Senza dubbio il mercato delle case all’estero non è retrocesso, ma ha avuto percentuali di crescita molto basse.
Ci sono grosse differenze di mercato tra i Paesi del Nord Europa e quelli del Sud Europa, in una sorta di trasposizione continentale di quella che è la situazione italiana; il mercato immobiliare viene trainato principalmente dai Paesi d’oltralpe, con la Germania che, anche in questo caso, gioca la parte da leone conquistandosi la fetta di mercato più grossa (29%) del fatturato complessivo dell’Europa (178,35 miliardi su 615 complessivi) e una crescita di 1,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, con l’Italia ferma a una quota di mercato del 19% .
Il 2013 può comunque essere archiviato come un anno cautamente positivo: la crescita, seppur minima, del mercato immobiliare degli immobili in Europa, viene imputata dagli esperti a un generale miglioramento della situazione economica globale del Continente, con i mercati che hanno goduto di un po’ di ossigeno in più e, quindi, hanno permesso anche al comparto immobiliare di tornare col segno positivo. Una speranza, dunque, per gli operatori del settore, anche se l’ottimismo regna più oltralpe che negli Stati del Sud, Italia compresa, che si trovano ad essere quasi schiacciati da una dominanza netta, che lascia poco spazio a grandi manovre d’incremento, con gli investitori stranieri che preferiscono investire laddove le condizioni economiche sono già più stabili, piuttosto che in Paesi come Italia, Spagna e Grecia, dove l’incertezza economica è ancora un freno importante per lo sviluppo.
Tuttavia, nonostante il clima che si respira nel comparto immobiliare sia meno statico e stantio rispetto al passato, quando a fine anno i segni negativi dominavano le tabelle di riferimento, di lavoro da fare ce n’è ancora tanto per poter affermare che il mercato immobiliare si sia ripreso e proceda a passo spedito. Innanzitutto, c’è da rivedere completamente la politica dei prezzi delle case: nonostante si sia provveduto a una modifica dei prezzi nell’anno precedente, questa è stata molto blanda e necessitava di un intervento più incisivo: come dimostrano i dati, gli acquirenti e gli investitori europei hanno bisogno di recuperare fiducia nei mercati e questo solo con una modifica alla politica dei prezzi, che guardi maggiormente verso la domanda piuttosto che verso l’offerta, potrà essere garantita.
In ogni caso, il settore degli immobili in Europa ha dimostrato che senza l’appoggio di un’economia stabile, poco può fare per rialzarsi completamente: i dati del 2013 sono l’esempio lampante di ciò, perché non appena l’economia ha mostrato i primi segnali di una tiepida ripresa, la tendenza si è invertita in positivo; questi dati vanno tenuti in forte considerazione per le valutazioni immobiliari del 2014, perché le prospettive dell’anno in corso, almeno fino al primo semestre, sembrano essere buone, confermando il trend positivo registrato alla chiusura del 2013.
Sembra che quest’anno non cambierà granché dal punto di vista immobiliare… il mercato delle case, ville e appartamenti continuerà a salire lentamente, a meno di forti scossoni che potrebbero ribaltare la situazione in un verso o nell’altro.
Stando ai primi dati diffusi, le città che continuano ad attirare la maggior parte dei capitali sono quelle dell’Europa del nord, in particolare le città tedesche, inglesi e svizzere: sono qui che si concentrano i maggiori investimenti sul mattone, ma gli immobili invendita all’estero sono
Tuttavia, la politica del repricing adottata del 2013 proseguirà anche nel 2014 e si assisterà a un calo ulteriore del costo delle case di qualche ulteriore punto percentuale. Ora, seguendo una delle basilari logiche di mercato, una riduzione dei prezzi dovrebbe portare a un aumento della domanda, ma bisogna fare attenzione se si prende in considerazione l’intero mercato europeo, perché questi dati sono medi, tengono quindi conto dei dati di tutti gli Stati coinvolti ed è ovvio che non tutti abbiano lo stesso andamento.
Tuttavia, gli esperti ipotizzano che nel 2014 si possano verificare le prime sirene di una bolla immobiliare perché, se è vero che nella maggior parte dei Paesi i prezzi tendono al ribasso, laddove l’offerta continua ad essere elevata, che senso ha una riduzione? Germania, Inghilterra e Svizzera, infatti, sono alcune delle eccezioni al complessivo calo dei prezzi: lungo le coste meridionali della Francia, in Italia, in Spagna e in Grecia, i prezzi sono in caduta libera con perdite a due cifre (mediamente -11%) mentre, dalla Germania in su, gli immobili si vendono in meno di una settimana e in alcuni quartieri delle grandi città, si assiste al fenomeno opposto, con crescite percentuali a due zeri, con valori medi del 10%, che spesso toccano punte del 13%.
Se qualcuno pensa di fare un’investimento immobiliare all’estero, forse in alcune nazioni è il momento giusto… mentre in queste appena elencate è sicuramente troppo tardi… a meno di voler prendere un rischio molto elevato.
Questa è la situazione complessiva del settore immobiliare in Europa per il 2014 e, pare, la situazione dovrebbe tornare alla normalità solo l’anno prossimo, quando l’economia europea potrebbe trovare la chiave di volta e allora i capitali degli investitori tornerebbero a essere distribuiti più o meno omogeneamente dal Nord al Sud dell’Europa.