Aggiornato il 4 Maggio 2023
Al fine del corretto versamento infatti l’aliquota d’imposta che andrete ad applicare al reddito imponibile sarà del 5% in luogo di quella precedentemente utilizzata sui redditi prodotti negli anni precedenti.
Ci sono due regimi agevolati quello dei minimi e quello forfettario
La premessa è che esistono al momento due regimi agevolati che sono:
- Il regime dei minimi con aliquota al 5% ex Legge n.244 del 2007
- Il nuovo regime forfettario dei lavoratori autonomi con aliquota al 15% ex Legge n. 190 del 2014
Negli articoli indicati nelle parole evidenziate troverete potrete leggere i chiarimenti dedicati alle nuove modalità di calcolo introdotte dal legislatore.
Per adempimenti si intendono quelli successivi alle dichiarazioni di inizio attività con cui avrete aperto la partita Iva e esservi iscritti alla gestione separata INPS o alla vostra Cassa di appartenenza di un Ordine o Albo.
In realtà nella determinazione delle imposte che andremo a pagare a giugno questo effetto ancora non si ci sarà in quanto dovremmo attendere il versamento dell’acconto di novembre per avere i primi benefici in termini di minore tassazione effettiva.
Calcolo dell’imponibile Irpef per i contribuenti minimi
Per il calcolo dell’imponibile i contribuenti minimi hanno alcune particolarità in quanto se da un lato non possono detrarre l’iva perché indetraibile dall’altro vi dovete ricordare che i costi che sostenete e che vi arrivano con un a fattura comprensiva di iva dovranno essere maggiorati dell’Iva resasi indetraibile a causa dell’adesione al regime agevolato.
Questo perché l’iva indetraibile per noi diventa un costo deducibile ed è importante perché fatto per esempio 1.000 di costo e 200 di iva un contribuente normale risparmierebbe 200 di iva più supponiamo 300 di irpef (supponendo un’aliquota irpef media del 30%) e quindi con un costo effettivo per quei 1.200 pari a 500; nel caso di adesione al regime dei minimi invece il risparmio è solo ai fini irpef ma nel calcolo entrerà anche l’iva indetraibile per cui avremo 30% per 1.200 = 360.
Lo stesso meccanismo si applica sia per il regime dei mnii con aliquota al 5% si per quello forfettario con aliquota al 15%.
Nel calcolo dell’imponibile inoltre dovrete considerare tutti i costi che sono strumentali alla vostra attività di impresa e su questo argomenti trovate tanti articoli correlati con i vari esempi di deduzione dei costi per i professionisti.
Al calcolo dell’imponibile che andrete poi ad inserire nel modello di dichiarazione Unico quadro CM (Contribuenti Minimi appunto) andrete ad applicare l’aliquota irpef agevolata sostitutiva del 5% o righi alternativi se parliamo di dichiarazioni degli anni successivi che potrebbero cambiare parzialmente la numerazione.
Base imponibile per i contributi previdenziali INPS o Cassa
Tuttavia se siete esonerati con il nuovo regime dei minimi al versamento dell’Irap e dell’Iva in quanto ricompresi nella sostitutiva Irpef non siete esonerati dal versamento dei contributi previdenziali che resta fermo.
La base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali per i contribuenti minimi è dato dal calcolo della differenza tra il reddito del periodo di imposta indicato nel rigo CM6 – Reddito lordo o perdita e le perdite degli esercizi precedenti indicate al rigo CM9 – Perdite pregresse.
Vi ricordo che pur se non fatturate tanto esiste un minimale contributivo che può variare a seconda se siete iscritti all’INPS o alla cassa previdenziale del vostro albo di appartenenza.
Quali sono gli adempimenti fiscali dei contribuenti minimi
Trovate a questo link gli adempimenti fiscali dei contribuenti minimi con aliquota al 5% e del regime forfettario con aliquota al 15%
Vi ricordo gli articoli correlati al versamento dell’acconto INPS
Sintesi Nuovo regime dei Minimi 2012
Calcolo Acconto Inps
Prova a leggere l’articolo dedicato al nuovo regime dei minimi. Ce ne sono più di uno in cui sono spiegati i requisiti per accedere e le caratteristiche principali, nonchè le modalità di fatturazione.
salve vorrei aprire un’attività di commercio online.
premesso che ho 22 anni, voglio fare un’impresa individuale con regime dei minimi
Quanto devo pagare di INPS? ho agevolazioni in quanto “giovane”?
Se inizio l’attività oggi, e la chiudo dopo 3 mesi, devo pagare l’inps l’intero anno?
grazie e complimenti per il sito.
salve, vorrei aprire un’attività e sfruttare il regime dei minimi, volevo sapere (mi scusi per l’ignoranza ma non ho capito)…quali sono i costi annuali che la mia attività (commercio elettronico) andrà a pagare. Più che altro vorrei sapere i costi fissi a prescindere dal fatturato/reddito..mi spiego meglio: i contributi INPS hanno un minmale annuale?
la mia paura e’ non riuscire a continuare un’attività’….e dover continuare a pagare i contributi….spero di essermi spiegato.Nell’attesa
Cordiali saluti
Si e sempre nel rispetto degli altri requisiti, fino al compimento del 35esimo anno di età.
Salve, ho aperto partita IVA nel giugno 2010 come libero professionista subentrando nel regime dei minimi. Da oggi che ho 30 anni, posso essere integrato nel nuovo regime dei minimi, pur svolgendo la stessa attività?
Grazie
Esistre un minimo e due percentuali di contribuzione ed anche delle esenzioni. prova a leggere l’articolo dedicato proprio al versamento acconto INPS e troverai le risposte.
Dal 1 gennaio 2012 sarò in pensione e vorrei dedicarmi alla libera professione come consulente informatico aderendo al regime dei contribuenti minimi.
Oltre all’Irpef (che da gennaio 2012 dovrebbe essere del 5% per i primi 3 anni di attività) so che dovrò versare dei contributi all’INPS.
Questi contributi, calcolati sulla stessa base imponibile dell’IRPEF, in che percentuale sono dovuti? Esiste un minimo da versare comunque, a prescindere dal reddito realizzato?
Grazie
Si, lei legga anche gli altri articoli dedicati all’ acconto INPS Contributo INPS dei professionisti in quanto qualora questi siano iscritti anche anche ad un’altra cassa o INPS obbligatoria o anche il caso in cui siano solo dei pensionati verseranno l’accotno solo con aliquota del 17%.
Vorrei approfittare della vs competenza e professionalità per porre altri 2 quesiti:
– essendo lavoratore dipendente non dovrei pagare una percentuale inferiore alla gestione separata INPS (mi pare sia il 17%)? Considerate anche che in fattura ho inserito la voce “contributo integartivo INPS” pari al 4%.
– in base a quali parametri vengono calcolati gli acconti INPS/IRPEF?
Grazie in anticipo
A giugno verserai le imposte ipref nella dichiarazione dei redditi. In realtà è molto probabile che non verserrai nulla in quanto se hai applicato la ritenuta del 20% in fattura fahcile che sari a credito a giugno. Ti resterò qudini da pagare la gestione separata dell’INPS che è intorno al 25% del reddito prodotto. A giugno si versa il saldo ed un primo acconto per l’anno successivo. Poi a novembre, entro il 30, dovrai versare quelli che si chiamano secondi acconti sempre irpef e INPS.
Salve, sono un lavoratore dipendente a tempo indeterminato nel settore privato. Poichè svolgo anche l’attività di formatore da Gennaio ho aperto P.IVA in regime dei minimi iscrivendomi alla gestione separata INPS.
Vorrei sapere quando e quali imposte dovrò pagare.
Grazie
Le persone con cui parli non sanno che l’imposta funziona per scaglioni sull’eccedenza nel senso che FINO A tot, paghi il 23….da tot a to, paghi il secondo scaglio e così via. Quindi Da 0 a 15.000 euro paghi il 23%; sulle somme da da 15.001 a 28.000 euro il 27% (ovvero 3.450 euro + 27% sul reddito eccedente i 15mila euro); sulle somme da 28.001 a 55.000 euro il 38% (ovvero 6.960 + 38% sulla parte eccedente i 28mila euro); da 55.000,01 a 75.000 euro = aliquota Irpef al 41% (ovvero 17.220 + 41% sulla parte eccedente i 55mila euro); oltre 75.000 euro = aliquota Irpef al 43% (ovvero 25.420 + 43% sulla parte eccedente i 75mila euro). capito come funziona? Quindi immagina che se ora sei allo scaglio del 43% sulle somme aggiuntive e ripeto aggiuntive immagina una tassazione del 43%. OK
Salve, ci terrei moltissimo ad avere un parere in merito ad una scelta da fare.
Sono lavoratore dipendente (redditoimponibile di 46500 euro).
Ho due case di proprietà che vorrei affittare e che complessivamente dovrebbero garantire un’entrata di 200 euro l’una e 400 un’altra.Alcune persone mi stanno dissuadendo dicendo che cambierò scaglione di reddito e che non ne vale a pena.Voi cosa ne pensate e cosa mi suggerite di fare? Grazie
Ti consiglio prima di tutto di leggere gli articoli dedicati o con questi link che ti do di seguito o utilizzando il motore di ricerca interna.
Primi passi con la partita Iva
Oppure detrazioni per i liberi professionisti, oppure nuovo regime dei minimi 2012.
Inoltre ti dico che nel 2011 stai fatturando con applicazione di una ritenuta d’acconto del 20% che sarà l’anticipo delle imposte che andrai a apagare che stanno versando i clienti a cui fatturi per tuo conto.
Il dato delle ritenute lo inserirai nel modello unico. Nel regime dei minimi vedrai che a livello di tasse molto probabilmente non avrai niente da versare inq aunto la trattenuta del 20% che ti stanno applicando in fattura è a titolo di imposta sostitutiva irpef, Iva ed Irap pertanto non dovrai versare alcunchè. Dal 2012 il discorso cambia in quanto la tassazione scende al 5% ma ancora è necessario chiarire il perimetro di lavori dipendenti che ne potranno fruire (e se saranno inclusi anche i vecchi minimi in cui rientra appunto anche lei).
Ciao ho 26 anni ed ho aperto la scorsa settimana la Partita IVA come contribuente minimo e vorrei capire qualcosa sulle tasse che andrò a apgare il prossimo anno.Innanzittutto questo è il primo lavoro che svolgo.Sono un agente immobiliare e lavoro per un’agenzia immobiliare della mia città.Visto che non so quante provvigioni potrò maturare in questi primi mesi di lavoro vorrei capire quaal’è l’entità delle tasse che dovrò pagare sui 300 euro di fisso che percepisco e cosa cambierà da gennaio.
Se il tuo obiettivo è gravare meno che puoi su di lui è aprire tu la partita Iva.Seconda soluzione è vedee se riesci a fargli prendere eventuali agevolazioni per l’assunzione di lavoratori dipendenti sfruttando gli incentivi fiscali per chi assume, ma con i dati che ho a disposizione non è possibile effettuare un puntuale calcolo di convenienza.
Attualmente non sono inquadrata nel senso che percepisco un contributo per avviamento della professione che se prendessi la P.IVA diventerebbe un rimborso spese.Quello che faccio è stare in agenzia e contattare potenziali nuovi clienti per l’agenzia stessa,cosa che potenzialmente, per come la vedo io, potrei fare anche come apprendista impiegata perchè anzichè percepire un rimborso spese più provvigioni in caso di contatto positivo percepirei uno stipendio fisso e chi se ne frega dell’eventuale provvigione.Il problema reale è quello del costo dell’uno o dell’altra opzione,per me se entro nel regime autonomo e per il mio datore se mi assume.Ti ripeto, il suo commercialista è un’incompetente ed io visti i buoni rapporti vorrei avere meno spese possibile per me ma gravavre fiscalmente il meno possibile sul mio datore di lavoro ed ecco perchè chiedevo quali fossero i costi per un imprenditore che assume un apprendista part time,visto che lavoro 5 ore al giorno.Se le spese non fossero tante per lui insisterei per percorrere la strada dell’apprendistato altrimenti la scelta è casa o P.IVA e con il momento di oggi non so qual’è la scelta migliore.Grazie mille per ora
Ciao Sara vediamo se ti posso aiutare. Come sei inquadrata attualmente in questa agenzia? E che cosa fai esattamente? Te lo chiedo non per farmi i fatti tuoi ma per vedere se puoi accedere al nuovo regime dei minimi che prevederebbe una tasszione molto bassa al 5% ma nel rspetto di alcuni requistii ed inoltre soggetta a durata limitata.
Inutile dirti che a parità di mansioni svolte presso l’agenzia è preferibile essere assuno perchè sei più tutelata. Inoltre sarebbe da chiedersi come intenderebbe il tuo datore di lavoo farti passare da un inquadramento da lavoro subordinato ad uno in regime Iva se non saranno anche cambiate le menasioni. O mi viene da pensare che preferisce assumerti con partita iva per potere poi interrompere in qualsivolgia momento il rapporto di lavoro (anche se detto tra noi si illude). Oltre a rispondere pensaci e vedi cosa ti offre.
Buongiorno,sono una ragazza di 28 anni e a breve devo decidere se prendere la P.Iva come contribuente minima o lasciare il lavoro…vi spiego meglio:lavoro con un avviamento professionale in un’assicurazione da tre mesi e il titolare dell’agenzia mi chiede di prendere la P.Iva come CM ma non so se me la sento.Prima di decidere vorrei capire a quanto ammonterebbero le tasse da pagare a giugno come contribuente minima.Visto che ho provato ad accennare al fatto di potere essere assunta come apprendista anche part time mi sapete dire quanto “costerei” a livello contributivo al mio datore di lavoro considerando che il suo commercialista è poco disponibile e competente?Ho davvero bisogno del vostro aiuto…
“I contributi previdenziali versati in ottemperanza a disposizioni di legge, compresi quelli corrisposti per conto dei collaboratori dell’impresa familiare fiscalmente a carico, ai sensidell’articolo 12 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, ovvero, se non fiscalmente a carico, qualora il titolare non abbia esercitato il diritto di rivalsa sui collaboratori stessi, si deducono dal reddito determinato ai sensi del presente comma.”
Le riporto altresì le istruzioni nel modello Unico 2010 in cui è indicata a chiare lettere le modalità di calcolo.
Si ricorda che per i contribuenti minimi la base imponibile per il calcolo dei contributi dovuti deve essere determinata come segue: CM6 (Reddito lordo o perdita) – CM9 col. 2 (Perdite pregresse)
Il reddito da assoggettare ad imposizione contributiva previdenziale, infatti, deve essere considerato al netto delle perdite pregresse ma al lordo dei contributi previdenziali, che il contribuente dovrà indicare nel rigo CM7 (art. 5 del Decreto Ministero dell’Economia e delle Finanze 2 gennaio 2008).
Tuttavia le sue osservazioin sono corrette e laddove sia intervenuta una modfica nelle istruzioni dal 2008 ad oggi che fanno presumere un ripensamento da parte del comportamento dell’agenzia lo faccia notare nel ricorso. Si attenda però di dover arrivare in appello. Purtroppo al di là di alcune indicaizoni o spunti non posso darle in questa sede.
Grazie comunque di aver scritto.
La base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali non è, a mio avviso,il rigo CM6, ma il rigo CM10. Tale importo, che è anche il reddito da assoggettare a imposta sostitutiva, va indicato nel Quadro RR al rigo 1 colonna 3. Ciò in quanto la Legge finanziaria 2008 (L. 244/07) al comma 104 dell’art. 1 secondo periodo dice questo! Lo ribadisce anche l’art. 5 del D.M. 02.01.2008. E’ stata la circolare INPS del giugno 2008 che invece fa dire alla legge di cui sopra (di rango superiore) ciò che in realtà non dice! L’Amm.ne finanziaria ha recepito acriticamente tale circolare inviando ai contribuenti richiesta di ulteriori contributi non versati derivata dal controllo automatico (Art. 36-bis). Il paradosso è che le istruzioni ministeriali al quadro CM per l’anno 2008 (a pag. 37 e 38) confermano quale base contributiva il Rigo CM10!
Fatemi sapere cosa ne pensate! Devo proporre ricorso in CTP.