La legge di bilancio 2023 (art. 1, commi 100-105, L. 29.12.2022, n. 197) ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali per le società che vogliono trasferire ai propri soci alcuni beni immobili e beni mobili registrati che non sono utilizzati nell’esercizio dell’impresa. Queste operazioni possono essere effettuate tramite cessione a titolo oneroso o assegnazione con contestuale distribuzione di riserve, che siano di utili o di capitale, oppure, addirittura, tramite trasformazione della società commerciale in società semplice.
L’obiettivo di queste misure è quello di favorire l’uscita dei beni dal regime d’impresa, riducendo il carico fiscale sulle plusvalenze e sulle riserve che emergono in capo alla società e sui redditi che derivano ai soci.
Le agevolazioni fiscali consistono nell’applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’Irap pari all’8% (10,5% se la società è non operativa) sul valore normale dei beni ceduti o assegnati, e nella riduzione del 50% dell’imposta di registro e delle imposte ipotecaria e catastale, che sono dovute in misura fissa.
Per poter accedere alle agevolazioni fiscali, è necessario che i beni immobili siano diversi da quelli strumentali per destinazione, cioè da quelli che sono indispensabili per l’esercizio dell’attività della società. Sono invece ammessi i beni immobili strumentali per natura, come quelli destinati alla locazione o alla vendita, o quelli patrimoniali, come quelli acquistati per investimento.
Per quanto riguarda i beni mobili registrati, come le autovetture o le imbarcazioni, è necessario che non siano utilizzati come beni strumentali nell’attività della società.
Inoltre, è richiesto che i soci beneficiari delle operazioni siano iscritti nel libro soci alla data del 30 settembre 2022 e che mantengano la qualità di socio fino al momento dell’operazione.
Le operazioni di cessione agevolata e assegnazione ai soci dei beni immobili devono essere effettuate entro il 30 settembre 2023. Lo stesso termine vale anche per le operazioni di trasformazione della società commerciale in società semplice, che comportano l’estromissione dei beni dal regime d’impresa con gli stessi effetti fiscali delle cessioni o assegnazioni.
Le agevolazioni fiscali sono opzionali e devono essere esercitate mediante apposita dichiarazione da allegare all’atto notarile o al contratto di cessione o assegnazione. L’imposta sostitutiva deve essere versata entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui è stata effettuata l’operazione.
Le operazioni di cessione agevolata e assegnazione ai soci dei beni immobili possono rappresentare una valida opportunità per le società che vogliono razionalizzare il proprio patrimonio e per i soci che vogliono acquisire dei beni a condizioni fiscali vantaggiose. Tuttavia, prima di procedere con queste operazioni, è opportuno valutare attentamente tutti gli aspetti civilistici, contabili e fiscali coinvolti, anche con l’ausilio di un professionista qualificato.
Cosa sono i beni strumentali per destinazione
I beni strumentali per destinazione sono quei beni immobili che sono indispensabili per l’esercizio dell’attività della società. Si tratta di beni che non possono essere alienati o locati senza compromettere lo svolgimento dell’attività stessa. Ad esempio, sono beni strumentali per destinazione gli immobili in cui si svolge l’attività produttiva, commerciale o professionale della società, o quelli in cui si conservano le scorte di magazzino.
I beni strumentali per destinazione sono esclusi dalle agevolazioni fiscali previste per la cessione agevolata e l’assegnazione ai soci dei beni immobili, in quanto si presume che la loro estromissione dal regime d’impresa comporti una perdita di redditività per la società.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della trasformazione da società commerciale a società semplice
La trasformazione da società commerciale a società semplice è una delle modalità previste dalla legge di bilancio 2023 per estromettere i beni immobili e i beni mobili registrati dal regime d’impresa con le agevolazioni fiscali sopra descritte. Si tratta di un’operazione che comporta il cambiamento della natura giuridica della società, con conseguenze sia fiscali che extrafiscali.
I vantaggi della trasformazione da società commerciale a società semplice sono:
• La possibilità di estromettere tutti i beni immobili e i beni mobili registrati non strumentali posseduti dalla società con un’unica operazione, senza doverli cedere o assegnare singolarmente ai soci;
• La non applicabilità della disciplina delle società di comodo, in quanto la società semplice non è soggetta alle imposte sui redditi e all’Irap, ma solo all’imposta sostitutiva del 20% sui redditi derivanti dalla gestione dei beni;
• La maggiore riservatezza, in quanto la società semplice non è soggetta all’obbligo di iscrizione nel registro delle imprese e di redazione del bilancio, ma solo di tenuta del libro giornale e del libro inventari;
• La maggiore flessibilità nella gestione della società, in quanto la società semplice non è vincolata alle norme del codice civile sulle società commerciali, ma solo a quelle sulle società semplici, che sono più semplici e meno formali.
Gli svantaggi della trasformazione da società commerciale a società semplice sono:
• La tassazione delle plusvalenze e delle riserve in sospensione d’imposta che emergono in capo alla società al momento della trasformazione, con l’applicazione dell’imposta sostitutiva dell’8% o del 10,5%;
• La tassazione dei redditi derivanti dalla gestione dei beni in capo ai singoli soci, con l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 20%, che può essere superiore alla tassazione ordinaria dei dividendi;
• La perdita della personalità giuridica e della responsabilità limitata dei soci, in quanto la società semplice è una forma contrattuale e non un soggetto autonomo di diritto, e i soci rispondono illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali;
• La perdita della possibilità di accedere a forme di finanziamento o di agevolazioni pubbliche riservate alle società commerciali, come ad esempio il credito d’imposta per gli investimenti o il superammortamento.
Come si calcola il valore normale dei beni ceduti o assegnati
Il valore normale dei beni ceduti o assegnati è il parametro su cui si applica l’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’Irap. Si tratta di un valore che deve rappresentare il prezzo che sarebbe stato praticato tra parti indipendenti e in condizioni di concorrenza normale.
Per determinare il valore normale dei beni ceduti o assegnati, la legge di bilancio 2023 prevede due possibilità:
• Fare riferimento al valore di mercato dei beni, cioè al prezzo medio praticato nel mercato di riferimento per beni analoghi per natura, qualità e stato;
• Fare riferimento al valore catastale dei beni immobili, cioè al valore risultante dalle rendite catastali rivalutate annualmente con le aliquote previste
Imposte Indirette
Nel regime ordinario, l’assegnazione o la cessione di un bene comporta l’applicazione dell’IVA nella misura prevista dalla legge (22%, 10% o 4% a seconda del tipo di bene e del soggetto cedente) e dell’imposta di registro nella misura proporzionale (9%, 3% o 2% a seconda del tipo di bene e del soggetto cedente) o fissa (200 euro) se l’operazione è esente o non imponibile IVA.
Con l’assegnazione agevolata, invece, non si applica alcun trattamento agevolato con riferimento all’IVA, ma si applica una riduzione dell’imposta di registro del 50% e delle imposte ipotecaria e catastale in misura fissa (50 euro ciascuna).
Per il calcolo dell’imposta di registro si assume come base imponibile il valore del bene risultante dall’atto o dal contratto, se superiore al valore catastale degli immobili o al valore risultante dal pubblico registro dei beni mobili registrati.