sono uno studente universitario, proprietario al 50 % con mio fratello, anche lui studente universitario, dell’immobile dove siamo anche residenti, quindi per noi è abitazioni principale. Nel 2020 abbiamo affittati una stanza ad un ragazzo, anche lui studente per due mesi, abbiamo qui avuto un reddito di 900 € totale, quindi 450 € io e 450 € mio fratello. No cedolare secca. Dobbiamo fare il 730 avendo solo questo reddito? Grazie

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