Aggiornato il 4 Maggio 2023
Vediamo come funziona il comodato d’uso e come stipularlo nonchè gli aspetti legali e fiscali connessi nonchè le domande e le proposte di contratto di comodato sia in ambito privato sia nella prassi commerciale o tra professionisti con partita Iva nello sfruttamento di studi per l’utilizzo di una stanza sono tante e generano domande a cui cerchiamo di dare un chiarimento prima di tutto su cosa è un contratto di comodato gratuito od oneroso come si stipula si registra e quali sono gli aspetti fiscali e civilistici.
Potete quindi verificare quali sono le caratteristiche che deve avere l’abitazione per essere considerata di lusso e leggere l’articolo di approfondimento sulle abitazioni classificabili come di lusso dove troverete tali requisiti. Per le case nella grandi città mi inizierei a porre la domanda quando vedo il doppio ingresso e poi chiederei al proprietario di casa e controllore con la visura catastale in mano.
Cos’è un contratto di comodato
E’ un contratto con il quale una parte (comodante) consegna ad un’altra (comodataria) una cosa perché questa se ne serva per un tempo o per un uso determinato con l’obbligo di restituirla (articolo 1803 codice civile). Le Caratteristiche del contratto sono prima di tutto che è un contratto gratuito (salva possibilità di prevedere un rimborso spese proporzionato), è ad effetti reali (ossia si perfeziona con la consegna del bene), ha effetti obbligatori (fa sorgere diritti e obblighi ma non produce effetti reali ovvero il trasferimento della proprietà o la costituzione di diritti reale, il comodatario infatti ottiene la mera detenzione del bene), può riguardare beni mobili o immobili, non ha obblighi di forma per la sua stipulazione, non ha limiti di durata prestabilita (può essere a termine o non c.d. precario)
Quando si usa il contratto di comodato
Gli utilizzi più frequenti riguardano vari settori dell’attività professionale sia per le imprese sia per i liberi professionisti nonchè le persone fisiche, tanto in ambito privato quanto in ambito commerciale: a titolo di esempio si usa spesso per dare un immobile in detenzione ad un proprio familiare.
Nella prassi commerciale invece un esempio di contratto di comodato molto diffuso è il comodato di macchinari e attrezzature, ma si stanno diffondendo anche casi di comodato di interi impianti industriali di produzione o distribuzione che possono comportare vantaggi fiscali.
Ci sono inoltre anche casi di comodato di immobili strumentali (come il caso di più aziende che condividono i medesimi uffici, di proprietà di una di essi) o c’è il comodato di beni mobili a fini promozionali (come il caso dell’artista che dia le sue opere in comodato ad una galleria d’arte per una mostra temporanea) nell’ambito del quale però c’è il limite che se il vantaggio fornito al comodante si pone come corrispettivo del godimento della cosa ed assume natura di controprestazione il comodato non è più gratuito e pertanto integra la ben diversa fattispecie del contratto corrispettivo di sponsorizzazione.
Come si compila il contratto di comodato
Nonostante non siano previsti obblighi di forma è sicuramente da preferire, soprattutto nell’ambito dei rapporti industriali o commerciali, almeno la forma della scrittura privata ai fini della prova in caso di controversie e, da un punto di vista fiscale, per evitare la presunzione di cessione e di acquisto a titolo oneroso.
A tal proposito potete leggere l’articolo di approfondimento dedicato alla registrazione del contratto di comodato, dove troverete quando si compila, come si compila, il facsimile in word da compilare e come si registra.
Obbligo di registrazione del contratto di comodato
Il contratto verbale non ha alcun vincolo di registrazione, salvo che sia enunciato in altri atti. Il comodato di beni immobili è in ogni caso soggetto imposta di registro in misura fissa da versare tramite F23 di 200 euro con codice tributo 109T.
Il comodato di beni mobili redatto in forma scritta non autenticata è soggetto a registrazione solo in caso di uso con imposta fissa di 200,00 euro, quello redatto invece con atto pubblico o scrittura privata autenticata deve sempre essere registrato in termine fisso con imposta di bollo e imposta di registro in misura fissa di 168,00 euro. Per ciascuna copia di contratto entro le 100 righe, le marche da bollo da apporre sono di euro 16. (Ringraziamo Manuela del prezioso contributo).
Come deve risultare la consegna dei beni o delle merci
La consegna dei beni dovrà poi risultare:
- dal libro giornale o da altro libro tenuto a norma del codice civile;
- da un apposito registro tenuto in conformità all’art. 3 del DPR 633/1972 (registro di c/comodato);
- da atto registrato presso l’Agenzia delle Entrate, dal quale risultino la natura, la qualità e la quantità dei beni medesimi e la causale del trasferimento;
- dall’emissione del documento di trasporto progressivamente numerato con relativa “comodato d’uso”, o da altro valido documento di trasferimento;
- da apposita annotazione effettuata al momento del passaggio dei beni in uno dei registri Iva (fatture emesse, corrispettivi, acquisti).
Non sono previsti termini per l’esecuzione di queste formalità, perciò sarà cura del soggetto interessato provvedere quanto prima alle registrazioni.
La prova contraria deve necessariamente risultare dai documenti dell’imprenditore nei confronti del quale opera la presunzione di cessione.
Diritti e doveri a carico delle parti nel contratto di comodato d’uso
Il comodatario deve custodire e conservare la cosa con la diligenza del buon padre di famiglia e non può servirsene che per l’uso determinato dal contratto o dalla natura della cosa e alla fine del contratto (o in casi speciali quando richiesto) è obbligato a riconsegnarla.
Non può concedere a un terzo il godimento della cosa senza il consenso del comodante ed è inoltre responsabile se la cosa perisce per un caso fortuito a cui poteva sottrarla, se invece la cosa si deteriora per solo effetto dell’uso e senza colpa del comodatario, questi non risponde del deterioramento.
Il comodatario in generale non ha diritto al rimborso delle spese sostenute per servirsi della cosa, ma può chiedere di essere rimborsato delle spese straordinarie sostenute per la conservazione della cosa se queste erano necessarie e urgenti (nell’ambito dei rapporti commerciali entrambe le spese sono ammortizzabili secondo le norme vigenti).
Obblighi a carico del comodante
Il comodante è tenuto ad avvisare il comodatario dei vizi della cosa che possano arrecare danno a quest’ultimo, se non lo fa è tenuto al risarcimento. Il comodante può anche inserire una limitazione accessoria che può consistere in un obbligo di dare, di fare o di non fare, senza che questo si configuri come un corrispettivo e che pertanto snaturi la gratuità che caratterizza il contratto (comodato modale)
La morte del comodatario non estingue automaticamente il rapporto di comodato, in questo caso infatti il comodante ha la facoltà di chiedere agli eredi la restituzione della cosa, se non lo fa gli eredi subentrano nell’obbligo del comodatario. In caso di morte del comodante invece si estingue il comodato precario, ma non quello a termine.
Chiusura o rescissione del contratto di comodato
La durata del contratto può essere stabilita o desunta dalla specifica destinazione del bene, se non si prevede nulla il comodato è considerato precario e la cosa va restituita appena il comodante lo richieda (art.1810 c.c.) In tutti gli altri casi il comodante più richiedere la restituzione anticipata della cosa solo qualora sopraggiunga un bisogno urgente e imprevisto. (art 1809 c.c.).
Resta fermo che il comodatario può restituire la cosa in qualsiasi momento.
Al termine del contratto si può anche verificare la trasformazione in altro contratto (quale locazione o noleggio o vendita del bene) e in questo caso – a differenza del comodato – l’operazione avrà delle rilevanze anche sul piano fiscale, per esempio ai fini dell’IVA.
Aspetti da inserire nel contratto di comodato
Inutile dirlo che la maggior parte delle volte si fa riferimento al comodato di beni immobili per i quali nel contratto suggerisco sempre di identificare bene la porzione dell’immobile, e se intero i dati catastali che potrete avere con una semplice visura catastale dell’immobile (che costa poco) indicando anche lo stato del bene al momento della consegna ed eventuali vizi ed inserendo gli scopi per i quali il bene è concesso in godimento (inserendo anche eventuali divieti se non si vuole di sub concessione del godimento ad altri).
Spesso si assiste ad accordi tra comodante e comodatario rispetto ad opere interne come avviene anche nella locazione e negli affitti, in cui il comodatario si impegna ad effettuare lavori straordinari di ristrutturazione parziale dell’immobile a fronte dello sgravio del pagamento di un canone. In questo caso invece sarebbe meglio che si disciplinasse che tali interventi si considerano acquisiti dal comodante senza la corresponsione di alcun compenso a fronte delle opere e laddove non vi sia stato il consenso o anche senza ipotesi di preventivo consenso si disciplini che il comodante a diritto a richiedere il ripristino del precedente stato dell’immobile al momento della consegna a spese del comodatario.
Inoltre è sempre meglio inserire la clausola di rimando al codice civile per quanto non espressamente disciplinato dal contratto ossia al gruppo di articoli dal 1803 in poi.
Comodato e regime fiscale per i liberi professionisti (anche per i contribuenti minimi)
I liberi professionisti che utilizzano un bene strumentale concesso in comodato gratuito da un genitore per esempio (mi viene da pensare al parte dello studio medico o anche ad una macchina o furgone) non rilevano ai fini della determinazione del valore complessivo dei beni strumentali (mi riferisco al limite per l’acquisto dei beni strumentali di 15 mila euro per i contribuenti minimi) in quanto a fronte della concessione dell’utilizzo non è previsto un corrispettivo ai sensi dell’articolo 6 del Dpr 633/1972. Ciò non toglie però che i costi sostenuti la l’utilizzo qualora siano connessi alla produzione dei ricavi (ossia devono essere strumentali all’attività (esempio se compro una pompa per innaffiare un giardino dello studio medico il nesso della strumentalità potrebbe venir meno) sono deducibili dal reddito professionale con le limitazioni eventualmente previste per la specifica tipologia di bene acquistato (esempio la deducibilità limitata delle auto ad uso promiscuo).
Chi usufruisce del regime dei minimi può dedurre per esempio il 50 per cento dei costi per beni ad utilizzo promiscuo (cfr circolare 7/E del 2008).
Trasferimento detrazioni Fiscali per ristrutturazioni edilizie
Nel caso della costituzione di un comodato d’uso su un immobile oggetto di agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie, risparmio energetico potete leggere l’articolo dedicato al Trasferimento delle detrazioni in caso di Usufrutto, donazione, comodato, successione in cui trovate il destino a cui sono soggette e come le parti possono comportarsi per non perdere le detrazioni fiscali.
IMU e TASI sul comodato: nuovi sconti fiscali dal 2016
Nel caso in cui l’unità immobiliare concessa in comodato gratuito ad un parente in linea retta di primo grado, assimilata all’abitazione principale, è di proprietà di più soggetti come si ripartisce la detrazione ai fini IMU o TASI? La detrazione si applica in parti uguali tra i proprietari dell’immobile, indipendentemente dalle rispettive quote di proprietà. Vi ricordo che la Legge di Stabilità ha introdotto per il 2016 l’esenzione IMU sugli immobili concessi in comodato dai gigli stante il rispetto di alcuni requisiti che trovate nell’articolo dedicato alla Guida al pagamento dell’IMU
Comodato per l’utilizzo dell’auto
Vi segnalo anche l’articolo correlato dedicato al contratto di comodato per l’uso dell’auto
Registrazione e facsimile per la compilazione
A tal proposito potete leggere l’articolo di approfondimento dedicato alla registrazione del contratto di comodato, dove troverete quando si compila, come si compila, il facsimile in word da compilare e come si registra anche al fine di godere degli sconti fiscali IMU e TASI a partire dal 2016.
Caso pratico
Nel caso in cui un familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile sul quale vengono effettuati i lavori può beneficiare della detrazione fiscale per lavori di ristrutturazione o anche quelli per il risparmio energetico o bona mobili e arredi indipendentemente dalla registrazione del comodato (circolare 121/1998, paragrafo 2.1), mentre nel caso in cui si usufruisce del bonus in qualità di comodatario non convivente allora il comodato andrà registrato pena l’indetraibilità per effetto di eventuali agevolazioni fiscali.
Novità 2019 dal Decreto Crescita
Novità 2016
La novità del 2016 introdotta con introdotta con la legge di stabilità 2016 consiste nella possibilità di dare in comodato d’uso ai propri figli. Anche i propri genitori, abitazioni beneficiando della riduzione dell’IMU e della Tasi del 50% sempre che il contratto sia registrato, e dopo vedremo come nel proseguo dell’articolo e a patto che comodante cambia solo una casa nello stesso comune da quella che viene data in comodato al comodatario. Nel 2017 pertanto dovrete stare attenti alla corretta applicazione delle norme per non incorrere in riprese a tassazione derivanti dal mancato riconoscimento delle detrazioni/deduzioni fiscali.
Segnalo anche:
nell’80% dei casi uilizzo la mia auto personale per esigenze specifiche dell’azienda della quale sono dipendendente in quaità di direttore. Posso dare la mia auto in commodato gratuito all’azienda? e se si quali sono le spese che è possibile detrarre?
Buona sera,
presento il mio caso. Se affitto una casa di cui sono proprietaria e vado a vivere presso l’abitazione principale di proprietà di mio figlio con il quale stipulerei un contratto di comodato d’uso gratuito, a quale tipo di tassazione IMU rientrerei? La categoria abitativa del tipo “prefabbricato pesante” della città di Avellino assegnatami dopo il terremoto in Irpinia negli anni ’80, rientrerebbe in qualsivoglia tipo di agevolazioni? Grazie anticipatamente per le risposte.
Vorrei prendermi in gestione due appartamenti di mio padre. Precisamente, vorrei fare due contratti di comodato gratuito con la possibilità di cedere ad un terzo, per sub affittare o per viverci insieme. Nel caso del sub-affitto vorrei registrare poi il contratto regolarmente.
E’ tutto possibile?
Se non fosse possibile il comodato gratuito potrei affittarmi le case di mio padre ad un costo minimo diciamo 100 euro e poi sub affittarle?
Nei due casi non mi sembra di andare contro legge.
Grazie
Nesuno in particolare se non sanzioni sull’omessa registrazione del contratto.
Ho dato in comodato porzioni di cento metri quadri circa di terreno per la realizzazione di strutture precarie da adibire ad Hangar per il ricovero di aerei.
Ogni comodante ha un contratto di otto anni.
Non ho registrato l’atto; a quali problemi vado incontro?
Grazie
Buongiorno,
abbiamo costruito ( da zero, da solo terreno) la ns prima casa.
In fase di accatastamento solo mio marito risulta proprietario della casa.
Siamo contestatari del mutuo.
Ci hanno detto che per la costruzione della casa non si possono detrarre
tutti gli interessi passivi del mutuo, ma fino ad un tetto massimo di
2500 euro.
– Siccome però io sono contestataria del mutuo, ma non proprietario, chi
ci ha preparato il 730 ci ha mandato un detrazione solo la metà dei
2500 euro per il 730 di mio marito, e zero per me.
E’ normale? Non ho diritto anche io a detrarre la mia parte?
– Mio marito, in quanto unico proprietario della casa, può detrarre dal
730 la cifra massima dei 2500 euro previsti come tetto massimo per la
costruzione( premetto che in due abbiamo avuto tra interessi e notaio
costi superiori ai 6000 euro)
– che la parcella del notaio può essere detratta: anche per
me che non sono intestataria della casa?
– Se mio marito dovesse fare adesso la donazione a me del 50% della casa,
negli anni successivi potrò detrarre la mia metà degli interessi passivi?
– Quando verrà fatta la donazione a me, i 2500 euro di tetto massimo
saranno da considerarsi a testa o comunque a coppia?
— finchè non verrà fatta la donazione, secondo il principio che non
solo i proprietari, ma anche chi ha un diritto reale sul bene, non posso
detrarre i miei interessi passivi? Noi siamo sposati viviamo insieme (
quindi ovviamente in quella stessa casa) e siamo in comunione dei bene
Grazie
Monica
Buongiorno. Mio fratello ed io abbiamo ereditato la casa di mia madre che ora dobbiamo vendere per pagare i debiti di lui. Prima risiedeva con mia madre ma ora dovrà trasferire la residenza e l’unico parente che lo può ospitare sono io. Sitamo cercando di pagare tutto ma In caso ci fossero procedimenti giudiziari o pignoramenti al momento non prevedibili, mi troverei esposto con tutti i beni presenti in casa mia. Mi dicono che con un contratto di comodato d’uso gratuito (registrato) potrei fare opposizione a eventuali pignoramenti. La domanda è: posso fare un contratto di comodato nel quale lui trasferisce la residenza presso di me, solo come mero ospite nullatenente (e quindi nel contratto potrei evitare di fare l’inventario dettagliato dei miei beni) oppure questo inventario è proprio necessario? Come mi dovrei regolare per esempio con gli anelli o gli oggetti preziosi di mia moglie avuti in eredità (non scritta) da sua nonna? Sono esposti anche quelli? E i beni personali, come altri preziosi, chiusi in cassaforte vanno inventariati? Posso eventualmente fare delle foto anziché dettagliare tutto nello specifico? Solo per le cornici mi servirebbe un libro… Grazie mille
salve,io vivo in un appartamento con la mia famiglia, in affitto con un contratto con comodato d’uso con scadenza 2015, ma pago regolarmente un fitto ogni mese, e tt le spese condominiali. la proprietaria ha agito così per raggirare il fisco, io volevo sapere se posso rifarmi in qualche modo, visto che ho deciso di fittare un altro appartamento….cioè vorrei sapere se posso recuperare le mensilità che sto versando da cinque anni….o perlomeno stare in casa senza pagare altre mensilità fino alla scadenza del contratto….visto che ho avuto il dispiacere di incontrare una persona meschina,una che froda lo stato e irrispettosa. grazie.
Ho letto il vostro articolo con molto interesse e volevo chiedervi se può essere applicato a questa situazione particolare.
Possiedo un ufficio piuttosto grande e vorrei sfruttare uno dei locali, separabile dal resto dell’ufficio e con ingresso indipendente, per esposizioni temporanee di fotografie o quadri: non vorrei stipulare un vero e proprio contratto di affitto, per evitare le spese di registrazione ogni volta.
Vi chiedo quindi se può essere applicabile e conveniente utilizzare il contratto di comodato d’uso di questo locale anche per brevi periodi (ad esempio, due settimane): in alternativa, avete dei suggerimenti su cosa sia più conveniente fare con gli espositori? Chiaramente, dato che non sarebbe una galleria d’arte, volevo chiedere agli espositori una quota di utilizzo del locale piuttosto contenuta, per cui vorrei trovare una soluzione economica per fare le cose in regola.
Grazie in anticipo per la vostra risposta,
Cordiali saluti
Un comodato gratuito con successiva locazione a terzi….andrebbwe approfondito; al momento non vedo cause ostative comunque.
salve, io e mia sorella abbiamo una snc che si occupa di ricettività (affittacamere), vorremmo utilizzare un immobile di proprietà dei nostri mariti (NON NOSTRA). la domanda è la seguente: è lecito ai fini fiscali stipulare un comodato d’uso gratuito tra i mariti (privati) e la nostra snc? e se si, a quale normativa vi rifate grazie mille per la disponibilità.
Salve,
vi sottopongo il caso di un condominio di vacanze sul Lago d’Iseo (40 appartamenti) che per 35 anni ha avuto un custode stipendiato con un regolare contratto di custodia (cat. A4) , concessione alloggio , doveri di pulizia e giardinaggio. Dopo la interruzione di questo rapporto di lavoro si e’ deciso in sede assembleare di non rimpiazzare questa figura unica sostituendola con :
1) Creazione della figura di un Residence Manager , ovvero di un comodatario che riceva in uso l’appartamento a cambio di certi piccoli doveri (guardiania, obbligo di prendere residenza ed abitare effettivamente nel residence, garanzia di presenza continuativa ragionevole, supervisione dello stabile , segnalazione di problemi, etc) . Ovviamente questa persona avrebbe un altro lavoro esterno , per cui sarebbe perfettamente accettabile che si assenti durante il giorno al fine di generare il suo reddito in forma indipendente dal condominio. A cambio di questa sua presenza ed “abitazione” riceverebbe l’uso gratuito dell’appartamento e delle utenze (gas , luce), nonche’ di alcune facilitazioni come l’uso della piscina per se’ e la sua famiglia , come se fosse una altro condomino.
2) Utilizzazione di 3 societa’ esterne ad ore per la prestazione dei servizi di pulizia dello stabile, giardinaggio e manutenzione piscina) . Il Manager sopra desctitto al punto 1, controllerebbe solamente che queste societa’ facciano il loro dovere in tempo e forma.
La fattibilita’ di questa decisione assembleare è stata subordinata alla verifica della fattibilita’ di un contratto di comodato modale che, senza ovviamente cadere nella complicazione di un contratto di lavoro vero e proprio, possa però includere come doveri del comodatario, alcune mansioni minime oltre al fatto di abitare nel residence. Per esempio distribuire la pochissima posta che si riceve o portare fuori dal cancello i bidoni della differenziata. Vi e’ da considerare che il residence e’ quasi sempre vuoto per 10 mesi all’anno , quindi l’entita’ della “contropartita lavorativa” con queste piccole mansioni al comodato, e’ veramente esigua.
Vi ringrazio per i vostri commenti sulla effettiva possibilita’ di redigere un contratto di comodato modale per questo caso.
.
Buongiorno,
vi sottopongo il caso di un condominio di vacanze sul Lago d’Iseo (40 appartamenti) che per 35 anni ha avuto un custode con un regolare contratto di custodia (cat. A4) , concessione alloggio , doveri di pulizia e giardinaggio. Dopo la interruzione di questo rapporto di lavoro si e’ deciso in sede assembleare di non rimpiazzare questa figura unica sostituendola con :
1) Creazione della figura di un Residence Manager , ovvero di un comodatario che riceva in uso l’appartamento a cambio di certi piccoli doveri (guardiania, obbligo di prendere residenza ed abitare effettivamente nel residence, garanzia di presenza continuativa ragionevole, supervisione dello stabile , segnalazione di problemi, etc) . Ovviamente questa persona avrebbe un altro lavoro esterno , per cui sarebbe perfettamente accettabile che si assenti durante il giorno al fine di generare il suo reddito in forma indipendente dal condominio. A cambio di questa sua presenza ed “abitazione” riceverebbe l’uso gratuito dell’appartamento e delle utenze (gas , luce), nonche’ di alcune facilitazioni come l’uso della piscina per se’ e la sua famiglia , come se fosse una altro condomino.
2) Utilizzazione di 3 societa’ esterne ad ore per la prestazione dei servizi di pulizia dello stabile, giardinaggio e manutenzione piscina) . Il Manager controllerebbe solamente che queste societa’ facciano il loro dovere in tempo e forma.
La fattibilita’ di questa decisione assembleare è stata subordinata alla verifica della fattibilita’ di un contratto di comodato modale che, senza ovviamente cadere nella complicazione di un contratto di lavoro vero e proprio, possa però includere come doveri del comodatario, alcune mansioni minime oltre al fatto di abitare nel residence. Per esempio distribuire la pochissima posta che si riceve o portare fuori dal cancello i bidoni della differenziata. Vi e’ da considerare che il residence e’ quasi sempre vuoto per 10 mesi all’anno , quindi l’entita’ della “contropartita lavorativa” con queste piccole mansioni al comodato, e’ veramente esigua.
La ringrazio per i suoi commenti sulla effettiva possibilita’ di redigere un contratto di comodato modale per questo caso.
Grazie e cordiali saluti
Dipende da quale è la vostra esigenza: se la vostra esigenza è disciplinare i rapporti giuridici tra le parti o se invece vi serve un documento che vi consenta di dedurre delle spese ai fini fiscali. Quale è la sua?
Buongiorno,
Ho letto l’articolo del dicembre 2011 sul Comodato gratuito e mi è stato di notevole aiuto. Vorrei però rivolgere alcune domande che riguardano la mia situazione particolare.
Mio marito ed io abbiamo acquistato una casa e trasferito nello stesso immobile anche la sede legale e operativa della nostra ditta (laboratorio artigianale)alla quale abbiamo riservato e adattato i locali di servizio .
Noi siamo gli unici Soci al 50%.
Ci hanno comunque consigliato di stipulare per la ditta un contratto di comodato gratuito.
In questo caso la parte data in comodato non sarà più considerata prima casa ai fini fiscali?
Grazie e cordiali saluti
Buonasera,
sono un libero professionista neoiscritto all’albo professionale e sto cercando di dare una forma legalmente valida alla situazione lavorativa che mi troverò ad affrontare: dopo aver svolto il tirocinio biennale in uno studio tecnico mi è stato proposto di rimanere a lavorare lì come libero professionista, quindi con partita iva propria.
Attualmente esiste un comodato fra il proprietario del fondo e il professionista che ci lavora, che sono padre e figlio, e quindi mi trovo nella situazione di registrare un “subcomodato; naturalmente per quanto riguarda l’autorizzazione da parte dei proprietari non ci sono problemi.
Volevo sapere se esiste una forma di comodato in “comproprietà”, cioè se il comodante, dopo aver concesso il bene in comodato, può continuare ad usufruirne per la propria professione, che sarebbe la forma migliore per quanto ci riguarda.
Parlando con due commercialisti, ci è stato detto di indicare una stanza dell’ufficio da dare in comodato; questa indicazione sarebbe solo fittizia, visto che l’unica stanza che può essere indicata come comodato viene utilizzata in rarissimi casi per dei colloqui con clienti, mentre tutta l’attività lavorativa si svolge nel locale principale dove sono presenti i due computer che vengono utilizzati. In caso di un’indicazione fittizia e di un successivo controllo a che problemi potemmo andare incontro?
Altra problematica quella dell’attrezzatura professionale, anch’essa facilmente risolvibile con un comodato in “comproprietà”; nello specifico i due computer che vengono utilizzati sono un iMac per la connessione ad internet e la presentazione di documenti telematici, ed un pc fisso con Windows per utilizzare Autocad (per elaborati tecnici): ovviamente l’impossibilità di usare anche uno solo dei computer bloccherebbe totalmente il lavoro dell’altro, quindi, visto come ho trovato scritto nell’articolo, pensavo ad un accordo verbale per quanto riguarda l’attrezzatura professionale, quindi senza registrazione, o in alternativa una forma scritta non depositata, in maniera tale da non dover indicare esattamente l’attrezzatura professionale e non creare un “falso” in nessun caso.
Forse sto diventando paranoico, ma fra due commercialisti ed un impiegato dell’agenzia delle entrate ho sentito tre opinioni diverse (il che la dice lunga su chi ci amministra, visto che l’agenzia che registra questi atti e che sottopone le attività ai controlli fiscali è stata quella che mi ha fornito le informazioni meno precise). Volevo avere un opinione da parte vostra della situazione, che immagino non abbia una soluzione precisa, ma rientri nella sfera delle interpretazioni del diritto.
Grazie mille in anticipo per il tempo che mi dedicherete.
Salve, vorrei sapere se posso usufruire dell’agevolazione su un fabbricato che di fatto è di proprietà di mio suocero mentre catastalmente risulta cointestato a 5 persone + un usufruttuario deceduto. La quota di mio suocero è pari a 9/27, se faccio un contratto di comodato d’uso registrato mi spetta la detrazione? Per intero o solo in quota? Grazie in anticipo
Dovrebbe andare nell’articolo dedicato proprio all’IMU dove troverà anche prevista la fattispecie relativa al soggetto obbligato al pagamento in caso di comodato concesso.
Salve, la stipula di un contratto di comodato di una porzione di una grande abitazione al fine di dimostrare reali diritti per ristrutturare e detrarre il 50% è possibile? L’abitazione è di mia proprietà, è in usufrutto gratuito a vita ai miei genitori, vorrei ristrutturarne una porzione per andarci a vivere tra qualche anno con mia moglie e i miei 3 figli. Attualmente vivo con la mia famiglia nell’appartamento di mia moglie ( siamo in divisione dei beni ). L’intento è quello di rendere detraibili i lavori di ristrutturazione a mia moglie. L’ipotesi, una volta ristrutturata e andarci a vivere con tutta la mia famiglia, miei genitori compresi costituendo un unico nucleo familiare. Grazie infinite.
Ho acquistato un negozio e dato che mia figlia ha costituto una Società col suo compagno, siamo d’accordo perchè utilizzino l’immobile con comodato d’uso gratuito, registrato. Si deve comunque fare una comunicazione delle loro generalità alla P.S.?
Si può avere l’aliquota agevolata dello 0.87 per l’IMU?
Ringrazio anticipatamente.
Non capisco come faccia a concederlo in comodato d’uso gratuito a sua madre e darlo in affitto ad un terzo.
Salve, sono proprietario di un locale commerciale attualmente in affitto e vorrei fare conderlo in comodato d’uso a mia madre. vorrei sapere a quale spesa andro in contro e se bisogna fare un nuovo contratto con l’attuale affittuario oppure se c’è un modo per non farli saper nulla all’affiutario.
La prima risposta è che si può fare assistere da un legale o da un dottore commercialista per redigere l’atto di locazione. Un’ipotesi alternativa è quella di procedere autoomamente con quamlche rischio in più avendo cura di indicare nell’atto che il comodatario si impegnerà ad effettuare lavori per un valore certificato e per i seguenti lavori inseriti in un capitolato d’appalto a titolo di manutenzione straordinaria e che saranno detratti sui canoni a scadere di gennaio, febbraio, oppure per la prima annualità decoorente da…dipende da quanto valgono questi lavori e da quanto è il canone di locazione.
Il canone è fisso contrattualmente e non può essere modificato se non con il consenso di entrambe le parti per cui se lui aumenta durante la decorrenza, lei rifiuta e finisci lì la cosa. Se invece prima la cosa avviene a scadenza di contratto allora il discorso cambia.
Salve, io e mia moglie ci siamo trasferiti in un appartamento a noi concesso in comodato d’uso(anche se il contratto non è ancora stato firmato), in realtà il comodato non è a titolo gratuito ma in cambio di una serie di prestazioni non ancora ben definite, quali la ristrutturazione dei locali (scrostare, intonacare e dipingere i muri) e la coibentazione dell’appartamento, dovrebbe quindi trattarsi di.comodato oneroso? o di cosa altro?
La domanda è: come posso tutelarmi affinché il proprietario non possa cessare il contratto prima di avermi corrisposto “X” mensilità pattuite(pari al valore economico dei lavori)?
quale forma di contratto è più consona?
un comodato a durata determinata può forse tutelarmi?
può invece esser sufficiente una scrittura privata oltre al contratto di comodato gratuito?
Da sottolineare è che le spese vive(dei materiali e vedremo se anche delle utenze) sono finora a carico del proprietario dell’immobile.
Altro dubbio è che al termine dell’ipotetico comodato il canone d’affitto fin d’ora pattuito aumenti a fronte delle spese sostenute dalla proprietà.
Spero di esser stato chiaro e che possiate aiutarmi a trovar la giusta formula.
vi ringrazio vivamente