Aggiornato il 28 Aprile 2023
Chi può accedere all’APE volontaria?
Negli ultimi anni, parlare di pensioni è sempre più complesso per via delle continue riforme che vengono effettuate e che portano a variazioni più o meno importanti delle età e delle modalità di pensionamento. Una delle ultime introduzioni in campo pensionistico è l’APE volontaria, anche detta pensionamento anticipato o anticipo pensionistico. Si tratta in realtà di una soluzione che è attiva ancora in via sperimentale e che permetterà, fino al termine del 2019, di anticipare la pensione tramite richiesta di un prestito da richiedere secondo modalità ben definite. Naturalmente, per poter richiedere il pensionamento anticipato è necessario effettuare una serie di procedure e, soprattutto, avere particolari requisiti.
Per prima cosa va sottolineato che l’APE volontaria non può essere richiesta da tutti, ma solo dai lavoratori dipendenti (siano essi pubblici o privati) o dai lavoratori autonomi. Infine può essere richiesta da quanti sono iscritti alla Gestione Separata INPS. Non possono fare richiesta dell’APE volontaria i liberi professionisti che risultano iscritti a una Cassa privata.
Tra tutti i lavoratori che possono accedere all’APE è necessario specificare che ci sono dei particolari requisiti che vanno soddisfatti. Per prima cosa, quindi, è necessario che il lavoratore abbia un’età specifica, ossia almeno 65 anni. L’età da sola, tuttavia, non è sufficiente visto che devono essere garantiti anche almeno venti anni di contributi.
La domanda va effettuata in uno specifico intervallo di tempo: in particolare, va richiesta quando mancano non più di tre anni e sette mesi dal diritto al pensionamento. Per come è strutturata l’APE volontaria – e in seguito verranno forniti ulteriori dettagli sulle sue caratteristiche – è anche necessario che l’importo che si percepirà al momento della pensione risulti essere almeno 1.4 volte il valore corrispondente al trattamento minimo INPS. Nel 2018 tale valore corrispondeva a 710 euro al mese.
Infine, un ulteriore parametro da prendere in considerazione è che per poter richiedere l’APE volontaria non si deve essere titolare di un assegno di invalidità o di una pensione diretta.
Come si richiede l’APE volontaria
Per meglio comprendere il motivo di tutte queste limitazioni per la richiesta dell’APE volontaria è bene definire al meglio le caratteristiche specifiche del pensionamento anticipato. Va subito sottolineato che l’APE volontaria non è un sussidio assistenziale che viene garantito a determinate classi lavorative, ma un vero e proprio prestito. Si tratta quindi di un finanziamento che viene effettuato presso una banca e la cui garanzia è proprio assicurata dalla pensione.
Per poter richiedere il prestito che porta al pensionamento anticipato, il lavoratore dovrà rivolgersi a una banca o istituto di credito specifico: non tutte le banche, infatti, possono stipulare contratti di finanziamento per il pensionamento anticipato. Bisogna quindi rivolgersi a istituti di credito che abbiano aderito agli specifici accordi tra Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI). A differenza dei finanziamenti comunemente richiesti, che prevedono modalità di rateizzazione diverse a seconda dei casi, con l’anticipo di pensione tempi e numero di rate sono ben definiti: queste ultime, in particolare, sono 240 e vanno restituite in un periodo massimo di venti anni. La restituzione avviene con una trattenuta sulla pensione stessa. Al pensionamento anticipato va poi associata un’assicurazione che garantisca in caso di morte del pensionato prima del completamento del pagamento delle rate stesse.
Dal punto di vista pratico, questi significa che quando il lavoratore fa richiesta per l’APE volontaria, l’istituto di credito gli verserà un anticipo sulla pensione. Tale anticipo non può essere superiore a 43 mensilità: questo valore rappresenta il numero di mesi entro i quali il lavoratore stesso maturerà il pensionamento. Sarà l’INPS che, nel momento in cui dovrà procedere al pagamento della pensione, si preoccuperà di rimborsare l’istituto di credito con cui si è stipulato il prestito per il pensionamento anticipato. I rimborsi procederanno con trattenuta mensile sulla pensione e versamento all’istituto di credito delle somme previste e comprensive di interessi. A seconda del tipo di contratto, l’importo richiesto potrà essere erogato fino a dodici mensilità all’anno, per una durata minima di sei mesi a una massima – come già accennato – di 43 mesi.
Una particolarità dell’APE volontaria è che essa, in caso di variazione dell’età pensionabile, può essere integrata tramite un finanziamento supplementare, in modo da garantire ugualmente il raggiungimento dell’età pensionabile. Se un lavoratore ha fatto richiesta dell’APE volontaria e si vede ritardare la possibilità di pensionamento per entrata in vigore di nuove leggi, potrà quindi decidere se chiedere o meno una dilatazione del prestito a copertura della nuova data di pensionamento.
Per quanto riguarda le modalità di richiesta, è necessario per prima cosa che il lavoratore si procuri, facendo specifica richiesta all’INPS, la certificazione che attesti il diritto alla pensione e i tempi necessari per il raggiungimento del pensionamento. La certificazione permetterà infatti al lavoratore di dimostrare che presenta tutti i requisiti necessari ad effettuare la richiesta di APE volontaria. Si potrà quindi procedere alla presentazione della domanda, per via telematica oppure tramite agenzie di intermediazione abilitate a questo tipo di operazione. La domanda sarà poi valutata dall’INPS che, in caso di requisiti soddisfacenti, comunicherà i risultati della valutazione. Tutte le comunicazioni avvengono per via telematica. La comunicazione prevede quindi una certificazione che sottolinea la possibilità di richiedere il pensionamento anticipato e gli importi massimi ottenibili in base al tipo di pensione.
Una volta ottenuta la certificazione, il lavoratore potrà procedere con la richiesta dell’APE presso l’istituto di credito. Questo verrà indicato dall’INPS, così come sarà indicata la compagnia di assicurazioni alla quale andrà richiesta una polizza di rischio in caso di morte prematura. Contestualmente, andrà inoltrata anche la richiesta vera e propria di pensionamento.
APE volontaria e prestito
Quando si fa richiesta di APE volontaria è bene sapere quali siano i limiti, ossia l’importo minimo e massimo che può essere richiesto. Se tuttavia l’importo minimo è fisso ed è pari a 150 euro mensili, quello massimo è strettamente legato al tipo di pensione, ossia al valore della stessa. Inoltre dipende anche dai tempi entro cui si fa la richiesta.
Se si fa richiesta di APE volontario quando mancano più di tre anni dall’età del pensionamento, non si potrà vedere corrisposta una somma maggiore del 75% della pensione. Se, invece, l’anticipo è compreso tra un periodo di due e tre anni, si potrà ricevere una somma pari fino all’80% della pensione. Ancora, tra i dodici e ventiquattro mesi il valore percentuale sale all’85% mentre per richieste inferiori di dodici mesi e in casi specifici si può arrivare a richiedere anche il 90% della pensione.
Va ricordato che questo tipo di pensionamento anticipato è nato come vero e proprio esperimento: per il 2019 è stato confermata, con la legge di bilancio, la possibilità di fare richiesta di APE volontaria secondo le stesse modalità previste per il 2018, pur se con alcuni adeguamenti. Eventuali proroghe o variazioni delle modalità di richiesta del pensionamento anticipato saranno forse previste per il 2020.