Premessa: non parlo di sentimenti
Parto dal presupposto che la convenienza fiscale ad accollarsi il coniuge non è certamente l’unico parametro o il principale parametro di valutazione per capire se conviene economicamente far lasciare il lavoro alla propria moglie in quanto questa è una riflessione che molto spesso caratterizza le giovani famiglie con figli piccoli. Oppure famiglie che fortunatamente hanno visto il marito compiere un grande salto nella carriera associato ad un incremento nella remunerazione annua che, rispetto al reddito complessivo prodotto dalla moglie, può rendere inutile farla lavorare per dedicarsi alla famiglia.
Qui vediamo quali sono gli sconti, sotto forma di detrazioni fiscali, concessi dal legislatore nel caso di moglie o marito considerano il proprio coniuge a carico fiscalmente.
Come abbiamo avuto modo di leggere nell’articolo dedicato alla detrazioni per i familiari a carico o meglio alla definizione di familiare a carico, che possiamo sinteticamente far coincidere familiari il cui reddito sia inferiore ai € 2.840,51 vediamo come si determina la detrazione fiscale e quanto vale. Prima di tutto parliamo di detrazione e non di deduzione per cui lo sconto si applicherà direttamente sulla imposta Irpef da pagare il nonna sul reddito imponibile.
Quanto vale la detrazione e come si calcola
Il legislatore ha concesso una detrazione fiscale parametrata al reddito complessivo Irpef del soggetto che si accolla l’altro coniuge sia esso moglie o marito. Nel caso di contribuente con reddito imponibile Irpef inferiore a € 15.000 la detrazione fiscale sarà pari a € 800. Tale importo dovrà essere ridotto per un importo pari a euro 110 per il rapporto tra reddito complessivo del contribuente diviso € 15.000.
Per cui dato un reddito complessivo, per esempio pari a euro 10.000, gli € 800 della detrazione dovranno essere ridotti per un importo pari a € 110 per (10.000/15.000=0,66) = 73,33 euro. Per cui la detrazione fiscale totale sarà data da € 800 – € 73,33 uguale € 726,67. Sempre meglio che niente è. Sicuramente non è questo il parametro per andare a identificare la convenienza o meno di far lasciare il lavoro alla moglie in quanto gli elementi da prendere in considerazione sono ben altri (pagamento di baby-sitter, Asili nidi eccetera). Ma è sempre meglio avere in mente chiara quale è la riduzione determinato dalle detrazioni fiscali disponibili nell’ordinamento e cosa comporterebbe prendersi la moglie a carico fiscalmente.
Nel caso di contribuente con un reddito complessivo compreso tra 40.000 e € 15.000 la detrazione per il coniuge a carico scenderà a € 690. Anche qui tuttavia si applica la riduzione vista sopra dei € 110 per il rapporto fra Reddito complessivo e 40 mila euro.
Nel caso di contribuenti con reddito compreso fra € 40.000 e 80.000 la detrazione fiscale sarà sempre fare € 690 per il rapporto visto sopra.
In questo caso la formula di calcolo per applicare la riduzione della detrazione fiscale è leggermente più complessa perché avremo 110 euro X (80.000 – Reddito complessivo) / 40.000
Maggiorazioni della detrazione
Le detrazioni saranno maggiorate the € 10 nel caso di reddito complessivo compreso fra 29.200 e € 29.000 e di € 20 nel caso di reddito complessivo compreso fra 29.200 e € 34.700. La maggiorazione raggiungerà, udite udite, € 30 nel caso di reddito complessivo compreso fra 34.700 e € 35.000. Riscenderà poi a € 10 nel caso di reddito complessivo compreso fra 35.200 e € 35.100.
Tabella sintesi detrazione familiari a carico
REDDITO COMPLESSIVO | IMPORTO DETRAZIONE (EURO) |
---|---|
non superiore a euro 15.000 | 800 (110 X reddito complessivo) 15.000 |
da euro 15.001 a euro 29.000 | 690 |
da euro 29.001 a euro 29.200 | 700 |
da euro 29.201 a euro 34.700 | 710 |
da euro 34.701 a euro 35.000 | 720 |
da euro 35.001 a euro 35.100 | 710 |
da euro 35.101 a euro 35.200 | 700 |
da euro 35.201 a euro 40.000 | 690 |
da euro 40.001 a euro 80.000 | 690 X (80.000 reddito complessivo) 40.000 |
oltre euro 80.000 | 0 |
Indicazione nel 730 del coniuge a carico
Nella compilazione del prospetto “Familiari a carico” occorre tenere presente che essendo stato il coniuge in vita solo nei primi mesi dell’anno, nel rigo dei predetti prospetti ad esso riservato va indicato il codice fiscale del coniuge a carico ed il numero di mesi in cui questo è stato in vita (in questo caso 7) in corrispondenza della colonna “mesi a carico”.
Per il primo figlio occorre compilare due righi: un primo rigo in cui va qualificato come primo figlio, barrando la casella F1 ed indicando “7” nella colonna dedicata al numero di mesi a carico; un secondo rigo in cui nella casella “percentuale” va riportata la lettera “C” ed il numero dei mesi corrispondenti al secondo periodo dell’anno (in questo caso 5) nella colon- na relativa al periodo in cui spetta la detrazione
Per il secondo figlio deve, invece, essere compilato un unico rigo in cui va riportato il numero “12” quale numero di mesi a carico, non essendo intervenuta per tale figlio alcuna variazione nel corso dell’anno 2015.
Articoli correlati
Potete leggere l’articolo correlato rispetto alle detrazioni fiscali previste per i figli a carico
Buongiorno . Si qualquno mi puo rispondere alla mia domanda. Fino a 12 gennaio 2020 ho percepito il Naspi. Adesso mio marito mi vuole prendere in carico però per compilare il modulo di detrazioni fiscale ci vogliono i mei reditti dal anno 2019? Quelli 2840 euro che non devo superare , sono reditti percepitti in 2019? O sulla ptopria responsabilita dichiara che non avro niente reditti in 2020? Per favore un aiuto
Secondo me qualcuno tra poco scriverà che la parola moglie è cercata 4 volte di più rispetto alla parole coniuge per colpa di questi articoli sessisti…sarà un caso…….come sarà un caso che i figli sono per la stragrande maggioranza affidati alla madre/moglie anche se in affido condiviso…Non significa essere sessisti ma descrivere uno stato di fatto e statistiche di cui il maschietto talvolta ne fa le spese, perchè prendersela ed attaccare inutilmente per uno stato di fatto?
Articolo assolutamente sessista, sarebbe stato possibile esprimere lo stesso concetto usando la parola coniuge, però no, diamo per scontato che la donna sia a carico, che la donna rinunci al lavoro per stare a casa con i figli, ect ect.
Non entro nel merito tecnico, ripeto, i concetti sono chiari, è il linguaggio sessista utilizzato che non lo è, credo che il processo che porta a una totale equiparazione tra uomo e donna debba passare anche attraverso il linguaggio e articoli di questo tipo non fanno altro che confermare stereotipi e cliché.
Un linguaggio del genere si accetta, a malincuore, in una conversazione al bar tra amici ma non su una pagina che dispensa info su tasse e fisco.
Titolo del paragrafo: non parlo di sentimenti
“Oppure famiglie che fortunatamente hanno visto il marito compiere un grande salto nella carriera associato ad un incremento nella remunerazione annua che, rispetto al reddito complessivo prodotto dalla moglie, può rendere inutile farla lavorare per dedicarsi alla famiglia”. Parlo di statistica, devo farlo, altrimenti dovrei scrivere dei trattati da 5 mila parole al giorno per cercare di ricomprendere tutte le casistiche e non urtare la sensibilità delle minoranze. Per questo ho fatto le premesse e parlato della maggior parte dei casi.
E’ una constatazione la mia. Se lo stipendio della moglie è contenuto e sottolineo per qualsiasi motivazione, possa anche considerarsi tra queste quelle di natura discriminatoria, è non è sufficiente a non compensare la spesa per baby sitter o aiuti, beh…IO penso e invito a riflettere le mamme a non perdersi gli anni di vita che possono stare vicino ai figli perché non glieli ridarà nessuno. Di fronte a questo la scommessa di un percorso di carriera che spesso non ripaga gli sforzi fatti. Non credo vi sia una mentalità retrogada in questo ma un invito a stare con i propri figli che va al di la della perdita, non certa, della possibilità di fare carriera in quegli ani che, spesso e per diverse motivazioni, si rivela vana.
A livello tecnico no mi permette di giudicare in quanto non seguo da anni la tematica. Articolo chiaro e conciso.
Non riesco però a capire qualche mentalità retrograda possa aver concepito questa frase “marito compiere un grande passo nella carriera associato ad un incremento nella remunerazione annua che, rispetto al reddito complessivo prodotto dalla moglie, può rendere inutile farla lavorare per dedicarsi alla famiglia”
Pensare che si tratta di un articolo aggiornato. A Marzo 2019.
Lascio I miei riferimenti visto che mi assumo la responsabilità di Quanto dichiaro e lascio la porta aperta per un contraddittorio.