Calcolo assegno mantenimento divorzile ex moglie, figli o coniuge

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Vediamo come effettuare il calcolo dell’assegno di mantenimento divorzile all’ex coniuge dopo sentenza di divorzio o a seguito di separazione legale o consensuale anche alla luce delle ultime recenti sentenza della Corte di Cassazione che hanno delineato un nuovo scenario basato sul principio di autosufficienza economica e quella del tenore di vita. Sarà possibile quindi immaginati, con una adeguata ricostruzione delle dotazioni patrimoniali di beni mobili ed immobili, capacità reddituali e stile di vita quale potrebbe essere l’assegno di mantenimento sia in caso di presenza di figli che non.

Vediamo cosa cambia alla luce delle ultime sentenze in materia di divorzio dopo la famosa Sentenza Grilli e come cambia il concetto di autosufficienza economica del coniuge più debole per cercare di capire meglio come avverrà il calcolo dell’assegno.

Elementi rilevanti ai fini della determinazione dell’assegno per il coniuge

Il giudice richiede, in sede di separazione o divorzio una dichiarazione in cui ciascuna parte deve attestare l’eventuale possesso o proprietà e disponibilità sia dei mobili sia immobili nel seguito elencate più in dettaglio per fornire una guida pratica al calcolo. Il punto di partenza è la dichiarazione dei redditi sia questa modello 730 o modello Unico che nella quasi totalità dei casi indica la rappresentazione della capacità reddituale minima dei coniugi. “I coniugi devono presentare all’udienza di comparizione avanti al presidente del Tribunale la dichiarazione personale dei redditi e ogni documentazione relativa ai loro redditi e al loro patrimonio personale e comune. In caso di contestazioni il Tribunale dispone indagini sui redditi, sui patrimoni e sull’effettivo tenore di vita, valendosi, se del caso, anche della polizia tributaria“.

Un esempio già più calibrato potrebbe essere rappresentato quello dell’ISEE della famiglia dal quale devono emergere non solo i beni o diritti di cui siete titolari ma anche di quelli di cui semplicemente disponete. Non parliamo di possesso o utilizzo ma di diritti reali come usufruito, diritto di abitazione, comodato d’uso gratuito, nudo proprietà e altri.

Se qualcuno vi presta o peggio ancora vi affitta in nero un immobile questo non rientra nelle disponibilità di cui sopra ma è escluso.

La Cassazione nella storica sentenza del 2017 elenca gli indici da tenere in considerazione per la determinazione del livello di autosufficienza del coniuge

  • il possesso di redditi di qualsiasi natura (fondiari, di capitale, di lavoro autonomo o dipendente, diversi)
  • il possesso di cespiti patrimoniali mobiliari e immobiliari (qualsiasi diritto su di essi deve essere quantificato)
  • la capacità e possibilità effettive di lavoro personale (Stato fisico e mentale)

Mantenimento del tenore di vita o autosufficienza

La quantificazione dell’assegno qualora dovesse passare per il mantenimento del tenore della moglie o del marito avrebbe ad oggetto una ricostruzione fedele delle dotazioni patrimoniali e della capacità reddituale al pari di quello che avviene per il redditometro passato.

Nel nuovo mondo la determinazione avviene in base al criterio dell’autosufficienza invece si fa maggiormente riferimento al nuovo redditometro che individua nelle statistiche nazionali di consumi un importante punto di riferimento per la determinazione di equi valori ai fini della ricostruzione dell’effettivo assegno spettante.

Sicuramente le statistiche Istat non potranno essere prese asetticamente ma si dovranno apportare dei correttivi che prendano in considerazione l’effettiva condizione del nucleo familiare. Tuttavia si può partire da quelle.

Assegno di mantenimento al Coniuge: cosa cambia

In buona sostanza cambia il concetto di matrimonio per i Giudici che si adeguano ai tempi più di quanto fanno i coniugi. Prima il matrimonio era visto come una scelta di stampo patrimoniale in cui le moglie, nella maggioranza dei casi, “si mettevano a posto“, testimonianza anche che i patrimoni dei mariti spesso erano all’estero come lo dimostra il successo della voluntary disclosure avuta in questi anni.

La sentenza n. 11504 del 2017 tra l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli e l’ex moglie Lisa Lowenstein ha fatto scuola in quanto viene adeguato il concetto di tenore di vita che non deve essere più come quello avuta in epoca antecedente al matrimonio ma deve solo essere “adeguato”.

Insomma sposarsi un ricco non deve equivalere ad una scelta tesa a mettersi a posto ma una scelta autonoma e consapevole dei rischi che si corrono a non lavorare.

L’Assegno divorzile infatti deve essere dato a chi non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive. Deve essere adeguato al tenore di vita si, ma non deve essere tradotto in una sistemazione patrimonialistica. Oggi il matrimonio un “atto di libertà e di autoresponsabilità“.

Calcolo del reddito disponibile per l’assegno di mantenimento dei figli e del coniuge

L’assegno di mantenimento, a dispetto di quello che si possa credere, non viene determinato prendendo asetticamente la dichiarazione dei redditi partendo dal reddito lordo Irpef e stabilendo una percentuale forfettaria ma viene calcolato sulla base del calcolo del reddito disponibile del coniuge che deve corrisponderlo. Il calcolo avviene prendendo quindi il reddito netto desumibile dalla dichiarazione, nettato delle imposte, tasse e contributi versati all’erario o organismi di previdenza complementare o assistenziale.

Nel caso in cui la moglie o anche la convivente more uxorio di fatto lavori ed abbia una RAL – Reddito Annuo Lordo in media (25-35 mila euro annui) è difficile pensare che gli sia corrisposto un assegno di mantenimento per via del fatto che da sola è autonoma con la sua fonte di reddito. Non saranno necessarie altre integrazioni. Fino al 2016 questo non era così ma fortunatamente il mondo è cambiato.

Nel caso del reddito da lavoro dipendente saranno sufficienti le buste paga dell’ultimo anno di imposta precedente o alla base dell’ultima dichiarazione presentata da cui si evidenzia il reddito percepito in busta paga. Basterà prenderla e leggere l’ultima riga o lo si potrà desumere anche dagli estratti conto bancari se, come immagino, vi accreditano, mensilmente entro il 27 del mese lo stipendio o la pensione.

Qualche giudice, sbagliando o un pò per ignoranza tributaria, richiede le dichiarazioni degli ultimi tre anni anche nel caso di lavori autonomi o liberi professionisti che magari hanno avuto  nell’ultimo anno una flessione del volume d’affari per ovvi motivi (dinamiche di mercato, crisi liquidità, mancati incassi, etc, etc).

Fattispecie questa che negli ultimi anni ha caratterizzato proprio il mondo dei lavoratori autonomi. In siffatta ipotesi fare una media delle ultime tre dichiarazione dei redditi è assolutamente non corretto e crea un danno per il coniuge che paga l’assegno. Sarà pertanto importante portare un prospetto di determinazione del reddito disponibile che vedremo nel seguito di facile comprensione per chi, come i Giudici o gli avvocati sono meno avvezzi ad utilizzare e hanno meno affinità con numeri e dichiarazioni. Il rischio quindi è di poter determinare un assegno, a svantaggio naturalmente del soggetto che lo eroga. Il criterio della media delle ultime tre dichiarazioni è quindi palesemente un errore di calcolo.

Vediamo nel seguito quali sono le componenti che devono essere considerate nel calcolo dell’assegno a decremento del reddito disponibile del marito (o in rari casi della moglie non collocataria dei figli)

Alloggio: Canoni di locazione o casa in affitto

Elemento importante nella determinazione dell’assegno mensile e da non sottovalutare riguarda il fatto che il reddito disponibile del coniuge deve tenere in considerazione l’eventuale canone di affitto pagato al coniuge uscente per l’affitto di una abitazione dove andare a vivere.

Il fatto che il genitore non collocatario dei figli non abbia una casa dove vivere è un elemento che deve essere tutelato dal giudice. Si dovrà pertanto sottratte al reddito disponibile una quota pari al canone annuo di una abitazione in grado di soddisfare le esigenze abitative sue e dei figli. Per fare un esempio con due stanze saranno necessarie almeno due stanze. Inoltre, se possibile, la casa dovrà essere situata nelle vicinanze dei figli per consentirgli una facile accesso e visita dei figli.

Per fare un esempio per una casa in una grande città una casa con due stanze ed un soggiorno si possono pagare in media  tra 900 – 1200 euro al mese a seconda delle città e della zona e delle caratteristiche dell’immobile.

Il discorso non vale se il coniuge abbia già un’altra casa in quanto non ha esigenze abitative in questo caso.

Se la casa, come spesso accade è del marito e ci abitano i figli con la moglie, il calcolo dovrà tenere conto del fatto che la moglie soggiorna in una casa non sua per cui dovrà corrispondere al marito, figurativamente parlando, una somma per il canone di locazione riportata al suo effettivo utilizzo. Possiamo immaginare una somma di poche centinaia di euro al mese. Se dovessi quantificare l’utilizzo della casa del marito alla moglie potrei prendere il costo di una stanza per cui parliamo di 300-400 euro mese.

Sembrano sciocchezze ma già vediamo come la base di calcolo in queste ipotesi si è ridotta di 1200 euro per la casa da affittare e di altre 400 per la quota della propria casa utilizzata dalla moglie.

La scelta della nuova casa dove andare a vivere dovrà essere possibilmente vicina ai figli e dovrà avere un numero di stanze tale da poterli ospitare durante la settimana o il weekend; dalla scelta, inutile dirlo, il marito (perchè purtroppo ancora spesso si arriva alla collocazione dei figli nella casa con la madre seppur l’affido figura congiunto) non dovrà arricchirsi o incrementare il proprio stile di vita a svantaggio delle disponibilità economiche dei figli.

Per fare questo basterà una ricerca approfondita dei contratti di locazione di case con le suddette caratteristiche nella zona ove sono domiciliati i figli da cui emerga il prezzo del canone mensile congruo

Vitto

Si dovranno inoltre prendere le medie nazionali stabilite ISTAT per i consumi di alimenti e bevande, abbigliamento e calzature in base alla tipologia di nucleo familiare di appartenenza. Il calcolo del vitto dovrà considerare anche i pernotti eventualmente riconosciuti al marito per cui se parliamo di due notti alla settimana il fabbisogno del marito dovrà essere calcolato prendendo le medie ISTAT di un nucleo familiare composto da una persona per 5 giorni alla settimana e 2 prendendo a riferimento quello composto da più persone quante sono i figli e l’eventuale nuova famiglia del marito o moglie che hanno tutto il diritto di rifarsi una famiglia.

Spese personali

Nel calcolo del reddito disponibile da inserire come base di calcolo per la determinazione dell’assegno di mantenimento mensile per i figli è necessario considerare anche le spese personali indispensabili per il coniuge rimasto senza figli. Gestione manutenzione dell’auto per andare al lavoro, mezzi pubblici, cura e igiene personale, spese mediche o terapie necessarie al mantenimento del suo stato di salute fisica e soprattutto mentale: dopo un divorzio si esce spesso sconvolti :-)

Spese straordinarie

Qui sta il problema che nuoce ai figli perché solitamente, senza alcun criterio a mio avviso accettabile, molti giudici affermano che le spese straordinarie sono stabilite al 50% ma senza alcun motivo che richiami a criteri di coerenza e congruità. Ciò in quanto, se è stata stabilito ad esempio il 30% del reddito disponibile per le spese ordinarie questo dovrebbe essere definito anche per quelle straordinarie altrimenti si presta il fianco a strumenti di ritorsione o aggiramento della norma. La moglie potrebbe richiedere ingiustificatamente la contribuzione a spese straordinarie che non ritiene opportune o che vanno contro i propri principi di educazione o che, peggio ancora, potrebbero essere utilizzate dalla moglie per appropriarsi di denaro che non utilizza per scopi familiari.

Se a questo aggiungiamo che le richieste spesso delle spese straordinarie o contributi extra passa per i figli è facile pensare come un criterio a due binari nuoccia al dialogo tra componenti della famiglia in ci i figli spesso sono in mezzo sono la parte lesa..

Cosa si intende per spese straordinarie

Per spese straordinarie si intendono la scuola se privata, attività sportive, la baby sitter, interventi, medicine, etc, assistenza, l’acquisto di un’autovettura per il figlio o il motorino o le vacanze.

Per le vacanze tuttavia dovrebbe prevalere il buon senso per cui se ciascuno dei genitori ha diritto alla metà del periodo di vacanze allora le spese dovrebbero essere divise a metà per cui in pratica ciascun genitore dovrebbe pagare la propria vacanza ai figli. Inutile dire che le spese straordinarie non sono obbligatorie ossia nessuno impone ad un genitore di dover mandare il figlio alla scuola più prestigiosa e la moglie non può pretenderlo in quanto l’affidante è congiunto per cui entrambi i genitori hanno diritto a indirizzare l’educazione dei figli in base ai propri desideri ma questo può, come spesso accade per una serie di ragioni (tra cui le ripicche delle ex mogli o ex mariti) non essere in sintonia con quelli dell’altro coniuge. Qui non c’è rimedio se non quello di trovare degli accordi privatamente e quando questo non è possibile ricorrere al giudice. Inutile dire di fare appello al buon senso e alla tutela dell’equilibrio dei figli che dovrebbero essere fuori dalle dinamiche e litigi dei genitori ma spesso ci finiscono in mezzo involontariamente.

Revisione o modifica assegno di mantenimento

L’assegno infatti non si cristallizza per l’eternità e può essere rimodulato in base ai cambiamento della composizione e della vita dei figli. Un esempio sono per esempio le accresciute spese per ldunivrsità dei figli, oppure eventuali corsi di qualunque genere oppure una nuova famiglia sia della moglie a cui sono stati assegnati i figli sia anche del marito. La revisione degli importi originariamente stabiliti passa per una nuova istanza al Giudice o mediante un nuovo accordo se si è passati attraverso una mediazione civile con conciliazione.

 Voci Assegno di mantenimento

alimentari e bevande

Spese risultanti da dati disponibili o presenti in Anagrafe tributaria

Spesa media ISTAT della tipologia di nucleo familiare di appartenenza

abbigliamento e calzature

Spese risultanti da dati disponibili o presenti in Anagrafe tributaria

Spesa media ISTAT della tipologia di nucleo familiare di appartenenza

altro

Spese risultanti da dati disponibili o presenti in Anagrafe tributaria

Dotazioni patrimoniali

Per quello che concerne la ricostruzione delle dotazioni patrimoniali sarà piuttosto semplice ricostruirne la composizione per quello che concerne i beni mobili registrati. Nel seguito l’elenco che nel seguito ha rappresentato il punto di rifermento per la ricostruzione del tenore di vita e l’applicazione del redditometro ammonti italiani. Vi anticipo che questo strumento di ricostruzione sintetica del reddito è stata fortemente depotenziata e credo che quest’ultima sentenza sia proprio il riflesso di una razionalizzazione di molte scelte in precedenza dotate dai giudici che ormai stonano proprio.

Elenco beni per la ricostruzione del tenore di vita

  • proprietà immobiliari, multi proprietà, leasing, etc registrati e non presso pubblici registri per cui principalmente casa
  • proprietà mobiliari
  • autovetture, moto, motocicli
  • barche
  • aerei elicotteri, etc
  • oggetti di valore e di lusso primi tra tutti gioielli, pellicce
  • azioni, partecipazioni, certificati di deposito, partecipazioni, quote societarie, obbligazioni, fondi,
  • assicurazioni, polizze vita, morte, etc etc,)
  • saldo dei conti correnti disponibili intestati a figli e coniugi
  • eventuali canoni di locazione pagati nel corso dell’anno per la famiglia
  • donne di servizio
  • viaggi
  • circoli sportivi

Sentenza 2017 per Determinazione assegno divorzile di mantenimento

Tuttavia dopo la sentenza della Cassazione Civile, sez. I, sentenza 10/05/2017 n° 11504  la configurazione di questi beni non pesa direttamente sulla determinazione dell’assegno di mantenimento tanto per i figli quanto per l’ex coniuge. Il reddito disponibile infatti non sarà influenzato da quelli beni che per il giudice non saranno altro che beni di lusso che non dovranno fornire una misurazione dell’effettivo fabbisogno economico del marito ma al più potranno dare una indicazione del tenore di vita assunto dai figli prima della separazione.

L’onere della prova della mancanza degli adeguati mezzi o dei motivi oggettivi per poterseli procurare, graverà sulla parte richiedente l’assegno, che dovrà dimostrare la circostanza con “tempestive, rituali e pertinenti” allegazioni e deduzioni fiscali.

I redditi conseguiti in pendenza di matrimonio e i relativi risparmi infatti restano in capo al soggetto che li ha prodotti. In sintesi i vostri guadagno o le vostre disponibilità del conto corrente resteranno nelle vostre disponibilità.

Altra recente sentenza di Cassazione n.18287 del 2018 tuttavia attribuiscono all’assegno anche una natura anche assistenziale all’assegno e non solo di compensazione nella differenza di guadagni tra moglie e marito.

Come era prima

Sappiamo che la precedente norma, articolo 5, legge 898/70, calcolava la disponibilità e la capacità reddituale del soggetto più forte e in base al tenore di vita pregresso, durata del matrimonio, motivi della separazione e possibilità di consolidamento di una posizione individuale simile a quella pregressa calcolava l’assegno. Nasce così la generazione delle mogli a spasso e il marito disperato e senza figli. Cito anche la Cassazione n. 11490/1990.

Come funziona adesso

Finalmente si arriva alla sentenza n. 11504/2017 dell Sezioni Unite della Corte di Cassazione e la sentenza n.18287/2018 che realizza il concetto di parità tra i coniugi nella sostanza affermando che l’analisi deve andare sulle scelte concretamente prese.

Per fare un esempio tipico se uno dei due coniugi ha scelto di fare il part time per stare insieme ai figli per anni ed ha rinunciato alla carriera (potenziale perchè non sta scritto da nessuna parte che l’avrebbe fatta…anzi…i Giudice dovrà valutare principalmente se il marito o l’altro coniuge era d’accordo nella scelta e anche il possibile risparmio di denaro che questo potrebbe aver comportato (esempio una tata per andare a prendere i figli a scuola). Si dovrà valutare quindi se il divario economico esistente tra i coniugi sia frutto di scelte condivise.

Oggi l’aspetto assistenziale dell’assegno viene meno ed assume più una natura compensativa per eventuali scelte che avrebbero deciso insieme i coniugi durante il matrimonio che potrebbero avere indotto per esempio, come avviene spesso la moglie ad abbandonare idee di carriera. Spesso sappiamo che non è così in quanto la moglie rinuncia si alla carriere ma in compensa ha avuto la possibilità di godersi i figli a differenza del marito che per la carriera vi ha rinunciato e la cui ricompensa per questo non vi è in quanto parte dell’incremento del suo tenore di vita va alla famiglia.

Sono dell’avviso che come si sta abbandonando il concetto di moglie che si sistemasi dovrebbe anche abbandonare il concetto di marito che pensa solo al lavoro per lasciare spazio alla visione di una famiglia dove i rapporti sono ormai estremamente bilanciati non solo dal punto di vista reddituale ma anche di dedizione ed impegno nella famiglia.

Tornando all’assegno divorzile si dovrà quindi tenere conto non solo dell’indipendenza economica della moglie ma anche della sua possibilità di farsi assumere e lavorare perchè ha due braccia e due gambe come il marito.

Al pari so dovrà tenere conto del contributo offerto dal coniuge più debole, spesso la moglie, per la gestione della famiglia (esempio fare la spesa o cucinare). Al pari aggiungerei che si dovrà tenere in considerazione anche eventualmente se il marito prepara la colazione o pulisce la cucina se proprio dobbiamo dirla tutta.

Dotazioni e capacità reddituali

In seguito dovrete indicare anche una media mensile delle spese sostenute per il mantenimento della famiglia per la spesa, utenze domestiche, condominio, donne di servizio, scuola dei bambini, lo sport, pagamento di canoni di leasing, rate del mutuo, spese di ristrutturazione, viaggi frequenti per svago etc).

A tal proposito potete consultare un elenco molto esaustivo di tutte le voci sotto la lente del fisco in modo da indicarle nella auto dichiarazione. In caso di omessa indicazione di una o più di queste e successivo controllo disposto dal Giudice potrebbe non essere facile poi difendere la propria posizione. Vi segnalo quindi l’articolo di approfondimento dedicato alle 100 voci monitorate dal fisco che potrebbe esservi utile per descrivere più compiutamente e correttamente la vostra situazione complessiva dal punto di vista del patrimonio e della capacità di reddito esprimibile ciascun anno.

Altri elementi qualitativi da prendere in considerazione

Nella determinazione delle condizioni economiche dovrete anche considerare il contributo economico dato dalla moglie in termini di gestione delle faccende domestiche. Il punto focale risiede nel mantenimento delle condizioni economiche prima della separazione ed il loro precedente tenore di vita goduto in costanza di convivenza con entrambi i genitori anche se con la sentenza del maggio 2017 si apre un filone molto interessante che va a premiare più l’autosufficienza in luogo del mantenimento del tenore.

Inoltre ne emergono anche altri come:

  • impegno dei genitori nella gestione della vista dei figli, tempo trascorso con i figli.
  • contributo alle faccende domestiche dell’uno o dell’altro;

Il fine è quello di arrivare alla determinazione del reddito complessivo della famiglia, distinguendo il consumo dei figli da quello per il coniuge per un corretta ripartizione del reddito familiare secondo un principio di equità che tuteli soprattutto il mantenimento delle condizioni dei figli nei limiti delle attuali possibilità di entrambi i coniugi e al diritto al proprio mantenimento.

Equità nel calcolo

Vi sono poi anche alcuni criteri di equità a cui deve ispirarsi il giudice nella quantificazione dell’assegno che sono l’apprezzabile divario economico tra gli ex. La cosa che più ci rincuora è che questa valutazione non è sterile ma passa attraverso le rinunce della moglie o del marito per avere/ subire questa differenza.

Inoltre si va a guardare anche le possibilità che ha un coniuge di colmare questo divario. Con questo non sono molto d’accordo perché questa valutazione passa per troppe variabili esogene e storie, come la scelta dell’università o del percorso scolastico che si collocano in epoca antecedente all’inizio della relazione stessa.

Alcuni riferimenti a cui allinearsi

Lo so che volete la soluzione pratica ma è corretto fornirvi anche gli strumenti metodologici che possono consentire di portare all’attenzione del vostro legale o del Giudice eventuali ulteriori informazioni qualitative in grado di aiutare a rappresentare meglio la situazione familiare al fine di non appesantire eccessivamente il contributo economico di uno dei due coniugi, in genere quello del marito, a vantaggio solo della moglie.

Il giudice di merito deve accertare, quale indispensabile elemento di riferimento ai fini della valutazione di congruità dell’assegno, il tenore di vita di cui i coniugi avevano goduto durante la convivenza, quale situazione condizionante la qualità e la quantità delle esigenze del richiedente, accertando le disponibilità patrimoniali dell’onerato.

Guadagni in nero del Marito: come provarli al Giudice

Spesso capita anche che il marito percepisca dei guadagni in nero che non sono desumibili dalle informazioni presenti nelle anagrafi tributarie; questo è il motivo per cui il Giudice richiede una auto dichiarazione nella quale il coniuge deve indicare le informazioni sopra riportate, indipendentemente dal fatto che le abbia dichiarate o meno all’agenzia delle entrate.

Inutile dire che sul piatto abbiamo il rischio di dover corrispondere ad un persona con cui forse non abbia più nulla a che fare se non fosse per i figli, un assegno. Per di più capita che il paparino le rifili sottobanco contanti ogni mese e lei si guardi bene dal dirlo davanti al Giudice privilegiando solo il proprio tornaconto personale. In questo caso quindi gli interessi sono contrastanti e spesso capita di sentire dalla parte di ex mariti o ex mogli il desiderio di nascondere dotazioni patrimoniali o finanziarie alla moglie e viceversa (in genere proveniente dai genitori).

Non è un caso che la nuova categoria di poveri in Italia sia stata proprio quella degli ex mariti costretti a dare assegni di mantenimento per mantenere il tenore di vita della famiglia quando è empiricamente dimostrabile che a fronte del divorzio o della separazione l’effetto cumulativo delle capacità di spesa viene meno. Non credo ci volesse così tanto tempo a capire che il criterio del tenore di vita non fosse sostenibile dopo la separazione o il divorzio se non a scapito della persona che, non solo perde la possibilità di vivere con i figli, ma deve anche accollarsi un maggiore onere che non può essere coperto con nuove entrate, se non in rari casi.

L’altro coniuge potrà portare qualunque elemento di prova per dimostrare ciò dinnanzi a al giudice come estratti conto, ricevute, scontrini, contratti non registrati etc. Non potrà essere appellata nemmeno la privacy quale elemento ostativo alla dimostrazione di un maggiore reddito prodotto dal coniuge in quanto l’interesse e la salvaguardia del tenore di vita dei figli è prioritario. Sappiate che l’onere della prova è a carico del coniuge e che l’importante è fornirne le prove altrimenti davanti al Giudice si perde di credibilità e si rischia l’effetto contrario.

Regali alla moglie

Anche le donazioni dei genitori della moglie o anche del marito sono elementi che possono portare al rideterminazione dell’assegno di mantenimento laddove si provi che si abbia a disposizione un reddito più elevato per via delle continue regalie dei genitori. Questo vale naturalmente sia nel caso della moglie sia nel caso del marito.

I casi più tipici di occultamento del reddito sono:

  • l’intestazione fittizia di beni patrimoniali a soggetti terzi o utilizzo di prestanome;
  • momentaneo svuotamento del conto in banca.

Non è un caso che qui entrano in gioco investigatori privati e la bravura degli avvocati tesa a scovare sacche di reddito non dichiarate e non emerse dalle auto dichiarazioni rese al Giudice. Tuttavia non sono assolutamente d’accordo con questo perché la separazione porta con sé proprio il ridimensionamento delle condizioni di vita della famiglia in cui l’ex marito non può e non dove essere l’unico soggetto inciso della nuova configurazione della famiglia.

Il Giudice qualora ravvedi una situazione poco chiara e trasparente del coniuge può disporre o interessare l’agenzia delle entrate che avrà il compito di verificare l’effettiva capacità contributiva. Uno strumento utile a tale scopo è il redditometro per la ricostruzione dell’effettivo reddito necessario all’autosufficienza del coniuge e che abbiamo più volte avuto il modo di trattare e contattare qualche hanno fa per la difficoltà e le presunzioni sulle quali poggiava i propri calcoli.

Il Giudice poi potrà tenerne conto come no anche se non tenerne conto sarebbe motivo di appello della decisione questo è indubbio.

Con riguardo alla norma di riferimento si ricorda che l’art. 5. Legge 1° dicembre 1970, n. 898 stabilisce che con la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il Tribunale, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti i suddetti elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone l’obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell’altro un assegno quando quest’ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive […].

Disponibilità dei beni di familiari o parenti

I beni e servizi oggetto di controllo e di valutazione non sono solo quelli di cui si è proprietari ma anche di quelli di cui potete disporre per cui anche le eventuali , case, barche, etc di cui si dispone per esempio grazie ai genitori o parenti possono rientrare nel computo.Più precisamente la norma recita che rientrano nel concetto di disponibilità  della persona fisica i beni che a qualsiasi titolo o anche di fatto utilizza o fa utilizzare i beni o riceve o fa ricevere i servizi ovvero sopporta in tutto o in parte i relativi costi, a patto che non siano relativi esclusivamente ad attività di impresa o all’esercizio di arti o professioni e tale circostanza risulti da idonea documentazione.

Esempio di calcolo

Se prendiamo a riferimento un nucleo familiare di 4 persone con un reddito del marito di 45 mila euro e casa di proprietà del marito, l’assegno mensile potrebbe aggirarsi intorno ai 350-450 euro mensili. Se siete interessati alla corretta quantificazione un primo passo è quello di avere il modello ISEE che aiuterà tutti nella determinazione dell’effettiva capacità di reddito.

Esempio Calcolo Assegno Mantenimento

Importo In euro Importo In euro
Annuo Mensile
Redditi soggetti a scaglioni Irpef
Reddito di Lavoro Dipendente Lordo 35.000 2.917
Redditi di Capitale Lordo 5.000 417
Reddito Fondiari Lordo 0 0
Redditi di Lavoro Autonomo Lordo 2.000 167
Redditi di Impresa Lordo 0 0
Redditi Diversi Lordo 10.000 833
Reddito Disponibile Lordo 52.000 4.333
Reddito Disponibile Netto 35.920 2.993
Stima Contributi Previdenziali e Assistenziali + Addizionali regionali e comunali Netto (9.878) (823)
Reddito Disponibile NETTO 26.042 2.170
 Reddito Imponibile Lordo Annuo        52.000,00                 4.333  
Scaglioni di reddito Irpef Imposta da pagare Irpef  Limite Minimo   Limite Massimo   Aliquota Irpef (%)   Imposte calcolate 
fino a euro 15.000,00 23% sull’intero importo                –          15.000 23%           3.450
oltre euro 15.000,00 e fino a euro 28.000,00 3.450,00 + 27% parte eccedente 15.000,00          15.000          28.000 27%           3.510
oltre euro 28.000,00 e fino a euro 55.000,00 6.960,00 + 38% parte eccedente 28.000,00          28.000          55.000 38%           9.120
oltre euro 55.000,00 e fino a euro 75.000,00 17.220,00 + 41% parte eccedente 55.000,00          55.000          75.000 41%                –
oltre a euro 75.000,00 25.420,00 + 43% parte eccedente 75.000,00          75.000 43%                –
 Totale Imposte Lorde  Totale imposte Lorda             16.080
 Aliquota effettiva 31%
 Detrazioni di imposta
 Imposta Netta              16.080  
Redditi soggetti a tassazione sostitutiva
Importo In euro Importo In euro
Annuo Mensile
Reddito di Lavoro Dipendente Netto                  –
Redditi di Capitale Netto                  –
Reddito Fondiari Netto                  –
Redditi di Lavoro Autonomo Netto                  –
Redditi di Impresa Netto                  –
Redditi Diversi Netto                  –
                 –
Reddito Disponibile Lordo                  –                    –  
Tassazione Sostitutiva Esempio Aliquota 15%
Reddito Disponibile Lordo                  –                    –  
Casa proprietà (quota canone genitore collocatario)     400.000,00
Importo In euro Importo In euro
Annuo Mensile
Valore canone mensile (9.600) (800)
Valore Canone attribuibile al coniuge collocatario (1.920) (160)
Nuova casa in affitto coniuge non collocatario
Valore Canone mensile (9.600) (800)
Spese correnti
Scuola 0
Sport (200) (17)
Tempo libero Non applicabile Non applicabile
Vacanze (1.000) (83)
Baby sitter (5.000) (417)
Varie (1.500) (125)
Totale Assegno Mensile (30%) 7.670 639

 

Attenzione alla corretta applicazione della sentenza

Viene introdotto un criterio di calcio dell’autosufficienza ma non è detto che sia applicato in modo unico. Laddove infatti si provi che le scelte del coniuge in passato sono state frutto di imposizioni del marito o viceversa che i marita sia stato costretto a rinunce in favore della moglie è plausibile che il giudice riconosco una sorte di equo indennizzo o rimborso di queste e che sia quantificato nell’assegno.

Volete raccontare le vostre esperienze personali per cercare di portare elementi e spunti utili di riflessione o anche semplicemente di SFOGO che possano servire anche per altri?

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Statistiche su Matrimoni e Divorzi

Nel seguito qualche numero indicativo delle statistiche su matrimonio nel territorio e

Italia
Tipo dato 2013 2014 2015 2016 2017
matrimoni civili % (territorio dal 2017) 42,5 43,1 45,3 46,9 49,5
regime di comunione dei beni % (territorio dal 2017) 30,5 29,5 29 27 27,8
matrimoni con almeno uno straniero % (territorio dal 2017) 13,4 12,8 12,4 12,6 14,5
indice di primo nuzialità sposi – valori per mille (territorio dal 2017) .. .. .. .. 419
indice di primo nuzialità spose – valori per mille (territorio dal 2017) .. .. .. .. 465,1
sposi al secondo matrimonio o successivi  % (territorio dal 2017) 10,8 11 11,8 12,7 14
spose al secondo matrimonio o successivi  % (territorio dal 2017) 9,6 10,1 10,5 11,2 12,5
tasso di nuzialità totale sposi – valori per mille (territorio dal 2017) .. .. .. .. 443
tasso di nuzialità totale spose – valori per mille (territorio dal 2017) .. .. .. .. 500,1
quozienti di nuzialità – valori per mille (territorio dal 2017) .. .. .. .. 3,2
matrimoni civili % (territorio 2010-2016) 42,5 43,1 45,3 46,9 ..
regime di comunione dei beni % (territorio 2010-2016) 30,5 29,5 29 27 ..
matrimoni con almeno uno straniero % (territorio 2010-2016) 13,4 12,8 12,4 12,6 ..
indice di primo nuzialità sposi – valori per mille (territorio 2010-2016) 431,6 421,1 429,5 449,6 ..
indice di primo nuzialità spose – valori per mille (territorio 2010-2016) 475,5 463,4 474,6 496,9 ..
sposi al secondo matrimonio o successivi  % (territorio 2010-2016) 10,8 11 11,8 12,7 ..
spose al secondo matrimonio o successivi  % (territorio 2010-2016) 9,6 10,1 10,5 11,2 ..
tasso di nuzialità totale sposi – valori per mille (territorio 2010-2016) 452,7 441,2 450,6 473,4 ..
tasso di nuzialità totale spose – valori per mille (territorio 2010-2016) 504,4 492,3 504,5 530,8 ..
quozienti di nuzialità – valori per mille (territorio 2010-2016) 3,2 3,1 3,2 3,4 ..

 

Descrizione Italia 2015
numero di separazioni di coppie miste               9.443,00
durata media della convivenza matrimoniale nelle separazioni (anni)                    17,00
durata media della convivenza matrimoniale nelle separazioni concesse dal tribunale (anni)                    17,00
durata media della convivenza matrimoniale nelle separazioni consensuali extragiudiziali (anni)                    18,00
separazioni di coppie miste (valori percentuali)                    10,30
separazioni con marito italiano per nascita e moglie straniera o italiana per acquisizione (valori percentuali)                    68,40
separazioni con moglie italiana per nascita e marito straniero o italiano per acquisizione (valori percentuali)                    31,60
separazioni esaurite con rito consensuale nelle coppie miste (valori percentuali)                    76,10
durata media della convivenza matrimoniale (anni) nelle separazioni di coppie miste                    11,00
separazioni da matrimoni civili nelle coppie miste (valori percentuali)                    76,00

 

9 Commenti

  1. nessuna delle due visioni parrebbe trovare fondamento alcuno giuridico, anche perchè il popolo dei divorziati altrimenti non sarebbe più sulla piazza :-)

  2. Buongiorno, cerco ovunque ma non riesco a trovare una risposta: il mio compagno paga un assegno divorzile alla ex moglie che non ha voglia di lavorare e il mantenimento (come e’ giusto che sia) alle due figlie.
    Io percepisco uno stupendio piuttosto alto e mi chiedevo se ci fossero rischi nel caso ci sposassimo (separazione di beni): potrebbe essere tenuto a versare una cifra piu’ alta? O potrei addirittura essere tenuta a contribuire anche io?

  3. Salve. Sono separata da un anno con assegno divorzi le. Il mio ex tra due anni andrà in pensione per cui L assegno avrà una cifra minore. Mi chiedevo, essendo il mio ex proprietario di farmacia ma con una pensione molto bassa, il nuovo calcolo dell assegno divorzi le Si baserà solo sulla pensione o anche sull entrate della farmacia. Sono stata sposata per 27 anni e ho fatto solo la casalinga. Ora non ho pensione le mie entrate sono quelle dell assegno. Grazie

  4. Salve .prendo €1200 al mese il mio Moglie chiedendo il divorzio abbiamo una figlia da 3 anni quando devo pagato al mese come mantenimento

  5. Salve sono sposato con separazione dei beni ed ho 2 figli di 5 e 2 anni,siamo 2 dipendenti statali ma mia moglie ha 2 appartamenti di cui uno percepisce un affitto.
    Io ho solo il mio stipendio e nient’altro,in piu sto pagando un prestito di 600 euro al mese,
    Vorrei sapere in caso volessi separarmi quando dovrei dare per il mantenimento dei figli.grazie

  6. Buongiorno, sono separato con una consensuale e verso il divorzio a marzo ma vorrei capire come poter ridurre il mantenimento ai miei due figli, considerato che la mia ex moglie ha un contratto di lavoro probabilmente non veritiero rispetto alle ore lavorate.
    Quale voce dovrei tenere in considerazione rispetto al mio reddito ( netto a pagare in busta paga? reddito imponibile sul cud? o altro? ). La mia busta paga è variabile e composta da paga base, bonus renzi e trasferte e anf per i mie due figli.

  7. Buongiorno, dopo tante battaglie e sofferenze, non sono ancora riuscito a capire perchè si parla sempre di come dovrebbe calcolarsi l’assegno di mantenimento per un figlio, indicando la solita solfa (tempo di permanenza, redditi, patrimonio, ecc) ma mai nessuno è in grado di indicare qual’è il minimo sindacabile di cui un figlio avrebbe bisogno (e tutto il resto sarebbe da considerare grasso che cola che a discrezione dei genitori a seconda delle propie possibilità, che si può decidere o meno di elargire ad un figlio, direttamente). Qual’è l’effettiva esigenza minima per un figlio di 16 anni? considerando vestiti, mangiare, energia, carburante ecc? Se guadagnassi (magari!!) 6000 euro al mese, dovrei dare a mio figlio sedicenne 2000 euro al mese?, e se guadagnassi 2000 euro al mese, possibile che ne dovrei dare 600 solo per le spese ordinarie? possibile che un figlio di 16 anni costi 600 euro al mese per l’ordinario? e se si, perchè devo accollarmele tutte io? anche se sua madre dovesse dimostrare che è disoccupata, può esentarsi da dare la sua parte? perchè se io padre fossi disoccupato, i Giudici mi darebbero non meno di 300 euro da sborsare, mentre una madre se è disocculata (o lavora in nero) può non pagare nulla? chi controlla questo aspetto? esiste una casistica con la quale confrontare il priopio assegno di mantenimento in relazione al propio reddito? Grazie in anticipo per tutte le risposte. Saluti.

  8. Sua moglie non ha diritto a non farla entrare nell’abitazione né tantomeno a limitare la presenza e frequenza con cui vede i suoi figli se non previo accordo consensuale con lei che, qualora non raggiunto deve essere notificato in via giudiziale o extragiudiziale. In sintesi i ci arrivate regolarvi da soli o si va dal giudice con due avvocati. Al momento pertanto sua moglie è passibile di denuncia o se fa la str…potrebbe dire che lei ha abbandonato casa il che sarebbe un paradosso ma le posso assicurare che quando marito e moglie litigano esce fuori il peggio di noi. La moglie di un mio amico si inventò che il marito la stava picchiando quando non era vero e chiamò la polizia…fortuna intervenne il figlio di otto anni e disse che la madre diceva bugie….per cui si tuteli prima di restare fregato. Mi rendo conto che nella vostra situazione la parola avvocati significa maggiori spese ma è un passaggio obbligato se non venite insieme ad una conclusione amichevole che comunque non formalizza una situazione di fatto che ha anche dei risvolti economici. Di fatto il suo nucleo familiare sta cambiando e con questo obbligo di dimora, residenza, agevolazioni fiscali, richieste di assegno….avete bisogno di farvi aiutare. Forza e coraggio passerà anche questa!

  9. Salve. La mia situazione è molto complicata. Da 5 anni mia moglie ha chiesto il divorzio tutt’ora non è avvenuto per mancanza di soldi. Sono disoccupato ma con lavori occasionali riesco si e no a guadagnare da i 100 – 200 € al mese, mia moglie lavora e non (4 – 6 mesi all’anno con un stipendio di circa 700 – 750 € al mese), sta in affitto in una casa e vive con nostra figlia di 11 anni per un totale di affitto di 450 € al mese più spese di consumo (bollette). Cerco di aiutarli il più possibile con quello che riesco a guadagnare in più aiutato da i miei genitori che percepiscono 1000 € di pensione mensilmente insieme da dove togliere spese di affitto ed altro. Da notare che da 5 anni io vivo con i miei genitori. Ora per mancanza di lavoro anche di mia moglie e cambiamenti sentimentali, sta chiedendo assegno mensile e per di più non vuole che io vada a casa loro spesso come prima. Da precisare che non avevo nessun limite di acceso in quella casa e anche perché avevo le chiavi da lei dato. Da qualche giorno le mi ha riferito che causa New Entry nella sua vita non devo più avere acceso in questa casa perché inciderebbe negativamente sul suo nuovo rapporto. Da precisare che il divorzio non e stato mai concluso. De Iuri siamo ancora sposati. Non so cosa devo fare e come comportarmi. Sono aperto a qualsiasi suggerimento.

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