Aggiornato il 28 Aprile 2023
Guadagnare aprendo un blog o un sito è possibile non solo perché attraverso queato canale di commercio elettronico indiretto è possibile vendere i propri prodotti o servizi ma anche perché è possibile vendere la concessione di spazi pubblicitari remunerati tanto più quanto il sito produce traffico web. Nel seguito vediamo di fornire una serie di risposte utili sotto forma di guida per coloro che vogliono aprire un blog e farci qualche soldino fornendo delle prime indicazioni per capire come muoversi.
Aprire un blog
Aprire un blog o un sito per vendere prodotti o anche solo spazi pubblicitari remunerati sulla base di impression o per un valore per ogni mille visualizzazioni o altri metodi di determinazione del ricavo può essere remunerativo e soddisfacente. Se pensate ai 5 stelle, casaleggio e co e i 5 stelle potete immaginare quanto traffico producano e quanti soldi generino attraverso il tam tam on line dei loro proclami. Anche gli altri partiti fanno ugualmente e bisogna dire che hanno introdotto una nuova forma di introiti e di finanziamento che rappresenterà la prima fonte primaria nel futuro.
Vendere pubblicità on line sul blog: come funziona
In pratica si stipula un accordo di concessione di spazi pubblicitari con soggetti che piazzano ossia vendono pubblicità di terze parti. Queste pubblicità si chiamano “banner” pubblicitari. Il soggetto inserzionista pagherà direttamente il sito o il concessionario che a sua volta pagherà il proprietario del sito per la concessione di questi spazi.
I ricavi sono determinati sulla base delle visualizzazioni di pagina o sulle impression o tramite pay par click ossia sulla base dei contatti o anche contratti che si originano per effetto di quella pubblicità. Se non lo sapete le impression rappresentano il numero di volte in cui la pagina web viene visualizzata dagli utenti e solitamente il corrispettivo viene determinato per ogni mille impression.
Si può prevedere un importo fisso o anche un canone annuo.
Lo stesso però lo potete fare voi e questa è una guida sintetica per capire:
- come si fa ad aprire un blog
- come aprire la partita Iva
- tassazione dei ricavi derivanti dalla pubblicità
- fatturazione a google adsense o ad altre concessionarie pubblicitarie
- varie ed eventuali domande e richieste di chiarimenti.
Inutili dirvi come si apre un blog perché esistono centinaia di siti che danno la possibilità di aprire un blog servendosi di un server condiviso a poco prezzo. All’inizio parliamo anche di server gratuiti o che chiedono meno di 5 euro al mese. A seconda del traffico poi si dovrà valutare se prendere un server dedicato ma parliamo già di un altro livello di attività.
Una volta aperto il blog si inizierà a scrivere e a postare contenuti. Ci siamo occupati in primis del trattamento Iva derivante dai ricavi derivanti dall’affiliazione al servizio di concessione pubblicitaria Google Adsense. Non sto parlando di Google Adwords che serve a coloro che invece acquistano pubblicità per vendere i propri prodotti su internet ma quelli che concedono una vetrina sul proprio sito per far pubblicizzare i prodotti di altri che non devono necessariamente essere in concorrenza con quello che state vendendo voi sul vostro sito.
Come aprire la partita Iva e quando farlo
Rispetto al momento di apertura della partita Iva ci siamo occupati più volte di quanto scatta l’obbligo che si realizzerà quando la vostra attività diverrò abituale e continuativa. Immaginate che questo si realizza per semplicità quando state esercitando attività di lucro da più di un mese in modo continuativo oppure quando avete proprio deciso di aprire una società. So che sto affrontando il discorso in modo molto semplice ma mi sto rivolgendo soprattutto a coloro che per la prima volta si trovano a dover affrontare questi temi. Nell’articolo poi vi sono tutti gli approfondimenti tematici. Questa infatti è una guida sintetica per muovere i primi passi nell’area del guadagno on line con un semplice blog.
Vendere spazi pubblicitari on line
La vendita di uno spazio pubblicitario on line su Internet è una prestazione di servizi rese tramite un mezzo elettronico che viene definito “commercio elettronico diretto”. Come precisato infatti dal regolamento CE 1777/2005 definisce una prestazione di servizi la “fornitura di spazio pubblicitario, compresi banner pubblicitari su una pagina web o un sito web“.
Concessione spazi a pagamento
immagino che state leggendo questo articolo non siete dei buoni samaritani che gratuitamente vi sbattete dalla mattina alla sera per fornire contenuti a terzi ma lo state facendo a scopo di lucro per cui questo dovrà essere oggetto di fatturazione al cui interno sarà necessario verificare se i proventi rientrano nell’ambito dell’applicazione dell’iva o della ritenuta d’acconto Irpef.
http://www.tasse-fisco.com/varietassefisco/ritenuta-dacconto-cosa-tipi-quando-applicarla/9585/
Concessione gratuita di spazi pubblicitari
Premesso che l’agenzia delle entrate non guarderà di buon grado la concessione di spazi pubblicitari gratuita o in comodato in quanto presuppone sempre che niente viene fatto per niente e che potrebbe configurare la concessione di spazi pubblicitari remunerata in nero o tramite conti correnti esteri. È bene dire che la concessione gratuita di spazi è disciplinata dall’articolo 3, comma 3 del D.P.R. n. 633/1972.
La concessione gratuita della pubblicità deve essere comunque fatturata ed è soggetto ad Iva a condizione che sia di importo superiore a 25,82 euro e siano effettuate per uso personale e non per essere nuovamente commercializzate per cui siano effettuate per uso personale o dei familiari.
Quando si deve staccare la fattura: momento effettuazione
Nel caso di queste prestazioni di servizi diviene importante comprendere anche il momento di effettuazione dell’operazione di vendita di banner. Da questo infatti dipende la scadenza entro cui procedere all’emissione del documento fiscale in cui potrebbero essere necessario inserire l’Iva e la ritenuta d’acconto. Trattandosi di prestazione di servizi tale momento deve coincidere con il termine della prestazione o al più al momento del pagamento. Molti utenti del web, per via dei lunghi tempi di pagamento da parte dei concessionari optano per quest’ultimo termine. Concordo con questa impostazione anche perché talvolta si incappa in qualche concessionario cattivo pagatore.
Sull’obbligo o meno della fattura invece dovreste coordinare questo articolo con l’articolo 21 del Dpr 633/72 La fatturazione dovrà essere emessa comunque sia che tratti di persone fisiche non titolari di partita iva sia che trattasi di lavoratori autonomi o società di persone o di capitali e questo avviene in virtù dell’art. 21 del DPR 633/1972 anche se si dovrà fare attenzione ai seguenti aspetti:
- contribuente che ha aderito al regime forfettario dei minimi o contribuente ordinario
- residenza fiscale del cliente, concessionario
questi aspetti infatti possono modificare e intervenire sull’applicazione dell’Iva o della ritenuta d’acconto in fattura.
Ai fini dell’approfondimento sulle modalità di fatturazione delle prestazioni di servizi verso clienti italiani o esteri in calce trovate guida gratuita.
Vi anticipo che alcuni sostengo, a mio avviso impropriamente che l’attività si configuri come procacciamento di affari (ndr R.M. 18.11.2003, n. 209/E) tuttavia sono dell’avviso che trattasi di una comune attività di concessione di spazi pubblicitari che alcun legame ha poi con il cliente finale dell’eventuale affare per cui non ravvedo l’applicazione della ritenuta ex articolo 25-bjs D.P.R. 29.9.1973 n. 600.
http://www.tasse-fisco.com/varietassefisco/adsense-google-fatturazione-iva-obbligo/26917/