Il testo definitivo approvato della riforma dell’IRPEF del Governo Draghi affronta in pochi punti i nodi cruciali del nuovo sistema tributario Italiano che si delineerà nei prossimi anni.
Nel seguito i punti in sintesi su cui dovranno intervenire gli esecutivi con i decreti che dovranno essere pronti nei prossimi 18 mesi del 2021 e 2022.
Principi cardine della nuova riforma fiscale
Le finalità dichiarate sono coerenti con quanto previsto anche nelle precedente leggi di bilancio. Tra gli obiettivi prioritari quello di aumentare l’efficacia e l’efficienza del sistema tributario e la riduzione del carico fiscale sui fattori della produzione. Questo dovrà avvenire attraverso una semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti persone fisiche, lavoratori autonomi e imprese. Alla semplificazione seguirà la razionalizzazione del sistema delle deduzioni e delle detrazioni fiscali IRPEF nonché l’abolizione delle imposte e tasse minori. In ultimo come al solito, la lotta ed il contrasto all’evasione fiscale.
Non si interviene sui principi cardine della precedente sistema ispirato sempre a criteri di progressività dell’imposta. Attualmente gli scaglioni di redditi sono si progressivi ma con dei salti che creano disparità nel ceto medio. Il Decreto di legge delega si dovrà quindi ispirare ai vigenti princìpi costituzionali ed essere coerente con le direttive europee. Sarà indirizzato alla crescita economica attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui redditi derivanti dall’impiego dei fattori di produzione e […] e ala razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario anche con riferimento.
Inoltre dovrà, come dicevamo in premessa preservare la progressività del sistema tributario anche se ciò non significherà lasciare inalterati gli scaglioni.
Inoltre ci si prefigge di ridurre l’evasione e l’elusione fiscale come ormai in ogni legge di bilancio si fa menzione attraverso però anche una riduzione del carico fiscale.
Riforma fiscale Draghi: cosa dice la legge delega
Andiamo dalla ormai nota a tutti revisione del sistema per scaglioni IRPEF che, come anticipato nel nostro sito dovrà rivedere il carico fiscale dello scaglione centrale che subisce un prelievo troppo elevato e che scoraggia alla crescita e allo sviluppo personale con ripercussioni dirette sulla futura classe media. Inoltre per i redditi da capitale per cui per intenderci derivanti dal possesso di strumenti finanziari, rendite, azioni etc è prevista la tassazione proporzionale in luogo dell’attuale fissa. Anche qui la difficoltà nel rendere competitivo il sistema tributario Italiano con quello degli altri paesi europei. Il tema è uguale anche per altri tavoli naturalmente.
Scaglioni IRPEF
Come anticipato nell’articolo dedicato alla riforma fiscale l’obiettivo è quello di ridurre il carico sul terzo scaglione di reddito ossia quello compreso tra i 28 mila e i 55 mila euro. Questo scaglione risente maggiormente di una progresività dell’imposta particolarmente gravosa nel senso che il salto è molto ampio.
Vecchi scaglioni IRPEF
Gli scaglioni di reddito sono stati solo parzialmente modificati dalla riforme del 2003 (ovviamente al rialzo) in quanto se riprendiamo gli scaglioni di reddito e le aliquote IRPEF ante riforma troviamo la seguente situazione.
Scaglioni reddito Irpef | Aliquota | Irpef lordo |
---|---|---|
da 0 a 15.000 euro | 23% | 23% del reddito |
da 15.000,01 a 28.000 euro | 27% | 3.450 + 27% sulla parte eccedente i 15.000 euro |
da 28.000,01 a 55.000 euro | 38% | 6.960 + 38% sulla parte eccedente i 28.000 euro |
da 55.000,01 a 75.000 euro | 41% | 17.220 + 41% sulla parte eccedente i 55.000 euro |
oltre 75.000 euro | 43% | 25.420 + 43% sulla parte eccedente i 75.000 euro |
Riforma Draghi: chi sarà a farne le spese?
L’obiettivo dell’invarianza del gettito erariale deve coniugarsi con questa esigenza. Se fosse possibile un ammorbidimento di questo scaglione che vede il precedente distanziare il secondo di ben l’11% si potrebbe ricomporre quella frattura del ceto medio che non innesca uno sviluppo significativo. In altre parole, perché impegnarsi nel lavoro se ad aumenti del reddito corrispondono prelievi più proporzionali che riducono l’aumento stipendiale in busta paga?
Chi ne farà allora le spese. Troppo presto per dirlo ma nell’articolo dedicato alla nuova IRPEF troverete un file editabile gratuitamente dove troverete quanto avete perso o guadagnato dalle novità.
Leggi l’articolo dedicato alla nuova Irpef
Il confronto tra vecchio e nuovo regime fiscale si coniugherà quindi anche con le altre novità che vedrete nel seguito per cui dovrà essere analizzato complessivamente.
Prevista anche novità sul versante della NO tax area che potrebbe aumentare la sua ampiezza per eliminare ridurre il ricorso al reddito di cittadinanza.
Regime forfettario dei contribuenti minimi
Sul versante del regime forfettario dei contribuenti minimi si potrebbe assistere ad una ridefinizione delle aliquote minime come quella del 5% che ha portato a distorsioni nella concorrenza tra lavoratori autonomi e liberi professionisti con partita IVA.
Abbiamo professionisti che fanno di tutto per restare al di sotto della soglia dei ricavi ricorrendo ovviamente all’evasione fiscale per non perdere un beneficio fiscale, così importante. Non parlo solo dell’aliquota ridotta prevista in termini di applicazione dell’imposta sostitutiva del reddito. Parlo anche della modalità semplificato di determinazione del reddito imponibile attraverso una percentuale fissa dei ricavi riscossi nell’anno.
Una tassazione siffatta e bassa crea distorsioni a livello di mercato in quanto da la possibilità attivare una concorrenza al ribasso dell’onorario a scapito della qualità erogata al cliente.
Abbandono delle Addizionali IRPEF comunali e regionali
Con buona probabilità vi sarà il superamento delle addizionali IRPEF comunali e regionali. Al loro posto un incremento dell’IRPEF da applicare agli scaglioni al fine di semplificare il calcolo e renderlo unico eliminando imposte, impostine e tasse e tassette che alimentano la cattiva percezione dello Stato.
Questa sovra imposta potrà infatti essere aumentata o diminuita dalle regioni entro limiti. Il gettito andrà comunque ai comuni e alle regioni per cui parliamo sempre di invarianza del gettito.
Ridefinizione del sistema delle deduzioni e delle detrazioni fiscali IRPEF
Nell’art. 3 si legge che vi saranno dei cambiamenti e delle novità anche nel sistema delle deduzioni e delle detrazioni IRPEF. Già dal Governo Monti nel 2010 si parlava del tema ma naturalmente nessuna corrente politica si assumeva la responsabilità di appoggiare un riordino con impatti sull’elettorato così importanti. Il riordino deve comunque tenere conto della finalità e degli effetti sull’equità e sull’efficienza dell’imposta. Ci eravamo già occupati del taglio delle detrazioni e deduzioni fiscali introdotto con il Governo Monti ma in questo caso possiamo parlare di semplificazione più che di taglio delle detrazioni.
Nel monitoraggio allegato alla Nota di aggiornamento al DEF, su 602 “spese fiscali” censite nel nostro sistema tributario, le detrazioni contano 58 e le deduzioni dall’imponibile sono 45. Il resto delle tax expenditures è costituito esenzioni, riduzioni d’aliquota, regimi forfettari e varie agevolazioni che non vengono menzionate esplicitamente nella legge delega, ma che potrebbero essere oggetto di riforma nei decreti attuativi.Le detrazioni fiscali potrebbero configurarsi come spese pubbliche, ovverosia, riconosciute su base volontaria come erogazioni dirette in caso di pagamento elettronico. Secondo questa logica il contribuente potrebbe ricevere istantaneamente la somma riconosciuta in detrazione anziché attendere la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Tassazione delle rendite e del risparmio
Non saranno esclusi nemmeno gli strumenti finanziari, le renditi e i profitti del risparmio e negli impieghi del capitale. Saranno, scrivono, armonizzate le tassazioni dei risparmi degli italiani. Anche qui vi segnalo fin da subito l’articolo che recepirà le novità sulla tassazione delle rendite finanziarie dopo la Riforma Fiscale.
Per i proventi derivanti dall’impiego di capitale e gli investimenti si cercherà di unifromare il carico fiscale. non credo si interverrà sulla tassazione dei titoli di Stato, attualmente al 12,50% e ridotta rispetto agli altri strumenti (immotivatamente). Tuttavia potrebbero esserci interventi tesi a prevedere una tassazione proporzionale. Naturalmente non credo che l’Italia diventerà tipo il Lussemburgo o l’Irlanda o Malta tuttavia c’è da attendersi anche qui qualche piccola novità che potrebbe favorire la tassazione dei reddito medio bassi.
Leggi Articolo > Tassazione delle rendite Fiscali: novità
Riforma fiscale Draghi: novità Iva
Si va poi sulla razionalizzazione dell’IVA anche se, come ormai molti di voi sapranno, lo Stato Italiano non ha la potestà impositiva per questo tributo per cui potranno essere rimodulate le aliquote IVA per alcuni prodotti o servizi, ridefinendone gli insiemi come anche quelle tipologie che beneficiano di aliquote diverse da quella ordinaria del 22% e prevedere un riordino in tal senso.
Poi sarà il turno delle nuove detrazioni e delle deduzioni fiscali IRPEF. Oggi ne contiamo circa 60 detrazioni e quasi 50 deduzioni IRPEF. Ci si propone l’incremento della semplificazione sia per coloro che sostengono la spesa sia per coloro che si trovano a dover effettuare il calcolo delle tasse a fine anno come Dottori Commercialisti, contribuenti o i CAF.
Abolizione dell’IRAP
Riusciranno i nostri eroi ad eliminare l’imposta più odiata dagli italiani, al centro del dibattito da oltre un ventennio? Chissà. Sembrava che i fondi messi a disposizione dal Recovery Plan potessero servire a rimodulare il carico impositivo dell’imposte sulle attività produttive. Chissà se il PNRR farà centro. Da qui a prevederne l’abolizione sarà difficile anche se ipotizzabile prevedere un costante smantellamento.
In pratica potremmo assistere ad una fusione tra Ires ed IRAP. L’abolizione graduale della prima potrebbe confluire in una nuova IRES.
Eliminazione doppio binario tra bilancio civilistico e dichiarazioni fiscali anche se questo è un tema che interessa più direttamente gli addetti ai lavori anche se vi potrebbero essere ripercussioni economiche anche per gli stessi contribuenti anche se andranno chiarite le voci interessate e l’impatto economico.
Revisione delle rendite catastali
Sarà una bella sorpresa e un territorio che potrebbe preparare l’Italia al ritorno della tassazione sulla prima casa. Sicuramente vi sono delle disparità da regione e regione e da zona censuaria a zona censuaria che meritano la rivisitazione e che potranno avere impatti anche in termini di gettito regionale e comunale. Tuttavia è bene sapere che la piattaforma per le rendite catastali sarà uno strumento funzionante dal 2026 per cui abbiamo tempo.
Novità anche per l’Agenzia delle riscossione le cui funzioni saranno trasferite all’Agenzia delle Entrate.
Riforma fiscale: entro quando i decreti?
Il Governo “è delegato a emanare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema fiscale”. Parliamo quindi di un 2022 che si preannuncia caldo e denso di novità anche se probabilmente saranno a valere per il prossimo anno.
Quando disponibile pubblicheremo in questo articolo il testo definitivo della Legge Delega per la Riforma Fiscale 2021 2022. Stay tuned!
Sto sviluppando anche un file editabile in xls con cui potrete facilmente verificare se la nuova riforma è conveniente o meno a livello di imposizione fiscale sul contribuente.
Qui di seguito il link all’articolo di approfondimento Nuova Irpef