Aggiornato il 28 Aprile 2023
Già lo spesometro ha indotto i contribuenti meno avveduti ad incrementare le transazioni commerciali, siano queste vendite di beni o prestazioni di servizi, in nero. Inoltre hanno indotto al consolidamento di questi rapporti. Mentre prima infatti tra le due parti una poteva non dichiarare il provento e l’altro dedursi il costo indistintamente, oggi le parti se non vogliono pagare tasse o imposte devono mettersi d’accordo. Questo potrebbe incentivare il consolidamento di una prassi sbagliata contro il fisco che potrebbe essere combattuta in altro modo.
E voi lo sapete qual’è….
Da che mondo e mondo il problema del nero è stato il trasporto fuori l’Italia e lo smaltimento intenso nel senso di utilizzarle. Il trasporto con le lire era difficoltoso in quanto immaginate qualche centinaio di milioni lo spazio che occupavano fisicamente parlando. Qualche geniaccio budini ha inventato le violette d 500 euro che riducono ad un decimo lo spazio utilizzato consentendo così di viaggiare con grandi quantità di denaro in Italia e all’estero con poca possibilità di essere intercettati.
Da anni questo blog si fa portavoce di quelle che ritengo siano le distorsioni del sistema e le violette lo sono, forse sono il vero problema…. ma non il solo.
Dove stiamo andando
Con la fatturazione elettronica assistiamo ad un incrocio titanico di dati a livello nazionale che coinvolgerà questa volta anche i privati contribuenti Italiani che da un pò di anni lottano contro la semplificazione. So che sembrerebbe essere un controsenso ma non lo è. Molti dicono che non servirà a nulla e che l’agenzia non riesce a riconciliare i dati. A mio avviso non è proprio vero. In molti casi si ma non sempre. Sicuramente per le operazioni a cavallo d’anno o per i soggetti con diversi citerei contabili d imputazione costi/ricavi è complessa la questione, ma il problema è che tanti dati li hanno e dal momento che li ha un organo che può accertare indiscriminatamente e farci perdere anche tanto tempo per contestare le sue conclusioni a suon di contenziosi e consulente il problema c’è ed è grande secondo me.
La fattura elettronica è iniziata con la PA anni fa e dal primo gennaio si estenderà anche i privati nazionali siano questi possessori o no di partita Iva. Per alcuni ridotte categorie dal primo luglio 2018.
Problema di privacy
Al pari di quanto avvenne con i l’elenco clienti e fornitori e con lo spesometro a mio modestissimo avviso si crea un problema di privacy delle transazioni. Avoglia a dire che i dati non possono essere consultati solo in caso di accertamento o indagini bancarie. I dati però sono sempre e comunque visibili ad un bel gruppetto di persone che saranno si responsabili, ma la cui condotta non è facilmente intercettatile e monitoratile. Parliamoci chiaro se tizio parla con caio e caio con sempronio sappiamo benissimo che vi sono pochissimepossibilità di intercettare l’informazione. Lo è nelle informazioni price sensitive per le società quotate in borsa, figuriamoci nelle informazioni commerciali
E questo a danno della concorrenza e degli imprenditori più piccoli che, per definizione , non potranno contare su una rete invisibili e tentacolare di consulenti e consulenti che riescono ad accedere a tante informazioni. Talvolta può essere anche una fortuna o una sfortuna.
Dobbiamo garantire maggiormente quindi il diritto alla riservatezza dei nostri dati personali.
Inoltre il Fisco Italiano dovrà veramente procedere ad una semplificazione che non deve solo essere nei proclami e sulla carta stampata ma deve ridurre effettivamente il lavoro e gli adempimenti contabili e fiscali a cui sono soggetti.
I Commercialisti cosa faranno? Quelli che amo definire fiscalisti o commerciali moriranno e questa sarà l’Utica generazione che si salverà. Quelli nuovi, i giovani, quelli che hanno studiato e fatto MBA, LLMM etc dovranno diventare sempre più consulenti gestionali, analizzare le spese, la struttura dei costi e i nuclei generatori di profitto, fornire dritte e consigli per la crescita organica dell’azienda e si dovranno talvolta anche sostituire all’imprenditore suggerendogli strade alternative per far cresce la sua azienda lungo le tre assi economica, patrimoniale e finanziaria. Dovrà suggerirgli di metodi per ottimizzare la sua gestione finanziaria, suggerire prodotti o farlo entrare in contatto con asset manager o anche solo esperti di gestione della liquidità di breve periodo.
Dal punto di vista economico dovrà suggerire metodi per l’efficientamento dei costi e dei proventi non limitandosi al monitorio ma cercando di sfruttare questi per portare vantaggio competitivo e creando nuove risorse finanziarie per l’impresa.
Dal punto di vista patrimoniale dovrà monitorare e consigliare metodi per consolidare la struttura patrimoniale rendendola al contempo snella e coerente nella struttura tra attività e passività.
Queste variabili dovranno essere estese non solo alle grandi imprese o gruppi multinazionali ma anche alle piccole e medie realtà imprenditoriali di cui l’Italia è piena.
La sfida che si preparano a vivere imprenditori e consulenti è questa: crescere in modo organico e strutturato per affacciarsi ai mercati internazionali. con le spalle pronte e subire shock di mercato.
I consulenti dovranno specializzarsi in una di queste aree Economica patrimoniale e finanziaria e proporre soluzioni in modo produttivo. Sono loro che conoscono meglio di chiunque altro, oltre agli imprenditori i numeri dell’azienda e come gira.
Il binomio tra i due potrà costituire il volano per una nuova rinascita dell’economia.
Chi farà nero continuerà a farlo ma sarà destinato a morire piano piano. Colui che invece adotterà la strada della crescita organica potrà accedere al quadro successivo: quello dell’elusione fiscale.
Grazie infatti a complesse strutture societarie si riesce tutt’oggi a sfruttare il ritardo nel coordinamento della gestione della variabile fiscale a livello europeo conseguendo vantaggi fiscali a scapito dei piccoli imprenditori e della concorrenza.
Sul fronte Nazionale
Il fisco deve capire he non possiamo spendere solo soldi in consulenze per soddisfare la digitalizzazione del fisco italiano perchè se il contribuente non ha una contropartita economica o un vantaggio mal digerisce queste imposizioni e per questo creerà attrito nei rapporti con l’amministrazione finanziaria e alcuni tenderanno a fare più nero o inviare a farlo.
Oltre a questo strumento ricordiamoci che esiste sempre il controllo dei conti correnti bancari e dei rapporti finanziari
Con tutta questa molte di informazioni la nuova attività di accertamento dovrebbe declinare la propria attività in un contesto caratterizzato da una parte da minori adempimenti a carico del contribuente.
Via in tal senso lo spesometro e gli elenchi intrastat oltre alle comunicazioni periodiche Iva e dall’altro lato inasprimento e sanzioni per le condotte temerarie degli organi accertato i cui bonus di fine anno non devono basarsi assolutamente sul raggiungimento di materia imponibile recuperata quanto quella recuperata senza arrivare al contenzioso.
Quello che deve migliorare è la cooperazione tra fisco e contribuente che non deve sostanziarti solo inviti preventivi ai contraddittori ma deve passare per una più approfondita analisi del contribuente oggetto di possibile accertamento sulla base delle enormi informazioni che ormai si dispongono su di lui.
Il tutto deve essere accompagnato da un ricorso rispetto della privacy e della tutela della segretezza dei dati aziendali che, se manipolati da persone con pochi scrupoli potrebbero mettere a rischio la continuità di ogni singola impresa.
All’università mi spigavano come conoscere la struttura dei costi di un competitor poteva rappresentare la sua fine, figuriamoci ora che potenzialmente tutti i dati delle aziende sono trasmessi all’esterno….