Vediamo come comportarsi se avete ricevuto un accertamento fiscale dell’agenzia delle entrate e poco dopo vi dovessero notificare anche una cartella di pagamento dall’INPS per il recupero a tassazione di presunti contributi previdenziali e assistenziali non versati o versati in modo sbagliato o in misura inferiore alla somma effettivamente dovuta o pretesa dall’istituto. Questo al fine di fornire qualche strumento utile a tutela del contribuente e di darvi qualche chiave di lettura in più per comprendere come potrete muovervi verso la risoluzione del problema.
Possiamo infatti trovarci a dover far fronte ad un accertamento fiscale dell’agenzia delle entrate o dell’INPS che recupera a tassazione, ossia contesta il mancato versamento di imposte irpef, su un reddito imponibile non dichiarato o dichiarato in misura inferiore a quella effettuata nella dichiarazione dei redditi sia con il 730 sia con il modello Unico. Facciamo riferimento ad esempio a voci di reddito (da immobili, di lavoro autonomo redditi diversi, etc) non dichiarati al fisco. Fattispecie questa ormai piuttosto difficile da trovarsi per via dello spesometro e non solo, dal primo gennaio 2019 anche della fatturazione elettronica.
Considerate infatti che fino a pochi anni fa se vi accertavano ai fini delle imposte dirette (irpef, ires, Irap, etc) non era detto che vi sarebbe arrivata anche una cartella invitandovi a corrispondere anche i relativi o eventuali contributi INPS; anzi nella stragrande maggioranza dei casi non accadeva ma per un semplice quanto assurdo motivo: i due istituti non avevano un canale di comunicazione diretto con cui trasmettevano i rispettivi risultati delle verifiche ispettive, PVC processi verbali di constatazione o in generali accertamenti fiscali ma si limitavano ai rispettivi ambiti di competenza: è il classico caso, che si riscontra anche in qualsiasi altra azienda, dove la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra o anche se lo sa….è troppo tardi e sono spirati i termini per avviare un accertamento.
Fin qui buon per noi contribuenti che seppur dovessimo sbagliarci commettendo uno o più errori, almeno avremmo oltre alla possibilità di ravvedimento operoso o anche quella di non essere trovati o di risparmiare qualcosa.
Tuttavia nel caso in cui siate raggiunti da un avviso di rettifica del vostro reddito imponibile dall’agenzia delle entrate in cui vi viene proposto di aderire all’accertamento con adesione ai fini Irpef che vi fa ridurre le sanzioni è probabile che, nel caso in cui aderiate alle conclusioni proposte dall’Agenzia delle Entrate, vi potrebbe arrivare anche una cartella INPS in cui, in base al reddito proposto e da voi accettate l’INPS ridetermina eventualmente i minori contributi versati rispetto alla dichiarazione da voi presentata.
Un tipico esempio sono le plusvalenze sulle compravendite di fabbricati a cui l’agenzia delle entrate si attacca disconoscendo talvolta il valore della vendita adducendo che, secondo la ricostruzione basata sugli indici statistici OMI, il prezzo era troppo basso. La conseguenza è la rideterminazione del valore e del provento che viene imputato al contribuente venditore il quale si trova a dover contestare entro 60 giornali l’atto. Nello stesso trovate anche la proposta di accertamento con adesione con la riduzione ad 1/4 delle sanzioni che fa gola. Ma dietro ci potrebbe essere la fregatura…..perchè dopo aver aderito all’accertamento con adesione nella sostanza il fisco ha un’arma in più: è come se gli stesse dando ragione ed indirettamente prestate il fianco anche alla rideterminazione della base imponibile valevole ai fini INPS.
Per quello che riguarda la modalità di riscossione nel caso dell’INPS non si chiama avviso bonario o comunicazione ma avviso di addebito, che sarebbe nella sostanza uguale in quanto anche qui nell’ipotesi in cui questi i debiti ivi indicati non siano onorati si l’agenzia delle entrate provvederà a conferire incarico all’agente della riscossione per il recupero del proprio credito (presunto).
Modalità di accertamento
- il Reclamo;
- la Mediazione;
- l’Acquiescenza.
Non in ultimo è bene ricordare che la Legge di Bilancio 2019 ha introdotto importanti novità in merito alla chiusura delle liti pendenti o il saldo e stralcio delle cartelle che potrebbero fornire importanti strumenti per chiudere definitivamente la partita con il Fisco con una spesa contenuta che riguarda nella maglio parte dei casi solo il pagamento di quanto richiesto senza l’applicazione di sanzioni o interessi.