Guida fiscale per l’apertura della partita Iva
Una volta stabilito se siamo obbligati ad aprirla e vi prego di non fa riferimento al limite dei 5.000 euro per stabilire se dovete aprirla o no in quanto quella è una norma previdenziale che vi obbliga solo a versare i contributi previdenziali INPS ed iscrivervi alla gestione separata INPS se superate quell’importo ma non vi obbliga ad aprire la partita Iva.
Chiarito questo se avete superato anche questo ostacolo ricordate che per richiedere la partita Iva potete rivolgervi all’agenzia delle Entrate più vicina al vostro domicilio fiscale, oppure potete rivolgervi ai professionisti come i dottori commercialisti abilitati all’invio telematico delle richieste di apertura di partita Iva o ai CAF o centri di assistenza fiscale.
A tal proposito ed essendo un argomento che ha destato molto interesse in quanto tutti all’inizio recitano la classica frase”Tanto io sto sotto i 5 mila euro non devo aprire la partita Iva” ho deciso di scrivere due articoli di approfondimento dedicati uno alla prestazione occasionale uno all’apertura della partita Iva per cercare di fornire qualche maggiore chiarimento su un argomento che potrebbe indurvi in sanzione Iva.
Da una parte quindi leggete l’articolo dedicato alla prestazione occasionale e l’altro all’apertura della partita Iva.
La documentazione necessaria per aprire la partita Iva
La documentazione necessaria consiste in un documento di identità da cui prendere i dati anagrafici del soggetto che intende aprire la partita Iva ed i moduli che trovate nella sezione moduli del presente sito sempre che non abbiate prima provato a farlo dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre avrete bisogno del modello per l’apertura della partita Iva che si chiama modello Mod. AA9/12, per le ditte individuali, lavoratori autonomi o Mod. AA7/7 per i soggetti diversi dalle persone fisiche (società di persone, di capitali, società in accomandita per azioni, enti che svolgono attività commerciale, ecc.).
La partita Iva è un codice numerico formato da 11 caratteri di cui i primi 7 individuano il contribuente, i 3 successivi il codice dell’Ufficio di competenza, mentre l’ultimo è un carattere di controllo.
Nel modulo l’unico problema che potreste avere nella compilazione è quello di indicare se aderite al regime delle nuove iniziative imprenditoriali o altri regimi fiscali agevolati.
Altro aspetto da chiarire è dove terrete le vostre scritture contabili (per intenderci, la copia delle fatture acquisti, vendite, libri e registri contabili, ecc) in quanto alcuni le tengono a casa e le portano al commercialista solo per i giorni che interessano la dichiarazione mentre altri lasciano tutta la documentazione direttamente al commercialista e questo dovrà essere indicato nel modello di apertura di partita iva od in quello di variazioni dei dati se qualcosa dovesse cambiare.
Si richiede altresì copia del documentato di identità valido quindi portatene sempre una copia con voi e la duplice copia per ogni documento ce presenterete in forma cartacea presso l’agenzia delle entrate.
Quanto costa aprire la partita IVA
Chiarisco che per quello che concerne i costi di apertura della partita Iva non sono previsti per i soggetti che si recano direttamente all’agenzia delle entrate compilando autonomamente il modello e consegnandolo in busta chiusa all’ufficio mentre potranno avere dei costi variabili per i soggetti che si serviranno del Caf o del dottore commercialista o professionista abilitato, anche se spesso i commercialisti non chiedono tanto per aprire la partita Iva perché dopo sanno che la gestione contabile sarà probabilmente data a loro.
Sarà possibile anche inviare la richiesta di apertura per posta raccomandata con ricevuta di ritorno ad un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate azzerando le file. Altrimenti abbiamo l’invio telematico ma dovrete rivolgervi ad un commercialista che tuttavia azzererà i vostri tempi.
Per i soggetti non residenti in Italia è prevista la nomina di un rappresentante fiscale oppure anche l’istituto della identificazione diretta presso il nostro paese o potranno aprire direttamente una stabile organizzazione in Italia (di cui parleremo insieme nel corso di altri articoli) utilizzando il modello ANR/1. Nel caso dell’identificazione diretta invece vi dovrete presentare direttamente presso gli uffici di Roma 6.
Vi indico anche i modelli che dovete utilizzare per l’apertura con le relative istruzioni da cui potrei evincere che non stiamo parlando di nulla di sconvolgente.
Apertura, variazione e chiusura soggetti diversi da persone fisiche (modello AA7/10)
Apertura, variazione e chiusura persone fisiche (modello AA9/12)
Identificazione Iva per i soggetti non residenti (modello Anr/3)
Vi segnalo nuovamente l’articolo dedicato al nuovo regime forfettario dei contribuenti minimi qualora non l’aveste letto che dal primo gennaio 2016 subisce importanti modifiche
Potete leggere la guida all’ iscrizione al regime dei contribuenti minimi.
Come funziona si vorrei vendere prodotti su internet con una mia marca, devo aprire empresa? Devo aprire partita Iva??
Se sono diipendente part-time, superò di poco i 10.000 €/anno e apro una partita IVA e con quella non superò i 5000 €.
L’sicrizione all’una o all’altra è una sua scelta di convenienza.
No, come le ho detto non scatterebbe l’obbligo inq uanto al di sotto del minimo. A 5001 euro scatta l’obbligo al versamento.
oppure detto in altro modo..
se avessi partita iva(col regime minimi) e fossi iscritto alla gestione separata inps, ma fatturassi meno di 5000 euro/annui dovrei comunque pagare contributi previdenziali all’INPS?
non ho capito…non sono iscritto nè alla cassa forense nè all’inps..ma se avessi partita iva e fatturassi meno di 5000 euro annui avrei obblighi contributivi ?
Cioè anche fatturando meno di 5000 euro sono costretto ad iscrivermi (e pagare) o all’inps o alla cassa forense?
grazie
Non proprio. Se è iscirtto alla cassa forenze segue le regole della cassa forenze. se è iscritto all’inps segue regole della gestione separata INPS.
Sono un professionista autonomo (praticante avvocato abilitato al patrocinio)e vorrei capire..
Per la cassa forense l’obbligo di iscrizione sorge se supero i 10000 €/annui.
Per l’inps invece la soglia minima è 5000 €/annui?
Quindi se avessi la partita iva (minimi) e lavoro tutto l’anno, ma
1) resto sotto i 5000 € non ho obblighi contributivi?
2)se supero i 5000 € ma resto sotto i 10000€ annui devo iscrivermi all’inps?
3) se suèpero i 10000 €/annui devo iscrivermi alla cassa forense.
è corretto?
Allora una cosa sono il superare i 5 mila euro che ti obbligano all’apertura della posizione INPS o ad altra cassa dipende da cosa fai nella vita. Altra cosa e’ lavorare per esempio 278 giorni l’anno e guadagnare 4 mila euro che ti obbliga ad aprire la partita IVA ma non la gestione separata.
Dice “i 5000 euro riguardano l’INPS”, per cui se io lavoro per di più di 30 giorni (di fila o in generale durante l’anno?) devo aprire la P.IVA, ma se la apro non ho come conseguenza diretta l’obbligo di versare contributi? E se guadagno meno di 5.000 perché mai dovrei aprirla considerando appunto il fisso da versare all’INPS e magari altre spese come quelle del commercialista?, anche se magari i minimi vengono aiutati aggratis dall’ag. delle entr.
Grazie per una Vostra eventuale risposta.