Aggiornato il 28 Aprile 2023
Sarà obbligatorio presentare il modello Unico per la dichiarazione dei ricavi percepiti nell’anno di imposta precedente dovuti all’attività libero professionale e compilando altresì il quadro relativo ai redditi da lavoro dipendente, sulla base delle risultanze del CUD che si dovrebbe aver ricevuto entro la fine di febbraio. Se non ve l’hanno dato avete un problema e dovreste correre a richiederlo. In caso contrario invece contattare un consulente del lavoro e fornire le buste paga in quanto potrebbe essere in grado di ricalcolare quanto indicare nella dichiarazione. In tal modo almeno non sbaglierete di molto ed eventuali sanzioni saranno solo sul differenziale rispetto all’effettivo.
Esempio di domanda che pongono i lettori: “Sono un operaio in una azienda e ho un lavoro part-time con la partita iva, per dichiarare i reditti cosa devo usare mod 730 o modello unico?“
Nel caso di titolari di lavoro dipendente tuttavia dovrete indicare i vostri compensi percepiti in busta paga e riepilogati nel modello CUD unico che vi sarebbe dovuto arrivare un mese fa, per il tramite del vostro datore di lavoro e dove trovate tutti i dati reddituali che vi servono per indicare i vostri redditi da lavoro dipendente. Non sto parlando di altro che dei giorni lavorati, del reddito soggetto a tassazione, delle ritenute che il vostro datore di lavoro vi ha applicato in busta paga, delle eventuali addizionali comunali e regionali che vi ha trattenuto ed eventuali detrazioni di cui avete usufruito.
Se il vostro problema è capire se presentarlo vi consiglio di leggere l’articolo dedicato alla compilazione del modello Unico in cui troverete le principali caratteristiche e le risposte alle domande su chi deve presentarlo, quali sono le scadenze, come presentarlo telematicamente e quando si devono versare le imposte.
Poi, sempre nel modello unico compilerete il quadro relativo ai redditi da lavoro autonomo in cui indicherete i compensi percepiti come lavoratore autonomo ossia quelli che fatturate ai vostri clienti.
In seguito compilerete anche il quadro Iva e se necessario il modello Irap (quest’ultima qualora siete soggetti ovviamente).
Questo molto sinteticamente è quello che attende i titolari di doppio lavoro e quindi nella quasi totalità dei casi redditi da lavoro dipendente e da lavoro autonomo.
Articoli di approfondimento:
Elenco delle spese da portare in detrazione deduzione dal reddito imponibile
Aprire la partita Iva con il regime fiscale agevolato dei Minimi
Guida alla fatturazione ed emissione della fattura ai clienti
Versamento primo acconto Irpef, Irap ed Iva
Nuovo ravvedimento operoso
si
Buongiorno,
una domanda: un dipendente pubblico può fare attività di trading nel forex/CFD senza dover chiedere l’autoriazzione al datore di lavoro?
Grazie.
Sono obbligati in linea generale alla presentazione della dichiarazione annuale IVA tutti i contribuenti esercenti attività
d’impresa ovvero attività artistiche o professionali (aggiungerei anche se non fatturano) di cui agli artt. 4 e 5, titolari di partita IVA. Per la presentazione della
dichiarazione da parte di particolari categorie di dichiaranti (curatori fallimentari, eredi del contribuente, società incorporanti,
società beneficiarie in caso di scissione, ecc.) si vedano i successivi paragrafi 2.3 e 3.3.
Sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione IVA, in particolare, i seguenti soggetti d’imposta:
– i contribuenti che per l’anno d’imposta abbiano registrato esclusivamente operazioni esenti di cui all’art. 10, nonché
coloro che essendosi avvalsi della dispensa dagli obblighi di fatturazione e di registrazione ai sensi dell’art. 36-bis abbiano
effettuato soltanto operazioni esenti. L’esonero non si applica, ovviamente, qualora il contribuente abbia effettuato
anche operazioni imponibili (ancorché riferite ad attività gestite con contabilità separata) ovvero se sono state registrate
operazioni intracomunitarie (art. 48, comma 2, del decreto-legge n. 331 del 1993) o siano state eseguite le rettifiche
di cui all’art. 19-bis2 ovvero siano stati effettuati acquisti per i quali in base a specifiche disposizioni l’imposta è dovuta
da parte del cessionario (acquisti di oro, argento puro, rottami ecc.);
– i contribuenti che si avvalgono del regime forfetario per le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti e professioni
previsto dall’art. 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190
i contribuenti che si avvalgono del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità previsto
dall’art. 27, commi 1 e 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98;
– i produttori agricoli esonerati dagli adempimenti ai sensi dell’art. 34, comma 6;
– gli esercenti attività di organizzazione di giochi, di intrattenimenti ed altre attività indicate nella tariffa allegata al d.P.R.
26 ottobre 1972, n. 640, esonerati dagli adempimenti IVA ai sensi dell’art. 74, sesto comma, che non hanno optato per
l’applicazione dell’IVA nei modi ordinari (vedi Appendice alla voce: “Attività di intrattenimento e di spettacolo”);
– le imprese individuali che abbiano dato in affitto l’unica azienda e non esercitino altre attività rilevanti agli effetti dell’IVA
(cfr. circolari n. 26 del 19 marzo 1985 e n. 72 del 4 novembre 1986);
– i soggetti passivi d’imposta nell’ipotesi di cui all’art. 44, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge n. 331 del 1993,
qualora abbiano effettuato nell’anno d’imposta solo operazioni non imponibili, esenti, non soggette o comunque senza
obbligo di pagamento dell’imposta;
– i soggetti che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione delle disposizioni recate dalla legge 16 dicembre 1991, n.
398, esonerati dagli adempimenti IVA per tutti i proventi conseguiti nell’esercizio di attività commerciali connesse agli
scopi istituzionali (vedi Appendice alla voce: “Attività di intrattenimento e di spettacolo”);
– i soggetti domiciliati o residenti fuori dall’Unione europea, non identificati in ambito comunitario, che si sono identificati
ai fini dell’IVA nel territorio dello Stato con le modalità previste dall’art. 74-quinquies per l’assolvimento degli adempimenti
relativi ai servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione ed elettronici resi a committenti, non soggetti passivi d’imposta,
domiciliati o residenti in Italia o in altro Stato membro
Buonasera,
io sono lavoratore dipendente ed ho anche una partita IVA per attività di consulenza.
Da circa due anni non ho fatturato più nulla ed entro fine anno penso di chiudere la P.IVA.
La mia domanda è la seguente: posso nel 2019 effettuare la Dichiarazione IVA a zero e poi redigere il 730 per i soli redditi da lavoro dipendente o devo necessariamente effettuare il Modello Redditi (ex Unico)?
Mi poterebbe dare anche un riferimento normativo?
Grazie mille e buon lavoro.
Buonasera. io e mio marito svolgiamo lavoro dipendente, lui full time (ha 40anni) e io part time (ho 34anni). vorremmo fare amministratore di condominio come secondo lavoro con P.IVA (due P.IVA separate non società). da quel che ho letto…
– dovremmo poi fare unico non più 730
– no regime dei minimi perchè praticam già come dipendenti guadagnamo ciascuno più di € 30mila (io poco meno, lui poco più)
– iscrizione separata all’INPS… ma i contributi dipendenti nn sono già suff con redditi indicati?
può confermare per favore?
in più, possibile ricongiungere le due posizioni per pensione?
grazie!
Salve, spero possa aiutarmi. Sono un lavoratore autonomo ( ho un negozio), quindi sono in possesso di partita iva, iscritto alla camera di commercio, pago l’inps ecc. Ho un sito internet di annunci, che sta prendendo piede, ed ho cominciato ad inserire banner adsense ed altre società, ho messo un prezzo sugli annunci in evidenza ed mi stanno chiedendo prezzi per inserire banner di aziende. Come devo comportarmi fiscalmente? Ad esempio, alla ditta che mi chiede la pubblicazione del banner, posso fare fattura con la mia partita iva attuale? per il pagamento delle pubblicità di annunci tipo adsense, posso fare la ricevuta d’acconto, o devo fare loro fattura? Sono veramente incasinato,però non voglio perdere questa opportunità.Grazie in anticipo per la risposta.
salve io sono una lavoratrice dipendente part time presso un tabacchi da svariati anni,ma sono anche socia di un’associazione onlus cioe senza scopo di lucro e quindi non pago i contributi in quanto non fa reddito, si tratta di una scuola materna paritaria e quindi riceviamo dei sussidi statali che a sua volta tassati e cosi che teniamo in piedi questa societa. ora vorrei sapere per quale motivo mi arrivano delle cartelle esattoriali dall’agenzia dell’entrata per contributi non versati??????la ringrazio d’anticipo
ti invito a leggere gli artizoli dedicati alla tassazione del forex
Salve a tutti, svolgo un lavoro come dipendente e come secondo lavoro attività di forex. per quanto riguarda il FISCO i due redditi fanno cumulo? Serve la partita IVA?
Grazie a tutti
Saluti
Esiste un limite al di sopra del quale sono sufficienti e non obbligatorio più versare contributi ma è elevato.
salve io sono un lavoratore part time e vorrei aprire partita iva, ma poi devo versare comunque all’inps i contributi? non li versa gia’ l’azienda per la quale lavoro come dipendente? grazie anticipatamente
si deve essere dichiarato come reddito diverso se riferito a prestazioni occasionali, ma nel suo caso l’attività sembrerebbe abituale e continuativo per cui diventa obbligatoria la partita iva. legga gli articoli dedicati a questo argomento.
Buonasera, avrei una domanda anch’io. Lavoro come dipendente full-time presso un’azienda tessile. Per arrotondare vorrei svolgere del lavoro via internet da casa nelle ore serali. Devo aprire una partita IVA per questo o c’è modo di dichiarare eventuali redditi derivanti dal secondo lavoro semplicemente compilando il 730? Se l’eventuale reddito derivante da secondo lavoro fosse molto basso (es. 200 euro mensili) deve comunque essere dichiarato?
Si
Buongiorno
vorrei un’informazione. Ho trovato un lavoro e vorrebbero farmi due contratti part time in quanto questi nuovi titolari possiedono 2 aziende. E’ vero che ogni anno dovrò fare il 730? E a quanto ammonterebbe circa?
Grazie per l’aiuto.
Sara
Buonasera,
vorrei un chiarimento perchè ho scritto anche al governo e ai sindacati ma mi dicono cose diverse e sono confusa,se io ho un lavoro full time di 40 ore settimanali posso fare un part time diciamo di 15 ore settimanali?le aziende sono di settore diverso e inoltre devo dichiarare i due redditi o le tasse le pago tramite le buste paga?grazie
Primo le dico che gli studi di settore individuano si una reddito minimo che lei dovrebbe, secondo loro, e ripeto secondo loro, produrre. tuttavia se lei svolge anche un lavoro dipendente, prima di tutto non credo che li debba compilare in quanto esiste una clausola esimente da compilare nel frontespizio degli studi che esonera i soggetti anche titolari di lavoro dipendente alla loro compilazione.
Inoltre le dico che gli studi di settore non sono la legge, nel senso che ciò che rompe le scatole e che trovo profondamente ingiusto è che l’onere della prova sia a carico del contribuente, pertanto sulla base di indici statistici, ci viene accreditato un reddito imponibile ch poi siamo anoi a dover smontare, con tutti gli sforzi ed i costi economici per farlo e che nessuno ci ridà.
Se lei è dalla parte della ragione e come tale intendo che non ha nulla da nascondere le posso dire che verificherei prima di tutti se devo compilare gli studi di settore o i parametri, poi li compilerei attenendomi quanto più alla realtà.
Dopo di questo qualora dovessere essere destinatario di un accertamento fiscale descriverà il suo lavoro indpendentemente dal fatto che che non risulta congruo o coerente con le loro ricostruzioni statistiche.
Non dovete temere se siete in buona fede.
Compili bene la parte relativa alle ore dedicate al lavoro.
Spero di averle dato qualche punto in più e se può ci sponsorizzi :-)
Buongiorno, una domanda:
ho un lavoro da dipendente, vorrei esercitare nel poco tempo libero che ho un attività di realizzazione siti web e comunicazione. con l’attività indipendente potrei guadagnare da un minimo di 2.000 euro l’anno ad un massimo di 20.000, ovviamente dipende poi dal mercato e dal tempo che riesco a ricavarmi.
il mio dubbio e quindi la mia paura sono gli STUDI DI SETTORE in quanto non vorrei mai che se alla fine dell’anno guadagno il minimo sia poi obbligato a pagare tasse relative a redditi non incassati, per incongruità dello studio di settore.
cosa mi consigliate?
La prima cosa da chiarire è se stiamo parlando dello stesso datore di lavoro, ossia lo stesso soggetto giuridico che ti rilascia i due CUD. Se uguali allora sarebbe da chiederti se precedentemente avevi un contratto di lavoro ed ora ne hai uno diverso (esempio prima eri a progetto ed ora sei stato assunto con contratto a tempo determinato o indetemrinato).
Se diversi allora dovreti prima sincerarti che il secondo datore di lavoro non abbia fatto il conguaglio (ossia ha tenuto conto nel calcolarti le trattenute in busta paga dei redditi percepiti nel tuo precedente rapporto di lavoro). I due redditi comuqnue si cumulano e le imposte da versare e andranno per scaglioni Irpef.
Salve, volevo chiederle una delucidazione in merito a come funziona quando nello stesso anno si percepiscono due redditi da lavoro dipendente, però susseguenti e non contemporanei. Nel caso specifico ho lavorato gennaio e febbraio 2010 in Marina Militare, mentre il resto dell’anno nell’esercito tutto ciò in modo continuativo, ciò congedandomi dalla prima F.A. e iniziando il giorno dopo nella seconda. é successo che presentando il 730 con 2 cud mi hanno calcolato l’acconto di imposta su 2 redditi e in più mi hanno anche chiesto una sovraimposta in quanto percettore di doppio reddito. Come mi comporto posto che il reddito percepito nel 2010 è minore di quello del 2009 e dell’anno corrente? (Mentre invece le imposte sono raddoppiate).
Grazie per l’aiuto……..
Grazie per l’aiuto
Buongiorno Jack,
come risposto anche ad altri lettori non esiste una disciplina univoca sulla incompatibilità tra lavoro dipendente e lavoro autonomo che valga per tutte le attività e le attività imprenditoriali o di lavoro autonomo, per questo dovrebbe analizzare il suo contratto di lavoro, se esiste una contratto collettivo nazionale a cosa si aggancia e cosa dice in merito, la policy aziendale cosa dice al riguardo e valutare l’eventuale conflitto di interessi tra la sua attività e quella della società per cui lavora che ovviamente non dovrebbe sussistere. Dopo questa analisi potrà rispondersi.
Spero di esserle stato utile.
Salve, volevo chiedere: a rigor di legge è legale avere con la stessa azienda un contratto part-time determinato e coprire l’altra metà della giornata tramite Partita Iva come libero professionista?
Grazie dell’ascolto