Come si effettua la distribuzione dei dividendi societari e quali adempimenti fare per non incorrere in sanzioni. Sono le principali domande e richieste di chiarimenti che arrivano al sito e a cui forniamo delle risposte in sintesi e di taglio pratico.
Nell’ambito delle scelte aziendali che si manifestano annualmente in sede di approvazione di bilancio e di riparto dell’utile vi è anche quella della possibilità di distribuzione di un dividendo i soci. La scelta è alternativa all’incremento del patrimonio aziendale e nasce dall’esigenza di remunerare personalmente i soci per il loro apporto di capitale e esposizione al rischio di perdite sull’investimento.
La distribuzione dei dividendi è la naturale conseguenza della profittabilità ricercata dall’azienda costituita a fini di lucro ogni anno. Non sempre però il dividendo è il fine prioritario dell’imprenditore o dei soci che potrebbero invece vedere nella postazione di una riserva di utili l’accrescimento del proprio patrimonio e solidità aziendale. Questo consente di guadagnare credito sul mercato e anche maggiore capacità di richieste di fido ove necessario.
Non siamo qui tuttavia parlare delle scelte strategiche che potrebbero avere soggetto il mantenimento dei dividendi in azienda ma come effettuare la distribuzione, gli adempimenti amministrativi e le casistiche che si possono generare.
Ci siamo già occupati della tassazione dei dividendi e come questa sia cambiata nel corso degli anni. Ci siamo occupati anche della contabilizzazione dei dividendi e delle modalità di attribuzione dell’utile di esercizio i soci.
La chiusura dell’esercizio, la scritture di assestamento e rettifica di fine anno e la determinazione del fondo imposte contribuiscono alla definizione di un risultato d’esercizio.
Supponendo che nell’azienda non vi siano riserve di utili da distribuire e che sia il primo esercizio sociale che si chiude con utile i soci dovranno valutare se staccare un dividendo.
Nel caso in cui abbiano deciso per la distribuzione di questo si dovrà formalizzare la decisione all’interno della delibera assembleare che ha fra i punti all’ordine del giorno la destinazione dell’utile d’esercizio.
Distribuzione dei dividendi limiti, vincoli e divieti imposti dalla legge
Nella distribuzione degli utili societari la legge ha imposto delle limitazioni o divieti.
Il primo fra tutti e di cui sono certo che molti di voi ne hanno sentito parlare riguarda il valore assunto dalla riserva legale iscritta nel patrimonio netto della società.
Non sarà possibile procedere alla distribuzione dei dividendi così come previsto dall’articolo 2430 del codice civile se non dopo aver accantonato almeno il 5% dell’utile a riserva legale fino a che la riserva legale non assume un valore almeno pari al 20% del capitale sociale deliberato.
In altri termini l’utile di esercizio dovrà essere destinato per il 5% a riserva legale fino a che non osserviamo che la riserva legale è almeno pari al 20% del capitale deliberato. Il capitale deliberato non può essere mai maggiore del capitale versato.
Ulteriore divieto alla distribuzione dei dividendi potrebbe trovare la sua natura divina espresse disposizioni contenute all’interno dello statuto aziendale.
In questo infatti i soci adottano un proprio regolamento interno che potrebbe aver previsto l’impossibilità di distribuzione dei dividendi in una certa percentuale.
Non è infrequente il caso in cui i soci decidono di destinare una percentuale rilevante degli eventuali utili prodotti nei primi anni dell’attività per limitare la propria voglia di incassare l’utile per dare maggiore capacità di patrimonializzazione alla società neocostituita.
Divieto distribuzione dividendi casi particolari
Vi sono poi dei casi particolari che possono limitare la disponibilità dell’utile ad essere distribuito. Potrebbe essere il caso infatti di spese di impianto e ampliamento di sviluppo o anche di manutenzioni straordinarie su beni di terzi che vincolano la distribuzione del dividendo. Non sarà infatti possibile procedere alla distribuzione qualora nell’azienda non vi siano delle riserve disponibili a coprire tali debiti.
Ulteriore caso riguarda la presenza di riserve di utili su cambi. In questo caso infatti l’emergere di differenze valutarie all’interno del bilancio impongono la costituzione di una riserva utili su cambi che sottrai una quota di utile distribuibile fra i soci. La ratio normativa si individua nella impossibilità da parte del socio di distribuire un utile che successivamente all’iscrizione del bilancio al 31 dicembre che potrebbe variare per effetto di movimentazione nei cambi valutari. L’utile quindi potrebbe essere il soggetto a variazioni nei mesi successivi che portano all’approvazione del bilancio di esercizio.
Distribuzione dei dividendi decisione aziendale
Ci sono casi in cui l’azienda ha un consiglio di amministrazione che già in sede di presentazione del progetto di bilancio propone la distribuzione di un dividendo ai soci. Sarà poi l’assemblea l’organo deputato all’approvazione di questa proposta o alla modifica della stessa.
La delibera di approvazione del bilancio di esercizio, sia nel caso in cui essa contenga la distribuzione del dividendo si o no, deve essere trasmessa entro 20 giorni dalla data dell’assemblea al registro delle imprese. Attenzione a questo termine in quanto solitamente sono 30 giorni invece in questo specifico caso diventano 20. Il mancato adempimento determina l’assoggettamento ad una sanzione amministrativa calcolata in misura fissa.
L’omessa trasmissione della delibera assembleare determina una sanzione che va da 240 euro fino ad un massimo di 480 euro, a cui aggiungere l’imposta omessa pari a 200 euro. Entrambe le sanzioni possono essere oggetto di ravvedimento operoso. Basterà considerare le riduzioni considerare le due sanzioni minime.
La registrazione del verbale di distribuzione dei dividendi è soggetto a imposta di bollo in misura fissa pari a 20 € ogni 100 righe.
Si dovranno anche corrispondere imposte di registro in misura fissa pari a 200 € da versarsi con codice tributo 109T con modello F-23.
Rinuncia dei dividendi da parte dei soci
È prevista anche la possibilità esplicita da parte dei soci di rinunciare ai dividendi. Tuttavia è necessario sapere che la rinuncia ai dividendi determina comunque variazione nella disciplina della tassazione in capo al socio.
Per la società invece sarà trattata come sopravvenienza attiva non imponibile ai fini delle imposte dirette.
Nella delibera di approvazione sarà necessario indicare la natura dei dividendi se sono tassabili oppure no.
Questa previsione è fatta in modo tale che i soci non solo siano a conoscenza della tassazione a cui saranno soggetti ma più che altro per verificare e mantenere il valore fiscale della partecipazione in chiaro.
Adempimenti verso i soci riguardanti la distribuzione di dividendi
Tra gli adempimenti previsti da parte della legge aventi ad oggetto la distribuzione di dividendi abbiamo la successiva certificazione unica da trasmettere al socio percettore entro il 16 marzo di ciascun anno successivo a quello della distribuzione o delibera.
La compilazione della certificazione unica sarà anche progetto della compilazione del modello 770.
Per quello che concerne le ritenute e necessario procedere ad apposito rilascio della certificazione dei dividendi e dei proventi equiparati.
Nell’articolo che vedete qui sotto trovate l’approfondimento sui soggetti obbligati alla trasmissione di questa certificazione i termini di scadenza e cosa hanno ad oggetto non che le particolari modalità di gestione nel caso di soggetti
Tassazione dei Dividendi: persone fisiche società capitali azioni e partecipazioni
Guida alla Distribuzione dei dividendi: delibera, imposta di registro, ritenuta e certificazione