Certificato e atto di morte: come rimediarli, richiederli e trasmetterli

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In questo articolo vediamo come rimediare il certificato di morte partendo dal presupposto che c’è una importante differenza tra questo e l’atto di morte.

Il primo chiarimento che vi fornisco riguarda la differenza della finalità del certificato di morte e quella dell’atto di morte.

Il certificato di morte serve a constatare il decesso del defunto mentre l’atto di morte è il documento che vi servirà per procedere ai vari adempimenti.

Entrambi sono rilasciati da soggetti diversi per cui andiamo più sul pratico e cerchiamo di comprendere come funziona il certificato, chi lo emette, entro quale scadenza e cosa farci.

Poi parleremo anche dell’atto di morta, chi lo rilascia, a cosa serve e a cosa serve.

Certificato di morte: cos’è e come rimediarlo

I medici necroscopi sono coloro che certificano la morte del de cuius.

Il certificato di morte viene redatto dal medico che interviene per primo a per la constatazione dell’exitus. Questi potrà essere il medico curante se muore a casa o dal medico presente in ambulanza se è stato chiamato questo, oppure ilmedico del pronto soccorso o dell’ospedale se è stato trasportato li ed è poi accorso la morte.

Questo certificato serve come attestazione della cessazione delle funzioni vitali e l’inefficacia di eventuali manovre rianimatorie ed è destinato ad informare l’ufficiale di stato civile dell’avvenuto decesso di una persona nel territorio comunale di competenza. (DM Sanità 31.08.1994 in applicazione della legge  578/1993).

Il certificato viene solitamente redatto tra la quindicesima e la trentesima ora dal decesso per constatare la realtà della morte.

Durante il periodo di osservazione, 24 ore per i casi di morte naturale e 48 nei casi di morte improvvisa, il cadavere deve essere tenuto in luoghi e a temperature compatibili con la vita, cioè ad una temperatura di almeno 18 – 20 gradi centigradi.

Dal primo gennaio 2015 sono proprio loro che hanno l’obbligo di trasmettere il certificato all’INPS e al Comune attenendosi agli stessi termini di invio.

La trasmissione avviene on line attraverso il servizio on line messo a disposizione gratuitamente dall’INPS.

La comunicazione telematica del certificato deve avvenire online, attraverso il servizio dedicato.

Le anagrafi comunali devono inviare telematicamente, attraverso il canale messo a disposizione dal Ministero dell’Interno (SAIA), le comunicazioni di decesso entro 48 ore dal verificarsi dell’evento.

In caso di malfunzionamento del suddetto canale, è obbligatorio inviare le comunicazioni all’INPS utilizzando il servizio dedicato reso disponibile dall’Istituto.

Il servizio è accessibile cliccando a questo link > comunicazione certificato morte
Il servizio è rivolto ai medici necroscopi e alle anagrafi comunali.

Con la legge 27 dicembre 2002, n. 289 è stato introdotto l’obbligo, per le anagrafi comunali, di trasmissione online all’INPS delle comunicazioni di decesso.

Tali disposizione normativa ha consentito il superamento della consegna agli uffici dell’INPS del certificato di morte in forma cartacea da parte di privati cittadini.

L’articolo 20, decreto legislativo 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha stabilito che le comunicazioni devono essere inviate entro due giorni dal verificarsi dell’evento.

La legge 28 gennaio 2009, n. 2 ha poi precisato che l’invio deve avvenire entro 24 ore dalla conclusione del procedimento amministrativo.

Infine, l’articolo 1, legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di Stabilità per il 2015), ha sancito l’obbligo per i medici necroscopi di invio online all’INPS del certificato di accertamento del decesso entro 48 ore dall’evento, utilizzando le stesse modalità già in uso per la trasmissione delle certificazioni di malattia online.

L’INPS a seguito di una segnalazione di decesso da parte dell’anagrafe comunale o del medico necroscopo, provvede, in via del tutto automatizzata, a individuare il soggetto nei propri database ed effettua le opportune variazioni (eliminazione o revoca della pensione, cessazione del familiare, variazione di stato civile, ecc.).

l’Atto di morte: cos’è e come richiederlo

L’atto di morte invece è un documento rilasciato dal Comune di competenza in base al luogo in cui è avvenuto il decesso e constatata la morte oppure dove il cadavere è stato trovato.

Nell’atto di morte viene indicato, il luogo, la data e l’ora del decesso, i suoi dati anagrafici (nome, cognome, luogo e data di nascita). Viene indicata la la residenza e la cittadinanza del defunto, nonchè le
generalità del coniuge del defunto e del dichiarante.

Se il decesso avviene in casa l’ufficiale di stato civile dovrà ricevere l’avviso di morte da un parente o da convivente del defunto. Vale anche nel caso di una persona con delega o anche dal servizio di pompe funebrio.

Se il decesso avviene in ospedale o in una casa di riposo, o un centro di cure palliative il certificato spetta al direttore o a un suo delegato. Questi contatteranno sempre l’ufficiale di stato civile affinché venga redatto l’atto di morte.

L’ufficiale, una volta ricevuto il certificato di morte procede alla compilazione dell’atto di morte e ne dà comunicazione ai Comuni di nascita e a quelli di residenza del defunto se diversi.

Morte di un Genitore: Certificato morte, atto, e tutti gli adempimenti da fare INPS, Agenzia Entrate, Comune, cassa Previdenza

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