Nel 2017 (D.L. 91/2017 e s.m.i. ), nell’ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, è stata prevista e disciplinata la possibilità di istituire nelle aree delle regioni, individuate dalla normativa europea come “meno sviluppate” ed “in transizione”,delle Zone economiche speciali (ZES), all’interno delle quali le imprese già operanti nonché nuove imprese, potessero beneficiare di semplificazioni amministrative e diagevolazioni fiscali (c.d. credito d’imposta ZES).
Cos’è una ZES? Quali sono Le ZES in Italia?
Per Zona Economica Speciale (ZES) si intende, quindi, una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Il DDL di bilancio 2024 (D.L. 124/2023) istituisce, a partire dal 1° gennaio 2024, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – “ZES unica” che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna e che sostituisce le attuali Zone economiche speciali frammentate in 8 diverse strutture amministrative.
La costituzione di un’unica ZES permetterà di massimizzare, nello scenario internazionale, la competitività dei territori in essa ricompresi – quelli del Mezzogiorno – valorizzandone gli apparati produttivi e assicurando le medesime opportunità di sviluppo a tutti i territori dell’Italia meridionale e a tutte le imprese già insediate nel Sud, o che in esso volessero insediarsi. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri viene istituita la Cabina di regia Zes, con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio, presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Per favorire l’immediata e semplice conoscibilità della ZES unica e dei benefici connessi, è stata prevista l’istituzione del portale web della ZES unica con lo scopo di fornire tutte le informazioni sui benefici fiscali riconosciuti alle imprese nella ZES unica, nonché dello Sportello Unico Digitale ZES, denominato S.U.D. ZES nel quale confluiranno gli sportelli unici digitali già attivati, nel sistema vigente, presso ciascun Commissario straordinario ZES, e che svolge le funzioni dello sportello unico per le attività produttive (SUAP).
Che tipo di benefici può avere un imprenditore che nel 2024 deciderà di investire in una ZES?
Le imprese che, a partire dal 1° gennaio 2024, decideranno di investire all’interno delle Regioni del Mezzogiorno potranno beneficiare di vantaggi significativi e procedure amministrative semplificate.
Questi alcuni dei benefici a loro riservati:
- Benefici fiscali;
- Credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali all’attività d’impresa;
- Detassazione e sconto/rimborso di vecchi debiti fiscali con l’erario;
- Riduzione dei dazi doganali di importazione:
- Esenzione da dazi di importazione per materie prime e semilavorati trasformati in loco;
- Esenzioni IVA su importazioni correlate ad esportazioni e servizi forniti in loco o esportati;
- Riduzione del 50% dell’imposta sui redditi e sui profitti societari per le imprese che avviano una nuova attività o aziende operative che avviano un’attività diversa e non esercitata fino a quel momento fino a sei periodi di imposta successivi;
- Aiuti per Ricerca e Sviluppo;
- Aiuti a formazione dei dipendenti;
- Incentivi all’occupazione;
- Disponibilità di aree per le imprese a prezzi ridotti e sgravi sulla tassazione immobiliare.
Per quanto riguarda, specificatamente, il credito d’imposta, il DDL bilancio 2024 definisce le risorse destinate al credito d’imposta per la ZES unica del Mezzogiorno, concesso sugli investimenti realizzati dal 1° gennaio 2024. Lo stanziamento previsto è pari a 1,8 miliardi di euro. Alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate all’interno della ZES unica è concesso un contributo, sotto forma di credito d’imposta, commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquistati o, in caso di investimenti immobiliari, realizzati dal 1° gennaio al 15 novembre 2024, nel limite massimo per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro. Non sono agevolabili, i progetti di investimento di importo inferiore a 200.000 euro.
Quali investimenti godono dell’agevolazione?
Sono agevolabili gli investimenti relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato. L’agevolazione non si applica ai soggetti che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo.