La riorganizzazione aziendale con soppressione di alcuni uffici siano essi staff o line può rappresentare un pericoloso motivo che consente ai datori di lavori di tagliare qualche testa. Certamente riesce già difficile pensare che lo possano fare con funzioni di staff in quanto la cancellazione dovrebbe essere provata con particolari motivi azioni che presterebbero il fianco a impugnazioni e tentativi di essere assunti.
Inoltre il datore di lavoro deve evitare fughe di notizie future per evitare anche fenomeno di repechage ossia di reinserimento dovuto al fatto che dopo il licenziamento sono state create nuovamente figure professionali affini al licenziamento con inserimento di nuove risorse. Il licenziato può quindi far valore il proprio diritto al reinserimento.
Per questo motivo è sempre importante mantenere rapporti lavorativi buoni con ex colleghi :-) che potrebbero fornire informazioni preziose che potrebbero costituire i presupposti per l’esercizio del diritto da parte dell’ex dipendente.
Dall’altro lato le società spingono sempre per una risoluzione bonaria del rapporto di lavoro a fronte di denaro.
Procedimento di licenziamento
La procedura di licenziamento si instaura formalmente con la comunicazione al dipendente della risoluzione del rapporto che può avvenire mediante consegna a mano della lettera di licenziamento o con raccomandata con avviso di ritorno.
Prima della Legge Fornero la Legge 604 del 1966 non era obbligatorio inserire nella lettera di licenziamento le motivazioni della risoluzione in quanto potevano essere richiesti formalmente dal dipendente nei 15 giorni successivi. Il datore di lavoro aveva poi 7 giorni per rispondere. Se il datore di lavoro li ha già comunicati nella prima lettera non è obbligato a darli anche nella seconda richiesta.
Poi con le modifiche introdotte dalla legge n. 92/12 cosiddetta Legge Fornero (ti credo che piangeva quando annunciava a tutti quello che stava facendo) e la lettera di risoluzione deve contenere fin da subito le cause che hanno portato al recesso del rapporto lavorativo.
I lavoratori oggetto del procedimento di licenziamento individuale dovranno caratterizzarsi per il fatto che svolgono attività affini e rientranti nello stesso ufficio e comunque dovrà essere disposto rispettando i principi di correttezza e buona fede di cui all’art. 5 della L. 223 del 1991 e quindi dovrà prendere in considerazione l’anzianità di servizio, i carichi di famiglia e le esigenze tecnico-produttive ed organizzative.
Pertanto il licenziamento potrà riguardare solo di dipendenti occupati in quella singola attività per esigenze tecniche ed organizzative.
Quando il procedimento di licenziamento individuale è indirizzato in tal senso non sarà possibile da parte del lavoratore, purtroppo, appellarsi a situazioni personali per spingere ad indirizzare il procedimento di licenziamento verso altri dipendenti e quindi qualora sia interessata una specifica funzione nel suo insieme, il datore di lavoro potrà scegliere quante risorse tagliare ma per scegliere dovrà appellarsi ai principi visti sopra.
Esiste comunque la trasposizione di un diritto di prelazione a vantaggio del lavoratore licenziato che si ha nei sei mesi e prende il nome di diritto di precedenza nei confronti dell’occupazione che svolgeva: in pratica l’azienda, se decide di riassumere non potrà farlo con un altro dipendente nei sei mesi successivi, ma dovrà riconoscere un diritto di precedenza al lavoratore precedentemente licenziato (cfr art. 15 della L. 264 del 1949), stante il risarcimento del danno che non contempla la riassunzione immediata del lavoratore (cosa che avviene invece in altre fattispecie).
Si parla di diritto di riassunzione nei sei mesi successivi anche se vedrete in seguito che le regole cambiano per i contratti stipulati dopo l’entrata in vigore del job act 2015 e riguarda tuttavia solo il caso licenziamento per riduzione del personale. Purtroppo il termine di sei mesi appare molto stringente considerate le dinamiche e procedure che portano ad uscire da uno stato di crisi ma anche perché spesso le procedure interne di assunzione spesso sono molto lunghe
Si rileva, inoltre, che la violazione dei diritto di precedenza all’assunzione, stabilito da un contratto collettivo, dà diritto, in capo al lavoratore, solo al risarcimento del danno, determinato equitativamente dal giudice, e non già alla costituzione autoritativa del rapporto (v. Trib. Trieste 22 agosto 2002).
Ciò non toglie che il datore di lavoro e l’impresa possano nuovamente riassumere; in carenza di un fondato motivo oggettivo di licenziamento si verrebbe esposti sicuramente a vertenza da parte del lavoratore decaduto dal proprio incarico e mansione e dove per giustificato motivo oggettivo il datore di lavoro deve anche provare di essere stato impossibilitato a ricollocare in modo utile il lavoratore licenziato ad uffici, attività e mansioni diverse da quelle svolte precedentemente.
Ovviamente tali affermazioni sono da far valere in sede giudiziale in quanto difficilmente potrebbe trovarsi un accordo bonario in questi casi.
Tabella Casi Licenziamento Individuale
Licenziamento individuale (Vecchia e nuova disciplina) |
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Licenziamento Individuale comunicato entro il 17 Luglio 2012 |
1. Il datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, deve comunicare per iscritto il licenziamento al prestatore di lavoro. 3. Il licenziamento intimato senza l’osservanza delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 è inefficace. |
Licenziamento Individuale comunicato dopo il 17 Luglio 2012 |
1. Il datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, deve comunicare per iscritto il licenziamento al prestatore di lavoro. 4. Le disposizioni di cui al comma 1 e di cui all’articolo 9 si applicano anche ai dirigenti. |
Altro motivo che va per la maggiore in questo momento di crisi economica è il licenziamento con società in crisi.
Breve riflessione
Che dire? Da parte mia, il mio pensiero, banale e forse scontato, è che siamo un popolo di pecoroni che subiremo le ingiustizie di un paese in cui i lavoratori dipendenti, che hanno diritto al lavoro, vedranno calpestati i propri diritti per far fronte ad uno Stato che ha assunto a rotta di collo in passato e che ora non sa come fare per sostenere il costo di questo esercito di lavoratori pubblici la cui produttività rispetto ai lavoratori privati è tutta da provare.
Il rovescio della medaglia è che nel breve periodo la disoccupazione calerà e chi sta al governo canterà vittoria per nulla e quello che invece resterà è un profondo cambiamento del mercato del lavoro che dietro la parola flessibilità nascondo un precariato sempre più accentuato che spinge a mettere su famiglia sempre più tardi oppure a non metterla su proprio perché i sacrifici sono stati talmente tanti prima di arrivare alla stabilità, che qualcuno neanche se la sente di accollarsi nuovamente il peso ed i sacrifici che richiede una famiglia….e bravi questi governanti!
Nonostante questo, in piazza a protestare, ammettiamolo, non sono scesi in tanti, per cui c’è da aspettarsi che passeranno le modifiche, modifiche epocali, che cambieranno il nostro Paese, in peggio sicuramente, dietro la scusa della flessibilità, concetto lontano anni luce dal nostro paese che nella solidità e nella coerenza ha costruito la ricchezze che ci ha permesso di uscire quasi indenni una crisi economica e politica durata diversi anni.
Per cui ai giovani posso dire che sognatevi il posto di lavoro fisso o anche semplicemente a tempo indeterminato perchè di fatto non esisterà più come prima. Per questo preparatevi ad una vita in cui dovrete rischiare il tutto per tutto, in cui la parola mutuo farà venire i brividi perchè non si saprà mai fino a quale rata potremmo spingerci, se il prossimo mese ce la faremo. Il rimedio a questo è un bravo psicologo che vi faccia superare dalla paura del precariato per chi non ha lavoro e di mettervi in gioco per chi ce l’ha ma soffre ogni giorno alla scrivania e rischiare per arrivare dove veramente desiderate.
Naspi 2021: cosa cambia
Le novità dal 2015 dopo il Job Act
Nei casi di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo oggettivo si farà sempre distinzione ad aziende con meno o più di 15 dipendenti.
Licenziamento per giustificato motivo oggettivo
- Nel caso di azienda con meno di 15 dipendenti da oggi si riducono le mensilità che saranno corrisposte, anche se di poco, in quanto dall’entrata in vigore dei contratti a tutele crescenti (che ancora non vedo scusatemi) in caso di illegittimo licenziamento si dovrà corrispondere una mensilità aggiuntiva per ogni anno di servizio e fino a 6 mensilità e con un minimo di 2. Prima invece erano almeno 2,5 mensilità.
- Nel caso di aziende con più di 15 dipendenti invece (e questo è il caso più grave perchè altro che sconfitta del precariato, getta tutto il mondo del lacoro nel precariatoe e nell’anisia da licenziamento)il reintegro non è mai obbligatorio e l’imprenditore potrà corrispondere solo due mensilità per anno di servizio con un minimo di 4 ed un massimo di 24. In pratica ti licenzio, poi se provi pagando un avvocato che era illegittimo (ossia non c’ra giusta causa) al massimo me la cavo con qualche mensilità….ma stiamo scherzando?!?!?
Licenziamento disciplinare
Nei casi di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo le due macro casistiche sono le seguenti:
- Nel caso di azienda con più di 15 dipendenti da oggi si riducono le mensilità che saranno corrisposte nel caso il licenziamento sia dichiarato illegittimo. Anche qui in pratica il datore di lavoro farà quello che gli pare. Parliamo sempre di minimo 4 e di due mensilità per ogni anno di servizio ma con un tetto di 24 mensilità. Solo nel caso in cui si provi che il fatto non sussisteva proprio allora il lavoratore ha diritto al reintegro e un indennizzo fino a 12 mensilità. Il lavoratore potrà richiedere in alternativa la risoluzione del rapporto chiedendo 15 mensilità.
- Nel caso di azienda con più di 15 dipendenti e qualora si provi che il fatto non sussisteva vale quanto detto sopra per il reintegro e le indennità corrisposte.
Novità dal 2016 nel licenziamento disciplinare
Il nuovo decreto legislativo sul licenziamento disciplinare restringe quindi i casi di reintegro del dipendente e amplia invece i casi di reintegro nel caso di licenziamento illegittimo.
Abbiamo visto sopra che le novità vanno ad integrare l’articolo 3 del D.Lgs. n. 23 del 2015 che disciplina il licenziamento disciplinare che si ha quando si verifica una giusta causa.
Licenziamento discriminatorio, nullo o orale
Questi sono i casi di cui i giornali a mio avviso hanno parlato di più ma che a mio avviso, forse mi sbaglierò, ma valgono di meno perchè il licenziamento orale non so chi lo faccia oggi però affrontiamo anche questi casi per cui nel caso ciò venga constatato dal Giudice (e questo naturalmente costa al lavoratore provarlo) il lavoratore avrà diritto al reintegro ed ad un’indennità superiore a 5 mensilità oppure qualora sceglierà di non proseguire il rapporto chiedere un’indennità pari a 15 mensilità. In pratica quindi il datore di lavoro avrà sempre la possibilità di offrire denaro al lavoratore per toglierselo dalle scatole e questo a mio avviso è svilente per il lavoro. L’unica distinzione si avrà per aziende fino a 15 dipendenti che applicheranno le regole dei contratti a tutele crescenti mentre quelle con oltre 15 dipendenti applicheranno l’articolo 18 della legge 300 del 1970.
Nel caso invece di licenziamento intimato l’onere della prova della sussistenza della giusta causa o del giustificato motivo di licenziamento spettava al datore di lavoro; tuttavia con l’introduzione dell’articolo 3, comma 2, del D.Lgs. n. 23 del 2015, nel caso di licenziamento per giustificato motivo soggettivo o per giusta causa in cui sia direttamente dimostrata in giudizio l’insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore l’onere della prova spetta al lavoratore perché è lui ad averne interesse. A me questa impostazione mette i brividi: come se tra i due soggetti l’unico ad avere interesse fosse il lavoratore. E il datore di lavoro no?!?! E per quale motivo? Perché tanto di lavoratori da licenziare ce ne sono tanti??? Solitamente chi accusa deve dimostrare e non chi viene accusato.
Ma dov’è l’addio al precariato secondo voi allora?
Licenziamento per giusta causa
Potete leggere gli articoli di approfondimento relativi ai casi di licenziamento per giusta causa in cui trovate alcuni esempi in cui ciò si realizza.
Alcuni esempi di licenziamento comuni a cui non si fa caso
I più comuni 7 casi del licenziamento disciplinare, tutte fattispecie che sono state interessate dalle novità del job act 2015 o in cui trovate alcuni esempi in cui sono descritti i nuovi contratti a tutele crescenti.
Impugnazione del Licenziamento: come fermare il licenziamento
Come funziona il Ticket per il licenziamento
Come funziona il richiamo verbale e la sospensione del lavoratore dipendente
Buongiorno,
ero un impiegato commerciale con contratto a tempo indeterminato e sono stato licenziato per giustificato motivo oggettivo (riduzione fatturato). Adesso vengo a conoscenza che subito dopo il mio licenziamento, è stato stipulato un mandato con un agente plurimandatario per ricoprire il mio ruolo. E’ legale? Come potrei muovermi?
Grazie.
Buongiorno, ricevuta la lettera di licenziamento per riduzione di personale congiuntura economica sfavorevole , per i 15 giorni di tempo fine al licenziamento non mi fanno lavorare ,invece apposto mio già da primo giorno ce un’altra persona
Cosa fare ?
Assunto con contratto a tempo determinato part-time con l’idea di svolgere certe mansioni scopro di essere adibito a tutt’altro (demansionamento) oltre ad essere oggetto di scherno del mio titolare.
Ultimo mese di contratto (in estate) tra chiusura ufficio e mancanza lavoro farei neppure la meta’ delle ore previste andando a consumare tutte le poche ore di ferie maturate e finendo con una busta paga piu che dimezzata. Posso invocare licenziamento per giusta causa potendo così iniziare altro lavoro?
Lavoro da 23 anni in un ente no profit. Ho un contratto federculture. Adesso il presidente mi chiede il cambio di contratto in studi professionali. La rinuncia alla 14a e la retrocessione. Ho detto che non accetto e che posso farmi la lettera di licenziamento. Posso chiedere la rinuncia al reintegro e 15 mensilità come indennità
Grazie per la sua attenzione
Consiglio sempre un legale perchè spesso gli uffici del personale commettono errori, soprattutto nelle piccole e medie imprese che non possono permettersi dei consulenti del lavoro che gli gestiscono la parte legale per cui la normativa come può vedere è in continua evoluzione. In tal modo può farsi fare anche una verifica dei conteggi che non fa mai male. Certamente su un orizzonte di una non di lavoro il beneficio potrebbe essere vanificato dagli onorari richiesti per cui valuterei con attenzione nel suo caso.
Buongiorno, sono stato licenziato, dopo un anno di lavoro, per riduzione di personale. Mi hanno presentato un foglio da firmare con scritto che mi pagheranno sei giorni di preavviso. Chiedo se è giusto firmarlo o mi devo rivolgere ad un legale? Grazie
non è obbligato a dare buone uscite. Mi sa che nel so caso ha capito che lei che se ne vuole andare e budini non le vuole lasciare alcunché.
Lavoro in una e azienda tessile di milano e mi sono messo in malatia xché volevo cambiarmi il contratto da indeterminato e determinato dopo sei mesi di malatia non riusciamo ad arrivare ad un accordo… mi aspettano 6 mensilità e il pagamento del licenziamento… vorrei capire il datore di lavoro è obbligato ad darti una liberà uscita? Xché vuole pagare solo il licenziamento e il mese di preavviso cosa devo fare?
Mia moglie e rimast a casa x giustificato motivo oggettivo però dentro in azienda lui ha una cooperativa ed una agenzia simo in causa tramite un avvocato speriamo che tutto va bene
Il bonus come lo hanno calcolato? facevano riferimento ad un ccml o ad un regolamento interno ad accordi scritti in sede di assunzione o di rinnovo?
Salve a tutti, sono stata licenziata pochi mesi fa (ingiustamente)
alla fine dopo una diatriba terribile di più di un mese di casini e lettere ricevute a casa dall’azienda, dicevano che poi non volevano più licenziarmi, forse perchè erano in torto e volevo ritornare indietro. Con un commericialista amico abbiamo deciso in un licenziamento consensuale ormai non vedevo più via di uscita. Ho avuto tutto oltre la liquidazione e un bonus uscita di soli 2.000 euro, dopo quasi ben 9 anni di lavoro. Forse mi hanno fregato nella cifra del bonus? grazie
Mi sembra che le stia prendendo un mese di stipendio
Buongiorno!
Il mio titolare ha deciso, di comune accordo di licenziarmi perché chiuderà fra qualche mese..
Vuole datare la lettera giugno in modo da interrompere i rapporti dal primo agosto, solo che io a luglio ho fatto ferie e malattia.. questo influisce in qualche modo? sta cercando di inchiappettarmi?
oggi mi hanno comunicato di cercarmi un altro posto di lavoro lavoro in un hotel da luglio 2015 con contratto 3piu 3 determinato e dal 31 dicembre con contratto indeterminato motivazione nn riescono a pagare gli stipendi e quindi ne lasciano a casa 3 su 10 io compreso mi hanno dato tempo fino a fine febbraio volevo sapere come e’ meglio muoversi e i miei diritti
Buongiorno,
Il 31/7 dopo 15 anni e 6 mesi di lavoro, mio padre è stato licenziato per giustificato motivo oggettivo(crisi economica). La motivazione è stata che non hanno più diritto alla cassa integrazione. Un mese dopo il licenziamento, i colleghi che non sono stati licenziati, sono di nuovo in cassa integrazione. Vorrei sapere se è possibile e corretto questo comportamento.
Ringrazio anticipatamente per la risposta
Facendo seguito alla sua risposta, la necessità di licenziamento per riduzione del personale parte dal presupposto che i volumi di lavoro, e di conseguenza d’affari, si sono ridotti notevolmente. Mentre i volumi non si sono ridotti nel settore curato dai lavoratori assunti tramite agenzia interinale.
Sono stato assunto part-time con gli sgravi contributivi del jobs act ad aprile 2015. Se l’azienda mi licenzia entro 6 mesi, posso essere riassunto da un’altra azienda mantenendo i benefici del jobs act?