Cos’è e come funziona la pensione di reversibilità? Chi ne ha diritto e in che percentuale? Qual è la differenza con la pensione indiretta? Ecco alcune delle domande alle quali proveremo a dare risposta per chiarire un tema molto delicato.
Cos’è la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità è un fondamentale trattamento di sostegno pensionistico previsto per i familiari superstiti del pensionato (reversibilità diretta) o del lavoratore deceduto (in tal caso viene detta “reversibilità indiretta“). Si tratta di un diritto alla pensione stabilito per legge, che può essere richiesto in determinate circostanze (quali età e reddito) e legato al reddito IRPEF.
La pensione di reversibilità può essere rivolta ai coniugi, ai figli minorenni o maggiorenni, e ad altri particolari eredi del deceduto: si tratta in pratica di una trattamento previdenziale erogato in base ad una percentuale di quella spettante al soggetto deceduto e in quanto tale la cifra spettante ai superstiti è molto variabile.
Come funziona la pensione di reversibilità?
I familiari superstiti, in caso di morte dell’assicurato o pensionato iscritto presso una delle gestioni dell’INPS, hanno diritto alla pensione nel caso in cui ricorrano determinate condizioni.
La prima condizione si verifica nel caso in cui il dante causa sia titolare di pensione diretta ovvero avendone diritto, ne abbia in corso la liquidazione. I superstiti in questo caso avranno diritto alla pensione di reversibilità.
L’altra situazione si verifica quando il lavoratore deceduto, senza essere titolare di pensione diretta, abbia comunque maturato i prescritti requisiti contributi minimi previsti dalla legge, individuati nel possesso di almeno 15 anni di contributi o 5 di contributi, di cui almeno 3 nel quinquennio precedete alla data del decesso. I superstiti avranno quindi diritto alla pensione indiretta.
La pensione di reversibilità è considerata una prestazione previdenziale, un diritto che in caso di decesso del pensionato o del lavoratore viene riconosciuto al familiare più prossimo. A prescindere dalla presentazione della domanda, la pensione di reversibilità viene percepita a partire dal primo giorno del mese successivo a quello della morte del pensionato o del lavoratore.
A chi spetta la pensione di reversibilità?
Chi ha diritto alla pensione di reversibilità? La norma (art 22 legge 903/1965) recita che nel caso di morte del pensionato o dell’assicurato, “spetta una pensione al coniuge e ai figli superstiti che, al momento della morte del pensionato o dell’assicurato, non abbiano superato l’età di 18 anni e ai figli di qualunque età riconosciuti inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso di questi.“
Possiamo dunque affermare che in generale hanno diritto alla pensione di reversibilità il coniuge e i figli superstiti, anche se è necessario fare delle precisazioni.
Pensione Reversibilità al coniuge
In caso di coniuge la pensione di reversibilità spetta nelle seguenti casistiche:
- coniuge, anche se separato legalmente
- coniuge divorziato a condizione che:
- sia titolare di assegno periodico divorzile
- non sia sposato nuovamente dopo il divorzio – il coniuge che passa a nuove nozze perde il diritto alla pensione ai superstiti, ma ha diritto a un assegno una-tantum pari a due annualità (articolo 3, decreto legislativo 18 gennaio 1945, n. 39) della quota di pensione in pagamento, compresa la tredicesima mensilità, nella misura spettante alla data del nuovo matrimonio. Nel caso in cui il dante causa abbia contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale.
- la data di inizio del rapporto assicurativo (iscrizione INPS) del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio (sentenza divorzio)
Presenza di due coniugi (prima e seconda moglie)
Cosa succede nel caso di prima e seconda moglie? Come viene divida la reversibilità? La legge n. 898/1970 che disciplina i casi di scioglimento di matrimonio, conferisce un autonomo diritto alla pensione di reversibilità sia all’ex coniuge che al coniuge superstite, se entrambi in possesso dei requisiti richiesti dalla legge.
In particolare il legislatore ha stabilito che, in caso di concorso tra ex coniuge e coniuge superstite, l’assegno di venga attribuito “dal Tribunale, tenendo conto della durata del rapporto” (comma 3). In seguito a sentenze in della Corte Costituzionale, si è stabilito che il criterio della durata del rapporto non possa essere l’unico parametro, ma occorra riferirsi anche ammontare dell’assegno e le condizioni economiche dei coniugi concorrenti (come nel caso di liquidazione dell’assegno divorzile).
Pensione Reversibilità ai figli
I figli hanno diritto alla reversibilità nei seguenti casi:
- figli minorenni alla data del decesso del genitore;
- figli maggiorenni di età compresa tra 18 e 21 anni studenti di scuola media secondaria, sono a carico del genitore al momento del decesso, non lavorano, frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici purché non svolgano attività lavorativa
- figli maggiorenni che studiano all’Università, sono a carico del genitore al momento del decesso, non lavorano, e sono minori di 26 anni;
- figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
Come abbiamo appena visto pertanto i figli hanno diritto alla pensione prevista per i superstiti se il de cuius prima del decesso provvedeva al loro mantenimento in maniera continuativa. In poche parole non si possono affacciare alla porta figli di cui non si è mai sentito parlare e per cui il padre, legittimamente, non doveva prendersene cura.
Altro importante punto è quello relativo all’essere studente: il venir meno della condizione di studente o la cessazione dell’attività lavorativa comportano la sospensione della pensione. Si deve quindi andare a fondo e comprendere meglio cosa debba intendersi per Studente e quando si perde tale status.
Lo status si perde in caso di frequenza di una scuola media professionale e per tutta la durata del corso legale. Se prendiamo il caso dello studente universitario abbiamo visto che la norma definisce che la pensione si interrompe quando i figli interrompono o finiscono gli studi e al compimento del 26esimo anno di età del figlio.
È buffo se vogliamo essere ironici o è drammatico se vogliamo essere realisti, pensare come anche un bambino delle elementari sa benissimo che a 26 anni la maggior parte dei ragazzi ancora si sta laureando e sono ben lontani dall’essere indipendenti economicamente. Per cui interrompere l’erogazione della pensione di reversibilità equivale a indurlo a prendere il primo lavoro che capito o a gravare sulla madre per intero.
La pensione al contrario spetta sempre ai figli inabili al lavoro, anche nel caso l’inabilità sia dichiarata in un qualsiasi momento anche successivo di tanto alla morte del padre.
Figli Superstiti ed Equiparati
La pensione di reversibilità spetta anche ai figli ed equiparati:
- i figli adottivi e affiliati del lavoratore deceduto;
- i figli del deceduto riconosciuti o giudizialmente dichiarati;
- i figli non riconoscibili dal deceduto per i quali questi era tenuto al mantenimento o agli alimenti in virtù di sentenza, nei casi previsti dall’articolo 279 del codice civile;
- i figli non riconoscibili dal deceduto che nella successione del genitore hanno ottenuto il riconoscimento del diritto all’assegno vitalizio, ai sensi degli articoli 580 e 594 del codice civile;
- i figli nati dal precedente matrimonio del coniuge del deceduto;
- i figli riconosciuti, o giudizialmente dichiarati, dal coniuge del deceduto;
- i minori regolarmente affidati dagli organi competenti a norme di legge;i nipoti minori, anche se non formalmente affidati, dei quali risulti provata la vivenza a carico degli ascendenti;
- i figli postumi, nati entro il 13° giorno dalla data di decesso del padre (in tale fattispecie la decorrenza della contitolarità è il primo giorno del mese successivo alla nascita del figlio postumo).
Quindi il diritto alla reversibilità per i superstiti è condizionato al rispetto di alcuni requisiti.
Reversibilità in assenza di coniuge e figli
Cosa succede quando una persona senza coniuge né figli muore? In questo caso i beneficiari della reversibilità vengono per così dire ampliati, pertanto l’assegno di reperibilità spetta:
- ai genitori della persona deceduta, purché di età superiore a 65 anni al momento del decesso, non titolari di pensione e a carico del figlio defunto
- fratelli celibi e sorelle nubili della persona deceduta, in caso di assenza dei genitori e nel caso in cui al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, senza pensione e a carico del lavoratore deceduto.
Sono ammessi alla categoria dei figli ed equiparati del lavoratore deceduto, anche i minori regolarmente
affidati dagli organi di legge, i nipoti minori se a carico degli ascendenti (nonno o ona) e i figli postumi se nati entro il 13°giorno dalla data del decesso.
Come si calcola la pensione di reversibilità: le Quote Percentuali per moglie e figli
Le aliquote di reversibilità sono stabilite nelle seguenti misure:
- 60% per il coniuge senza figli;
- 80% per il coniuge con un figlio;
- 100% per il coniuge con due o più figli.
Qualora abbiano diritto a pensione i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:
Soggetti superstiti | Percentuale |
---|---|
|
70% |
|
80% |
|
100% |
|
15% |
|
30% |
|
15% |
|
30% |
|
45% |
|
60% |
|
75% |
|
90% |
|
100% |
Gli importi dei trattamenti pensionistici ai superstiti sono cumulabili con i redditi del beneficiario (coniuge, genitori fratelli e sorelle), nei limiti di cui alla tabella F, legge 8 agosto 1995, n. 335.
I limiti di cumulabilità non si applicano nel caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili, individuati secondo la disciplina dell’Assicurazione Generale Obbligatoria.4
Questi importi sono cumulabili con altri redditi dei beneficiari, entro dati limiti stabiliti annualmente. Per il 2023 la riduzione dell’assegno di reversibilità ai superstiti in presenza di altri redditi segue i valori presenti nella tabella sottostante:
Cos’è e come funziona la pensione di reversibilità? Chi ne ha diritto e in che percentuale? Qual è la differenza con la pensione indiretta? Ecco alcune delle domande alle quali proveremo a dare risposta per chiarire un tema molto delicato.
Cos’è la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità è un fondamentale trattamento di sostegno pensionistico previsto per i familiari superstiti del pensionato (reversibilità diretta) o del lavoratore deceduto (in tal caso viene detta “reversibilità indiretta“). Si tratta di un diritto alla pensione stabilito per legge, che può essere richiesto in determinate circostanze (quali età e reddito) e legato al reddito IRPEF.
La pensione di reversibilità può essere rivolta ai coniugi, ai figli minorenni o maggiorenni, e ad altri particolari eredi del deceduto: si tratta in pratica di una trattamento previdenziale erogato in base ad una percentuale di quella spettante al soggetto deceduto e in quanto tale la cifra spettante ai superstiti è molto variabile.
Come funziona la pensione di reversibilità?
I familiari superstiti, in caso di morte dell’assicurato o pensionato iscritto presso una delle gestioni dell’INPS, hanno diritto alla pensione nel caso in cui ricorrano determinate condizioni.
La prima condizione si verifica nel caso in cui il dante causa sia titolare di pensione diretta ovvero avendone diritto, ne abbia in corso la liquidazione. I superstiti in questo caso avranno diritto alla pensione di reversibilità.
L’altra situazione si verifica quando il lavoratore deceduto, senza essere titolare di pensione diretta, abbia comunque maturato i prescritti requisiti contributi minimi previsti dalla legge, individuati nel possesso di almeno 15 anni di contributi o 5 di contributi, di cui almeno 3 nel quinquennio precedete alla data del decesso. I superstiti avranno quindi diritto alla pensione indiretta.
La pensione di reversibilità è considerata una prestazione previdenziale, un diritto che in caso di decesso del pensionato o del lavoratore viene riconosciuto al familiare più prossimo. A prescindere dalla presentazione della domanda, la pensione di reversibilità viene percepita a partire dal primo giorno del mese successivo a quello della morte del pensionato o del lavoratore.
A chi spetta la pensione di reversibilità?
Chi ha diritto alla pensione di reversibilità? La norma (art 22 legge 903/1965) recita che nel caso di morte del pensionato o dell’assicurato, “spetta una pensione al coniuge e ai figli superstiti che, al momento della morte del pensionato o dell’assicurato, non abbiano superato l’età di 18 anni e ai figli di qualunque età riconosciuti inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso di questi.“
Possiamo dunque affermare che in generale hanno diritto alla pensione di reversibilità il coniuge e i figli superstiti, anche se è necessario fare delle precisazioni.
Pensione Reversibilità al coniuge
In caso di coniuge la pensione di reversibilità spetta nelle seguenti casistiche:
- coniuge, anche se separato legalmente
- coniuge divorziato a condizione che:
- sia titolare di assegno periodico divorzile
- non sia sposato nuovamente dopo il divorzio – il coniuge che passa a nuove nozze perde il diritto alla pensione ai superstiti, ma ha diritto a un assegno una-tantum pari a due annualità (articolo 3, decreto legislativo 18 gennaio 1945, n. 39) della quota di pensione in pagamento, compresa la tredicesima mensilità, nella misura spettante alla data del nuovo matrimonio. Nel caso in cui il dante causa abbia contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale.
- la data di inizio del rapporto assicurativo (iscrizione INPS) del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio (sentenza divorzio)
Presenza di due coniugi (prima e seconda moglie)
Cosa succede nel caso di prima e seconda moglie? Come viene divida la reversibilità? La legge n. 898/1970 che disciplina i casi di scioglimento di matrimonio, conferisce un autonomo diritto alla pensione di reversibilità sia all’ex coniuge che al coniuge superstite, se entrambi in possesso dei requisiti richiesti dalla legge.
In particolare il legislatore ha stabilito che, in caso di concorso tra ex coniuge e coniuge superstite, l’assegno di venga attribuito “dal Tribunale, tenendo conto della durata del rapporto” (comma 3). In seguito a sentenze in della Corte Costituzionale, si è stabilito che il criterio della durata del rapporto non possa essere l’unico parametro, ma occorra riferirsi anche ammontare dell’assegno e le condizioni economiche dei coniugi concorrenti (come nel caso di liquidazione dell’assegno divorzile).
Coniuge residente all’estero
Nel momento in cui un coniuge residente all’estero venisse a mancare, il coniuge sopravvissuto o gli aventi diritto, pur anch’essi residenti all’estero possono fare richiesta dell’assegno di reversibilità. Ciò significa che non sono previste variazioni nella disciplina della reversibilità se il coniuge percipiente risiede stabilmente all’estero, con iscrizione AIRE.
Pensione Reversibilità ai figli
I figli hanno diritto alla reversibilità nei seguenti casi:
- figli minorenni alla data del decesso del genitore;
- figli maggiorenni di età compresa tra 18 e 21 anni studenti di scuola media secondaria, sono a carico del genitore al momento del decesso, non lavorano, frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici purché non svolgano attività lavorativa
- figli maggiorenni che studiano all’Università, sono a carico del genitore al momento del decesso, non lavorano, e sono minori di 26 anni;
- figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
Come abbiamo appena visto pertanto i figli hanno diritto alla pensione prevista per i superstiti se il de cuius prima del decesso provvedeva al loro mantenimento in maniera continuativa. In poche parole non si possono affacciare alla porta figli di cui non si è mai sentito parlare e per cui il padre, legittimamente, non doveva prendersene cura.
Altro importante punto è quello relativo all’essere studente: il venir meno della condizione di studente o la cessazione dell’attività lavorativa comportano la sospensione della pensione. Si deve quindi andare a fondo e comprendere meglio cosa debba intendersi per Studente e quando si perde tale status.
Lo status si perde in caso di frequenza di una scuola media professionale e per tutta la durata del corso legale. Se prendiamo il caso dello studente universitario abbiamo visto che la norma definisce che la pensione si interrompe quando i figli interrompono o finiscono gli studi e al compimento del 26esimo anno di età del figlio.
È buffo se vogliamo essere ironici o è drammatico se vogliamo essere realisti, pensare come anche un bambino delle elementari sa benissimo che a 26 anni la maggior parte dei ragazzi ancora si sta laureando e sono ben lontani dall’essere indipendenti economicamente. Per cui interrompere l’erogazione della pensione di reversibilità equivale a indurlo a prendere il primo lavoro che capito o a gravare sulla madre per intero.
La pensione al contrario spetta sempre ai figli inabili al lavoro, anche nel caso l’inabilità sia dichiarata in un qualsiasi momento anche successivo di tanto alla morte del padre.
Figli Superstiti ed Equiparati
La pensione di reversibilità spetta anche ai figli ed equiparati:
- i figli adottivi e affiliati del lavoratore deceduto;
- i figli del deceduto riconosciuti o giudizialmente dichiarati;
- i figli non riconoscibili dal deceduto per i quali questi era tenuto al mantenimento o agli alimenti in virtù di sentenza, nei casi previsti dall’articolo 279 del codice civile;
- i figli non riconoscibili dal deceduto che nella successione del genitore hanno ottenuto il riconoscimento del diritto all’assegno vitalizio, ai sensi degli articoli 580 e 594 del codice civile;
- i figli nati dal precedente matrimonio del coniuge del deceduto;
- i figli riconosciuti, o giudizialmente dichiarati, dal coniuge del deceduto;
- i minori regolarmente affidati dagli organi competenti a norme di legge;i nipoti minori, anche se non formalmente affidati, dei quali risulti provata la vivenza a carico degli ascendenti;
- i figli postumi, nati entro il 13° giorno dalla data di decesso del padre (in tale fattispecie la decorrenza della contitolarità è il primo giorno del mese successivo alla nascita del figlio postumo).
Quindi il diritto alla reversibilità per i superstiti è condizionato al rispetto di alcuni requisiti.
Reversibilità in assenza di coniuge e figli
Cosa succede quando una persona senza coniuge né figli muore? In questo caso i beneficiari della reversibilità vengono per così dire ampliati, pertanto l’assegno di reperibilità spetta:
- ai genitori della persona deceduta, purché di età superiore a 65 anni al momento del decesso, non titolari di pensione e a carico del figlio defunto
- fratelli celibi e sorelle nubili della persona deceduta, in caso di assenza dei genitori e nel caso in cui al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, senza pensione e a carico del lavoratore deceduto.
Sono ammessi alla categoria dei figli ed equiparati del lavoratore deceduto, anche i minori regolarmente
affidati dagli organi di legge, i nipoti minori se a carico degli ascendenti (nonno o ona) e i figli postumi se nati entro il 13°giorno dalla data del decesso.
Come si calcola la pensione di reversibilità: le Quote Percentuali per moglie e figli
Le aliquote di reversibilità sono stabilite nelle seguenti misure:
- 60% per il coniuge senza figli;
- 80% per il coniuge con un figlio;
- 100% per il coniuge con due o più figli.
Qualora abbiano diritto a pensione i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:
Soggetti superstiti | Percentuale |
---|---|
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70% |
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80% |
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100% |
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15% |
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30% |
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15% |
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30% |
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45% |
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60% |
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75% |
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90% |
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100% |
Gli importi dei trattamenti pensionistici ai superstiti sono cumulabili con i redditi del beneficiario (coniuge, genitori fratelli e sorelle), nei limiti di cui alla tabella F, legge 8 agosto 1995, n. 335.
I limiti di cumulabilità non si applicano nel caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili, individuati secondo la disciplina dell’Assicurazione Generale Obbligatoria.4
Questi importi sono cumulabili con altri redditi dei beneficiari, entro dati limiti stabiliti annualmente.
Per il 2023 la riduzione dell’assegno di reversibilità ai superstiti in presenza di altri redditi segue i valori presenti nella tabella sottostante:
Ammontare Redditi diversi da Pensione ai superstiti | % Riduzione |
fino a 21.985,86€ | Nessuna Riduzione |
da 21.985,87€ a 29.314.48€ | 25% |
da 29.314.48€ a 36.643,10€ | 40% |
da 36.643,11€ | 50% |
In ogni caso, ricordiamo, come ad oggi, la pensione di reversibilità possa essere tagliata quando il beneficiario ha altri redditi. Per l’erogazione della pensione di reversibilità ai fini del calcolo del reddito non rientrano alcune voci di seguito elencate:
- importo di altre reversibilità;
- abitazione principale e pertinenze;
- somme arretrate soggette a tassazione separata;
- assegno sociale, assegno nucleo familiare e Trattamento di Fine Rapporto;
- prestazioni per invalidità civile, assegni di accompagnamento invalidità, rendite INAIL e pensioni di guerra;
- interessi di CCT, BOT e altri Titoli di Stato.
Quali sono i requisiti per ottenere reversibilità
Per maturare il diritto alla reversibilità per i superstiti nell’arco della vita lavorativa il lavoratore deceduto deve aver accumulato in alternativa almeno:
- 780 contributi settimanali, requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia prima del Decreto Legislativo 503/92;
- 260 contributi settimanali, dei quali almeno 156 nei 5 anni precedenti la data del decesso, requisiti richiesti per l’assegno di invalidità.
Come fare Domanda per la pensione Reversibilità
Per ottenere la reversibilità occorre presentatre domanda all’INPS secondo una delle seguenti modalità:
- sito web INPS
- contact center chiamando al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile
- enti di patronato e intermediari dell’Istituto