Aggiornato il 4 Maggio 2023
Come funziona la ritenuta d’acconto in estrema sintesi
Come sicuramente avrete sentito al momento dell’emissione della fattura si applicano le ritenute d’acconto, ossia se avete concordato un importo a titolo di onorari a titolo di esempio di 1.000 euro, vi sarà applicata una ritenuta d’acconto del 20% (sempre ipotizzando un’aliquota ordinaria) e vi sarà notificato sul conto corrente bancario 800. Le 200 che vi sono state trattenute saranno versate entro il 16 del mese successivo a quello di pagamento della fattura dal soggetto che ve le ha trattenute in fattura.
Le 200 saranno indicate nella vostra dichiarazione dei redditi modello unico come ritenute subite e che andranno ad abbattere dello stesso importo le imposte che voi dovrete versare. Costituiscono pertanto una vera e propria anticipazione delle imposte effettuate dal vostro sostituto di imposta ossia dal soggetto che vi paga. La ragione è ufficialmente quella di attuare il prelievo sui soggetti che è più facile rintracciare ossia i soggetti Iva a cui erogate le vostre prestazioni, in pratica anticipate una provvista finanziaria allo Stato che vi sarà riconosciuta al momento del versamento delle imposte.
Le voci che entrano nella base imponibile per le ritenute d’acconto
Capita anche nel caso di ricevimento delle fatture in cui alcuni fornitori inseriscono nella parte superiore della fattura, per intenderci nel computo della base imponibile su cui si applica la ritenuta d’acconto da versare, altre voci di costi ed in base a questo nascono delle controversie in merito all’esatta allocazione all’interno della fattura e all’assoggettamento o meno alla ritenuta d’acconto.
Come evidenziato nell’articolo dedicato alla guida alla fatturazione abbiamo visto che all’interno della fattura ci sono tante voci (soprattutto in quelle degli avvocati che talvolta durano anche 3 pagine) e quindi sorge il bisogno di capire se abbiano applicato bene i disposti normativi in merito di applicazione della ritenuta d’acconto.
Importi su cui si applica la ritenuta
La prima voce che entra nella base imponibile valida per il calcolo della ritenuta sono gli onorari e sono quelli che solitamente si contrattano con il cliente. Se inoltre applicate il contributo alla cassa previdenziale di appartenenza come quella per la cassa commercialisti o avvocati o altre o versate i contributi alla gestione separata , nella base imponibile entreranno anche questi (in genere il 4% degli onorari).
Oltre a questi vi sono anche i cosiddetti rimborsi spese o rimborsi a piè di lista che molti si domandano cosa siano. In realtà non sono altro che quelle spese di vitto, viaggio e alloggio effettivamente sostenute e documentate che sono da voi anticipate e successivamente messe a rimborso in fattura.
Modello di ritenuta d’acconto in fattura
Il principio che applicherete per verificare se tra i rimborsi a piè di lista esistono voci che non entrano nella base imponibile è l’inerenza della spesa rispetto all’oggetto della prestazione di servizi erogata. Laddove sia inerente, effettivamente sostenuta per conto del cliente ed effettivamente documentata, rientrerà nella base imponibile.
Non sono soggetti a ritenuta d’acconto i contributi INPS ed INAIL
Riguardo ai redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore e ai diritti per opere d’ingegno, il reddito imponibile è dato dall’ammontare dei compensi, in denaro o in natura, percepiti nel periodo d’imposta ridotto del 25% a titolo di deduzione forfetaria delle spese sostenute (importo elevato al 40% se i compensi sono percepiti da soggetti di età inferiore a 35 anni).
Come si versa la ritenuta
La ritenuta d’acconto dovrà essere versata con modello F24 entro il 16 del mese successivo a quello di pagamento; purtroppo se avete pagato una fattura il 30 del mese avrete solo 16 giorni per effettuare il versamento della ritenuta d’acconto. Nei prossimi articoli scriverò della certificazione delle ritenute d’acconto e di come si legano ritenute e certificazione dei compensi soggetti a ritenuta a carico dei committenti.
Forse non tutti sanno che:
Pur se nella prassi si da per scontato vi segnalo che non è necessari, dove per necessario intendo che la non indicazione non espone il soggetto che emette la fattura a sanzioni amministrative, indicare in fattura la ritenuta d’acconto applicata su un eventuale onorario da erogare al professionista, agenzia nonché il netto a pagare.
Vi segnalo comunque l’articolo in cui trovate la Guida alla Fatturazione con altri chiarimenti alle vostre domande e notizie utili per la vostra attività.
Buongiorno,
sono un condomino di un condominio di 4 appartamenti con gestione autonoma e faccio anche da amministratore.
Abbiamo subito un danno al tetto dal temporale e poiche’ l’assicurazione risponde del danno dovremmo far intestare la fattura della riparazione al condominio di cui abbiamo il CF.
Devo far fare una fattura con ritenuta d’acconto? Sono obbligata a fare il modello F24?
Grazie!
Cordiali saluti
Paola
[…] Ritenute d’acconto in fattura: come si calcola, rimborsi spese a piè di lista e anticipi Fonte: tasse-fisco.com […]