Aggiornato il 4 Maggio 2023
Nel caso di un lavoratore dipendente che presta attività di lavoro per una azienda straniera dall’Italia vediamo chi e come si deve effettuare il versamento dei contributi previdenziali INPS utili al calcolo della pensione.
Versamento contributi previdenziali Inps azienda estera
Dal punto di vista del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali INPS e INAIL ci si deve porre prima di tutto il quesito sulla presenza di una stabile organizzazione in italia dell’azienda estera.
Laddove abbia qui una sede secondaria, una branch, una succursale o si sia anche solamente identificata per il tramite di un rappresentante fiscale presso l’agenzia delle entrate e presso l’INPS non vi saranno problemi.
L’impresa infatti erogherà una busta paga con l’applicazione dei ritenute anche a titolo di contributi previdenziali INPS e secondo le aliquote contributive INPS vigenti.
Laddove invece l’azienda non abbia una stabile organizzazione in Italia questa dovrà comunque identificarsi nel nostro paese.
Il fatto che l’azienda estera non abbia una residenza fiscale in Italia e non abbia qui una stabile organizzazione, infatti, impedisce al lavoratore di versare i contributi direttamente o tramite l’azienda ad una prima riflessione.
La risoluzione ministeriale numero 649 del 1980 prevede che per il versamento dei contributi l’azienda estera dovrà identificarsi qui in Italia presso l’agenzia delle entrate e l’INPS e aprire una rappresentanza contributiva in modo tale da procedere al versamento dei contributi previdenziali per conto del lavoratore.
Sappiamo tuttavia che l’azienda estera potrebbe non considerare conveniente la gestione di un lavoratore e non solo dal punto di vista amministrativo.
Vi sono anche difficoltà banali come quelli della gestione della comunicazione in lingue diverse per cui procedere all’identificazione o apertura di una rappresentanza contributiva presso l’INPS potrebbe compromettere l’inizio del rapporto di lavoro.
È bene sapere tuttavia che a quel punto il lavoratore dipendente potrebbe ritenere conveniente comunque procedere anche all’auto liquidazione dei contributi previdenziali Inps per maturare comunque il diritto alla pensione.
Se stai leggendo questo articolo probabilmente avrai già smarcato l’argomento della tassazione e del potenziale rimborso per il credito di imposta sulle tasse pagate all’estero. Qualora non avessi ancora affrontato questo aspetto puoi leggere l’articolo dedicato ai seguenti argomenti:
Il principio secondo cui il lavoratore deve comunque versare dei contributi è quello secondo cui i contributi devono essere versati nel paese dove viene svolto il lavoro. In questo caso tali paese si identifica con l’Italia. Il principio prende il nome di Lex Loci laboris.
I versamenti effettuati confluiranno nel cumulo delle settimane retributive abilitanti alla maturazione del diritto alla pensione.
Nel seguito vi segnalo una serie di articoli correlati al medesimo tema, primo tra tutti la Tassazione del lavoro dipendente prestato all’estero da persona con residenza in Italia ai fini delle imposte sul reddito delle persone fisiche IRPEF.
Successivamente non perdetevi anche l’articolo dedicato al Calcolo del credito di imposta per le tasse pagate all’estero in quanto non è detto che il paese dove ha la sede legale la società presso la quale prestate il servizio non assoggetti comunque le retribuzioni a tassazione e a contribuzione previdenziale. Da qui la riflessione su come gestire (tramite esenzione o tramite credito di imposte) le imposte e i contributi eventualmente versati all’estero.
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