La premessa è che una sana e prudente gestione delle proprie disponibilità finanziarie deve prima di tutto passare per una attenta analisi dei propri obiettivi di rendimento e propensione al rischio nonché l’orizzonte temporale a disposizione (o che si ritiene di poter governare con un sufficiente grado di ragionevolezza) per comprendere quanto essere liquidi sul proprio conto corrente bancario in base alle proprie esigenze personali.
Motivazioni all’investimento: le ragioni per non lasciare i soldi sul conto corrente
Le motivazioni che sono alla base della scelta di diversificare i proprio investimenti rispetto alla normale giacenza sul conto corrente bancario, vuoi perchè abbiamo un sufficiente stipendio/attività e una buona propensione al risparmio che ci consente di generare flussi di cassa positivi e piuttosto stabili nel tempo sul nostro conto corrente, vuoi perchè abbiamo avuto la fortuna/sfortuna a ricevere in donazione qualcosa o siamo eredi in una successione, le motivazioni possono essere diverse.
Tra le prime motivazioni che sono alla base della scelta di trovare nuovi canali di investimento troviamo:
- l’esigenza di tutele o difesa della propria famiglia o di se stessi: l’incertezza sul futuro nostro o dei nostri figli ci spinge sempre più spesso verso piani di accumulo e in ultimo abbiamo per esempio nuovi strumenti finanziari defiscalizzati come i PIR che sembrerebbero (sembrerebbero ripeto) essere un punto di partenza per soddisfare questa esigenza. Anche le obbligazioni possono essere una valida alternativa in questa, annoverando tra queste anche i titoli di stato che niente altro sono se non obbligazioni emesse dallo Stato.
- Per aumentare il profitto generato dalla nostra liquidità e cercare di ottenere un era profitto: del resto chi non vorrebbe vedere i suoi risparmi crescere da soli?
- Per avere una maggiore entrate per la vecchiaia durante la pensione che non avremo mai: negli ultimi l’INPS ha dato la possibilità di verificare quando andremo in pensione e anche avere uno scenario di alto profilo sull’effettiva entrata mensile. Tralasciando la tristezza nello sperimentare che andrò in pensione quando le astronavi avranno sostituito le macchine molto probabilmente il potere di acquisto sarà diminuito per cui sarà necessario avere un entrata aggiuntiva derivante da un fondo di previdenza complementare: prima lo capite meglio sarà per voi e per i figli che vi dovranno accudire (se siete stati bravi con loro altrimenti sapete già che fine farete). Avere un PAC o un PIR o un fondo di previdenza completare rappresenta oggi una componente che ci deve essere, se volete anche in misura ridotta e marginale, ma ci deve essere. Scegliete voi il prodotto, la durata, l’ammontare mensile che verserete ma fatelo, soprattutto se siete dei lavoratori dipendenti o se non avete genitori che vi lasceranno un castello in Alsazia. Potreste avere bisogno un domani di assistenza e cure mediche immediate e talvolta questo mal si concilia con la sanità pubblica per cui fatevi due conti e iniziate sottoscriverne uno.
- Per lo studio dei figli o per la loro prima casa: precedenti generazione ebbero la fortuna di trovare nella laura un fattore critico di successo rispetto alla maggioranza di persone con la licenza liceale e quelle completamente analfabete. La mia generazione lo ha dovuto trovare nel master di specializzazione e nelle esperienze all’estero sia universitarie sia lavorative. Ultimamente non basta solo avere il master ma serve anche trovare quei pochi tra centinaia finti che ti garantiscono una buona preparazione ed uno stage finale che ti dia la possibilità di avere la fatidica prima esperienza sul curriculum
- Per tutelare un nostro caro a cui non spetterebbe alcun diritto per successione: la famiglia tradizionale cede il posto sempre più spesso a legami affettivi che non trovano ancora una adeguata giuridica anche se la giurisprudenza e anche la legge sta facendo dei passi in avanti; basi pensare alla legge sulle coppie di fatto e alle agevolazioni fiscali consentite che a coloro che non sono sposati.
- Per dotare i nostri figli di un capitale iniziale o di una casa: non esiste solo lo studio e d i ragazzi oggi sono bravi ed hanno maggiori possibilità di inventare nuove professioni o attività rispetto al passato. Questo significa avere la disponibilità economica quando loro avranno tra i 20 e 30 anni. avete budini la possibilità di pianificare un investimento su questo orizzonte temporale per cui rispetto ad altri già siete un peso avanti.
Naturalmente il peso di queste motivazioni cambia a seconda dei casi e della specifica situazione personale e familiare; potremmo avere famiglie neo costituite o famiglie in via di separazione, la presenza di genitori ancora in vita con o senza abitazione e soprattutto la presenza di uno o più figli e naturalmente dipendente dal fatto che simo più o meno giovani ed un lavoro stabile o meno.
È necessario stabilire un protocollo da rispettare e non inseguire il rendimento massimo di breve periodo. L’investimento in obbligazioni non può e non deve essere l’unica allocazione del proprio investimento ma solo una componente e da mixare con quella azionaria. Investire in obbligazioni deve essere un processo di analisi iniziale e monitoraggio continui finalizzati all’incasso della cedola garantita o meno dal contratto, fissa o variabile che siano, ma anche quello di provare a ottenere un extra profitto derivante dall’oscillazione del prezzo o della valuta.
Nel seguito cerchiamo di analizzare quali sono le macro variabili da prendere in considerazione per definire il momentum ottimale per l’acquisto e la percentuale che dovrebbe avere in un portafoglio a seconda di alcune macro variabili.
Quando acquistare le obbligazioni
Prima di tutto sarà necessario effettuare una attenta analisi dei principali indicatori economici, patrimoniali, finanziari e di solvibilità della società emittente il bond. Ormai potrete vederli su qualsiasi portale. Yahoo finanza in questo è stato uno dei pioneri a rendere disponibili una serie di dati gratuitamente.
Quando andiamo in banca solitamente la prima cosa che ci dicono è la % della cedola per farci venire fame, ma sconsiglio di farsi ammaliare dalla percentuale. So che fa gola sentir parlare di un 7% o di un 8% costante ma dietro ci sono anche variabili che potrebbero ridurre notevolmente quella percentuale e farla diventare un normalissimo risparmio su un conto corrente. Commissioni di performance, di negoziazione, di sottoscrizione, di gestione, etc etc si nascondono nei prospetti informativi con grande difficoltà per non addetti ai lavori.
Ricordate che con le obbligazioni anche se parlano di rendimento garantito vi sono commissioni che possono abbatterlo ed il rischio c’è sempre…per cui nulla è garantito alla fine dell’orizzonte temporale del titolo.
È importante verificare se la società emittente il bond è stata brava in passato ad anticipare i propri risultati o a staccare dividendi in linea con quelli delle altre società che operano negli stessi settori. Il rispetto dei propri obiettivi di budget è uno dei primi indicatori di sana e robusta gestione. Certo se poi il budget ci dice che la società perderà terreno, o diventerà esposta patrimonialmente, o sarà necessario una ristrutturazione del debito è un’altra cosa e l’antenna ci si dovrà accendere fin da subito.
Sarà necessario analizzare il mercato di riferimento verificando se parliamo di settori cicli come i tecnologici, o automotive per fare un esempio: questi ultimi tipici settori trainanti in un momento di ripresa ed espansione dell’economia. Non dico che sia facile comprendere in quale ciclo siamo o se questo ciclo di ripresa che stiamo vivendo non sia nient’altro che la fine di quello di espansione ma sicuramente non basterà investire e attendere se vogliamo ottenere buoni risultati dal mercato obbligazionario.
Sarà necessario monitorare le politiche monetarie in atto nonché la situazione dei mercati dove opera l’azienda che sta emettendo il bond. Si dovranno inoltre analizzare le scadenze dei vari prestiti o fidi che ha in piedi la società emittente e la loro scadenza. Un esborso consistente in un momento di scarsa liquidità potrebbe costringere l’azienda a dover ripianare il debito con nuove linee a tassi svantaggiosi che potrebbero comprimere i risultati economico degli esercizi successivi.
Non si devono trascurare nemmeno valutazioni delle società di rating anche se si devono prendere anche quelli con le pinze in quanto ragionano su dati bilancistici e che gli sono forniti dal managemente della società e soprattutto perché sono incaricati dalle stesse società. Sull’effettiva obiettività dei valutatori incaricati di valutarle lascio a voi ogni riflessione sul profilo di indipendenza, bontà e adeguatezza della valutazione. Se non erro non avevano preventivato una bene amata fava nel 2008 per cui ancor non mi capacito di come ci sia gente che richieda il loro bollino per farsi della pubblicità. Ma questa è un mi personalissima opinione. L’indipendenza tra controllore e controllato finché è il secondo a incaricare il primo a me lascia seri dubbi.
Inutile dirvi che l’investimento in obbligazioni deve essere una componente associata a quella dell’investimento in azioni per diversificare il rischio anche dal punto di vista della tipologia di titoli che abbiamo in portafoglio.
Bilanciare azioni e obbligazioni
Una delle regole di buon senso che sono utilizzate dai più comuni operatori di mercato sono quelle di pensare il rapporto fra azioni obbligazioni presenti in portafoglio in base all’età della soggetto investitore. Partiamo dall’assunto che per definizione l’investimento azionario è per sua natura più rischioso rispetto ad un investimento in obbligazioni, Un comune investitore dovrebbe col passare degli anni, Avvicinandosi all’età pensionabile scaricare il portafoglio azionario a favore dei titoli obbligazionari.
Questo perché gli investimenti azionari, non garantendo alcun flusso cedolare e alcun rientro dall’investimento se non per il tramite di dividendi, in linea teorica sono più rischiosi delle obbligazioni per cui è possibile, anche se non altamente probabile auspichiamo, che letterale anni di età si potrebbe aver bisogn per eventi avversi come malattie eventuali fondi
Asset allocation del portafoglio tra Azioni o obbligazioni
Anche non abbiamo una ricetta perfetta ma dobbiamo comprendere quli sono gli strumenti attorno a cui deve ruotare una scelta razionale dell’investimento, sapendo però che anche la totale irrazionalità sui mercati può avere una sua logica.
Cerciamo quindi sempre di tenere a mente alcuni domande che dobbiamo proci:
- Quanto vogliamo investire in questo momento;
- Potremmo avere bisogno e tra quanto di quanto abbiamo investito;
- Se perdessi tutto quello che sto investendo la mia vita cambierebbe (potrei compromettere il potere di acquisto di beni e servizi di prima necessità in negativo o cambierebbero solamente alcune delle mie abitudini?).
Cercate quindi di darvi alcune regole di buon senso per cui quando si è giovani e laddove si abbia la fortuna di avere una casa di proprietà, senza mutuo e con i genitori ancora in vita dotati di una pensione in buona salute potrebbe essere profittevole sopra pensare la quota di azioni presenti in portafoglio rispetto alla quota parte di obbligazioni.
Se avete a disposizione ridotti flussi di reddito, rispetto alla media dei vostri coetanei, senza casa e con un mutuo sulle spalle mi viene difficile pensare di investire nel mercato azionario se non si vuole richiare di ridurre il valore del proprio investimento, magari frutto di risparmi di anni oppure di ritornare ai valori iniziali dopo un bel po’ di tempo. Diverso il caso se vi arrivino da qualche parente deceduto alcune dotazioni.
L’analisi di queste variabili, anche sommaria se non siete degli addetti ai lavori o esperti di finanza vi può far comprendere meglio quello che la banca o un consulente finanziario vi vuole vendere o, se volete essere padroni del vostro destino, vi può far orientare meglio nelle decisioni di investimento e forme un atteggiamento che potrà essere di tipo cautelativo/conservativo, neutrale o aggressivo.
Atteggiamento neutrale
Il neutrale volevo quasi non metterlo semplicemente perché è quello che espone maggiormente l’investitore e non dotarsi di rigide regole comportamenti prestando il fianco alle emozioni del momento piuttosto che a dare il corretto valore ai razionali sottostanti una decisione. Solitamente privilegio azioni di società con fondamentali solidi e con una storia e che operano in business toccabili con mano. Parlo sia di beni sia di servizi. Un atteggiamento neutrale si rispecchia una percentuale equilibrata tra azioni e obbligazioni.
Atteggiamento cautelativo
Titpico di una persona più avanti negli anni o con poca propensione al rischio o molto emozionale per cui soggetto ad attacchi di ansia
Un atteggiamento di tipo aggressivo ci potrebbe portare ad avere un portafoglio costituito per il 50 o 60% in azioni e la restante parte in obbligazioni. Tuttavia uno soggetti che hanno per loro natura con atteggiamento aggressivo e non si curano the pensare a orizzonti temporali ho necessità di smobilizzo di breve periodo. Sono I soggetti più aggressivi quelli per i quali il medio lungo periodo più breve rispetto a quello di altri investitori mantenere quel mix neutrale rispetto alla asset a location del proprio portafoglio di investimento.
Atteggiamento aggressivo
Un atteggiamento più aggressivo è tipico di chi è più giovane, può contrare su lavoro o entrate stabili o in crescita, genitori in buona salute senza necessità o anche in grado di aiutarli, casera di proprietà o anche solo una di queste componenti. Una maggiore propensione al rischio si potrebbe riflettere in un maggior peso della componente azionaria (fra l’80 il 90%) e la restante parte in obbligazioni.
http://www.tasse-fisco.com/tassazione-rendite/rischi-investimento-azioni-obbligazioni-capirli-e-gestirli/37853/
Articolo interessante ma suggerirei all’autore di rileggerlo almeno una volta prima di postarlo.
A volte mi sembrava di fare i rebus della settimana enigmistica per interpretare il senso delle frasi