Vediamo quando è obbligatorio effettuare la chiusura della partita Iva anche alla luce delle novità introdotte con il nuovo Decreto Fiscale 2019 al fine di evitare sanzioni o multe da parte dell’agenzia delle entrate e quando potrebbe invece divenire conveniente chiudere la partita Iva e aprire una società alla luce delle modifiche intervenute nel nuovo regime forfettario dei contribuenti minimi.
Già con la legge di Bilancio 2017 le Partite Iva, come avvenne con la Manovra Economica 2011 viene ribadito l’obbligo dal primo gennaio 2012 della chiusura delle partita Iva dormienti ma qui parliamo anche della chiusura ordinaria delle partite Iva. Quelle dormienti andranno chiuse versando una sanzione tramite modello F24 con specifico codice tributo e secondo le modalità che vedremo in seguito a carico di professionisti, società, imprese artigiani e simili che hanno cessato l’attività originaria o quell’iniziativa aperta qualche anni indietro e per cui oggi il fisco chiede una definizione attraverso la chiusura per i soggetti che rispettano le caratteristiche viste nel precedente articolo dedicato appunto alla chiusura della partita Iva dormiente.
Con provvedimento n. Prot. n.1415522/2019 di dicembre 2019 – Chiusura delle partite IVA inattive si disciplina che “Al fine di garantire l’attuazione dell’articolo 35, comma 15-quinquies, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633, l’Agenzia delle entrate procede d’ufficio alla chiusura delle partite IVA dei soggetti che sulla base dei dati e degli elementi in suo possesso risultano non aver esercitato, nelle tre annualità precedenti, attività di impresa ovvero attività artistiche o professionali. Sono fatti salvi i poteri di controllo e accertamento dell’amministrazione finanziaria.
Chiusura P.Iva
Nel nuovo Decreto fiscale 2019 n. 129/2019 a valere dal 2020 viene disciplinato che i titolari di partita IVA destinatari di provvedimento dell’agenzia delle entrate per la cessazione della partita IVA non potranno utilizzare in compensazione eventuali crediti tributari. Lo stesso si applica anche a coloro che hanno ricevuto la notifica da parte dell’amministrazione finanziaria per l’esclusione dal VIES ossia dalla banca dati dei titolari di partita IVA (società o lavoratori autonomi) che effettuano operazioni intracomunitarie.
Per “Crediti” deve intendersi qualsiasi tipologia di credito, non solo quelli Iva ma anche eventualmente Ires, Irap e anche quelli derivanti dalle detrazioni fiscali IRPEF. Solo dopo la chiusura della partita Iva sarà possibile riprendere eventualmente la compensazione.
Chiusura Ordinaria della partita Iva: come fare
La partita Iva può essere chiusa gratuitamente mediante l’utilizzo del modello AA7/9 o AA9/7 (che trovate in calce all’articolo) che serve appunto non solo ad aprire la partita Iva ma anche a comunicare delle variazione come (i.e. dati anagrafici introduzione o modifica di un codice attività o passaggio ad un regime opzionale dell’Iva o altre modifiche minori) e finanche la cessazione.
Il modello AA9/7 (che trovate in calce) lo potete scaricare dal sito dell’agenzia delle entrate ed in esso dovrete indicare una serie di dati come il titolare della partita Iva, il codice ATECO, dove sono depositate le scritture contabili che vi ricordo dovranno comunque essere conservate per 10 anni.
La compilazione del modello e la presentazione è gratuita e sarà fatta presso l’ufficio competente dell’agenzia delle entrate. Potrete consegnarlo cartaceo o inviarlo telematicamente avendo cura di scaricare la ricevuta di avvenuta presentazione.
Cosa succede se chiudo l’attività nel 2016 ma non chiudo la partita Iva nel 2017
Non ci crederete ma non c’è il ravvedimento operoso per la mancata chiusura della partita Iva per cui vi inizieranno ad arrivare sanzioni probabilmente, ma questo dipende dall’ufficio e da dove risiedete, per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e potrebbe essere possibile anche che vi facciano un accertamento fiscale per ricostruirvi un reddito imponibile presunto e poi non sarà certo facile dimostrare che l’attività era chiusa per cui state attenti a non sbagliarvi.
La sanzione dovuta per la mancata chiusura della partita Iva va da 516 a 2.065 euro introdotto con la manovra 2011 ridotta a 172 euro ossia di un terzo qualora si paghi entro 30 giorni dalla comunicazione dell’agenzia delle entrate. Il versamento andrà effettuato con Modelli F24 utilizzando il codice tributo 8120.
Con il DL 193 del 2016 viene di fato ribadito che l’agenzia delle entrate nel 2017 provvederà alla chiusura delle partite Iva d’ufficio dormienti da almeno tre anni e senza applicazione delle sanzioni.
La comunicazione viene effettuata perchè esiste una procedura automatica oggi di chiusura della partita Iva definita dall’articolo 35 del Dpr 633 del 1972 che lascia all’agenzia delle entrate la possibilità di comunicare la chiusura al contribuente con cui si richiederà di confermare la chiusura entro 30 giorni, per quelle partite Iva che risultavano dormienti da almeno 3 anni anni. Ciò non toglie che a carico del contribuente insiste un obbligo di comunicazione entro 30 giorni dalla apertura, variazione e cessazione dell’attività.
Le sanzioni previste dal legislatore sono disciplinate dall’articolo 5 comma 6 D.lgs,. n. 471 del 1997 che recita “chiunque, essendovi obbligato, non presenta una delle dichiarazioni di inizio, variazione o cessazione di attività previste dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, o la presenta con indicazioni incomplete o inesatte tali da non consentire l’individuazione del contribuente o dei luoghi ove è esercitata l’attività o in cui sono conservati libri, registri, scritture e documenti è punito con sanzione che va da euro 500 a euro 2.000.
Sanzioni da ravvedimento per la chiusura della partita Iva
Vale sempre il principio secondo cui prima vi accorgete dell’omessa comunicazione, prima vi ravvedete, più ridotte saranno le sanzioni a cui andrete incontro.
Sanzione pari a 50 euro ossia pari a 1/10 del minimo se effettuate la comunicazione di chiusura entro novanta giorni.
Sanzione pari a 56 euro ossia pari a 1/9 del minimo se effettuate la comunicazione entro il novantesimo giorno successivo al termine per la presentazione della dichiarazione, oppure, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro novanta giorni dall’omissione o dall’errore
Sanzione pari a 63 euro ossia 1/8 del minimo se effettuate la chiusura entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione, oppure, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro un anno dall’omissione o dall’errore
Sanzione pari a 71 euro ossia a 1/7 del minimo, se provvedete alla chiusura avverrà entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione oppure, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro due anni dall’omissione o dall’errore
Sanzione pari a 83 euro se effettuate la comunicazione avverrà oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione, oppure, quando non è prevista dichiarazione periodica, oltre due anni dall’omissione o dall’errore
Sanzione pari 100 euro ossia a 1/5 del minimo se effettuate la comunicazione avverrà dopo l’accesso o l’inizio di accertamenti o verifiche da parti dell’agenzia o di organi di vigilanza.
Per le eventuali modifiche nell’applicazione delle sanzioni leggete l’articolo dedicato al ravvedimento operoso.
Se invece siete già stati destinatari di comunicazione con applicazione delle sanzioni ordinarie per omessa comunicazione non potrete optare per il ravvedimento ma solo per la definizione agevolata delle sanzioni nella misura di un terzo del minimo per cui pari a 167 euro se provvederete a definirlo entro 30 giorni dalla notifica della comunicazione.
Sanzioni ante 2016
Sanzione minima entro 90 giorni per le partite Iva dormienti
Nel caso in cui procediate alla definizione della partita Iva entro 90 giorni dall’entrata in vigore del D.Lgs n.98 del 2011 ve la potrete cavare con una sanzione minima di 129 euro da versare con modello F24 nella vostra banca o tramite home banking secondo le modalità che vedremo in seguito. La scadenza pertanto è previsto per il prossimo 4 ottobre 2011, data entro sarà conveniente procedere al versamento in banca della sanzione. Questa tuttavia è stata solo una previsione del 2011 mentre la disciplina a regime prevede come sanzione minima 500 euro che potrete tuttavia ravvedere autonomamente nel caso in cui l’abbiate scordata di comunicare. Non procedete alla comunicazione in ritardo senza ravvedervi altrimenti sarete raggiunti da una sanzione che potrebbe essere di 500 o anche, nel peggiore die casi di 2 mila euro.
Vedrete invece con il ravvedimento operoso come scendono le sanzioni proprio in virtù del principio che se prima ti ravvedi autonomamente meno paghi di sanzione.
La sanzione in questo caso scende a 129 euro
Sanzioni massime per chiusure dopo 90 giorni
Se non procedete entro 90 giorni alla chiusura della partita Iva le sanzioni salgono ed entrano nel range che può andare dai 516 ai 2.065 euro. Non è necessaria la compilazione dei modelli storici di apertura, variazione e chiusura dell’attività ossia i moduli AA7 e AA9.
Compilazione modello F24 per la chiusura della partita Iva
Per le partite Iva dormienti disciplinate codice tributo 8110 dovrete indicare nella sezione contribuente del modello dati anagrafici e codice fiscale. Nel campo TIPO dovrete indicare la lettera R, mentre nel campo ELEMENTI IDENTIFICATIVI dovrete indicare il vostro vecchio numero della partita IVA da chiudere e nel campo anno di riferimento quello di presentazione del modello. La partita Iva anche in caso di non chiusura tramite modello F24 sarà comunque chiusa d’ufficio. Per la chiusura delle partite Iva ordinarie non ci sarà bisogno di alcun versamento con modello F24.
Per le omesse chiusura per così dire ordinarie il codice tributo da utilizzare 8904. Nel campo anno di riferimento dovrete indicare l’anno in cui avete deciso di chiudere la partita Iva o vi sia un presupposto per la chiusura per esempio cessazione dell’attività o altre evento riscontrabile. Se siete lavoratori autonomi non intravedo un momento preciso di chiusura per cui potete modificarlo a piacimento. Il modello da utilizzare è sempre lo stesso sopra citato ossia il Modello AA/9 o AA/7 (dichiarazione di cessazione attività).
Modello da presentare per la chiusura della partita Iva
Modello AA7 (soggetti diversi da persone fisiche)
Modello AA9 (Soggetti persone fisiche)
Prassi di riferimento
Risoluzione n. 72 del 2011
Significa: Avere una PIVA e fatturare nulla (reditto zero) e fare ogni anno la dichiarazione dei reditti non è un rischio? Non è strano avere una PIVA aperta e fatturare niente (ma è lecito)? :-)
Buonasera, ho una domanda da porre. In caso di cancellazione per una snc senza messa in liquidazione, il notaio deve effettuare la comunicazione anche all’Agenzia delle Entrate o è il commercialista che deve farlo? in caso che vi sia stata per così dire dimenticanza da entrambi e che quindi passati 3 anni dalla cancellazione della società vi è un accertamento fiscale come si può dimostrare che i soci non hanno colpa?
Quindi per questo commercialista geniale i 4.800 che fine fanno? Glieli regaliamo allo Stato?!?! Dica al commercialista che la segue di sbrigarsi a fare istanza di rimborso e inserire la richiesta anche nel 730….
Buongiorno
Ho chiuso la p. iva per cessata attività come agente di commercio a maggio 2017, il commercialista mi ha detto che sono in credito irpef di € 4.800 pagati in piu
Attualmente non lavoro piu e sono a carico di mio marito, quindi dovrei recuperare l’irpef con il 730 del prossimo anno, pero il commercialista mi dice che non posso fare il 730 congiunto con mio marito e non posso fare un 730 mio personale perchè non ho reddito
Come posso fare per recuperare questo irpef?
Inoltre sono in credito INPS pagato in piu di € 4.200 , anche qui come posso recuperare i soldi?
Vi ringrazio per un cordiale riscontro
Non pregiudica alcunché, Legga anche la guida alla costituzione della SRLs (gratuita naturalmente).
Buongiorno,
io sono amministratrice di una srl che non ha mai di fatto lavorato,
pur essendo in stato attiva.
Dovevamo realizzare dei progetti web che non si sono mai concretizzati
e nel fratempo io sono dipendente di una azienda di servizi.
Dopo 3 anni dove non abbiamo pubblicato bilanci ne altri adempimenti fiscali,
l’agenzia delle entrate ha provveduto a Cancellare d’ufficio la partita iva
ai sensi dell’ art. 35 comma 15 bis del D.P.R. 633/72 e delle modalità individuati
con Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 12 giugno 2017, prot. 110418
A Settembre 2018 era già in previsione di aprire una srls
per una nuova attività che sto intraprendendo.
Volevo sapere se questa “cancellazione di ufficio” della partita iva inerente la prima società possa pregiudicare l’apertura della seconda azienda essendo io amministratrice.
grazie mille
Ho ricevuto oggi 5 cartelle dall’agenzia delle entrate, relative ad una partita iva aperta tanti anni fa mai utilizzata, e mai chiusa si da il caso che io sia immigrato in Canada dal 2004, gli importi variano da 625 a 700Euro a cartella, mi sapete consigliare cosa fare? Sono propenso a pagare logicamente la sanzione ma non l’importo richiesto
Grazie per i suggerimenti
Chiamasi errore, ossia quel complesso di azioni a cui solitamente si contrappone “ma io le avevo chiesto” e l’altro risponde “no, doveva farlo lei ed io glielo avevo detto” a cui segue nella maggior parte dei casi “allora vorrà dire che ci siamo capiti male”…..ma a cui si contrappone la responsabilità comunque del commercialista da lei incaricato. Sicuramente non avrà firmato alcun incarico con lui in quanto nella prassi questo non va molto di moda. Può leggere però l’articolo dedicato a come gestire gli errori del CAF o del commercialista responsabilità del commercialista dove trova anche cosa fare o suggerimenti su come comportarsi a seconda di come siano andate le cose tra voi due.
Buongiorno, avrei una domanda.
Abbiamo chiuso una partita IVA nel 2011, tuttavia la camera di Commercio ci chiede i soldi per gli anni successivi. E’ venuto fuori che il commercialista di allora non aveva dato comunicazione di chiusura alla camera di commercio e tramite un altro commercialista abbiamo fatto la comunicazione il mese scorso.
La camera di commercio vuole comunque i soldi per gli anni successivi al 2011 solo perché non avevano avuto comunicazione, anche se la partita IVA risultava correttamente chiusa.
Com’è possibile questo?
io o aperto una partita iva nel 97 poi o chiuso l’attivita per vari motivi non o chiuso la partita iva sono andato a lavorare come operaio ora mi licenziano vado a fare la domanda di disocupazione a marzo presento la domanda il25 aprile ricevo una lettera dal’inps che non mi pagano non o fatto la chiusura della partita iva vado all’agenzia de’entrate pago una multa di 172euro con mod.f24 mi presento al’inps con la ricevuta e mi dicono che ormai non ce piu niente da fare come posso fare a chi mi devo rivolgere
Si la sanzione è dovuta
Buongiorno nel 82 ho aperto la partita Iva per lavorare con una ditta ora non mi ricordo se ho chiuso la partita Iva so che ho lavorato 5 anni poi basta. Ora dopo 28 anni mi mandano da pagare 178 euro per mancata chiusura .sono costretta a pagarli?io non ho più avuto attività da allora .grazie
Salve chiedo informazioni . Praticamente lo aperto un negozii di abbigliamento donna a dicembre 2013 e lo chiuso dopo 3 mese e mi arrivata il f24 da pagare e adesso non sto lavorando e none ho isoldi da pagare voglio sapere come devo fare xke none soldi x pagare ho fatto a rate ma nemmeno ce la faccio a pagare . Grazie
bongiorno o aperto la p.iva 2012 adeso lo vorei chiudere colpa dala crize da coando lo aprto fino ogi o fato lavori di 2000 euro vorei sapere come poso chiuderlo
grazie mille, provvedo subito allora
Non le doveva arrivare alcuna comunicazione a casa, al massimo l’avrebbe dovuta avvertire il suo commercialista. Tuttavia paghi il prima possibile secondo quanto indicato nell’articolo e vedrà che difficilmente la sanzioneranno.
buonasera, avevo aperto p.iva circa 6 anni fa ma non l’ho mai utilizzata, solo oggi sono a conoscenza che dovevo fare la chiusura della p.iva, a cosa vado incontro visto che sono scaduti i termini? premetto che non mi è mai arrivata comunicazione e io mi ero proprio scordata di averla. grazie
E’ sufficiente quello, il suo commercialista ha proceduto correttamente.
Salve, nel 2001, alla morte di mio padre, ho richiesto la partita iva per continuare a vendere gli agrumi che un piccolo appezzamento di terreno (3400 mq) produceva. Premetto che la cifra che mio padre ricavava era di gran lunga inferiore a 7000 euro annuali. Non ho mai fatto uso della mia partita iva perchè abbiamo venduto l’appezzamento di terreno nel 2002. A settembre ho chiesto ad un amico commercialista di chiudere la partita iva per non incorrere nelle sanzioni previste dal decreto legge 98 2011. Mi ha fatto avere soltanto una ricevuta dell’Agenzia delle Entrate (mod. AA6/1) su cui era scritto “cessazione di attività in data 14/8/2011”. Basta questo per regolarizzare la mia posizione? E se non bastasse, essendo scaduti i termini del condono, a che cosa posso andare incontro? Grazie in anticipo per la vostra risposta. Paolo
Puoi chiuderla utilizzando il modello per la chiusura della partita Iva che trovi nella MODELLI del sito. Il modello è quello e poi lo puoi presentare all’agenzia delle entrate o inviarlo telematicamente (a quel punto hai bisogno o di essere identificata telematicamente o di servirti di un intermediario, appunto il commercialista. Spero di esserti stato utile
Buongiorno, tre anni fa ho aperto partita iva per aderire al regime dei minimi, ora vorrei chiuderla per inutilizzo, devo per forza fare riferimento ad un commercialista o posso fare da sola? In che modo?
Grazie
io avrei fatto sicuramente a meno di aprirla ma in questo caso non avrei potuto intestarmi un mezzo agricolo visto che mi è costato 30 euro aprirla e ora dopo nemmeno 3 anni 129 per chiuderla sempre se posso chiuderla visto quello che mi hanno detto in coldiretti
essendo un dipendente e quindi avendo tempo libero ed avendo in gestione un pezzo di terra per fare un po di orto avevo bisogno di un mezzo per poter lavorare il terreno, mi è stato detto che che per intestarmi un mezzo agricolo dovevo per forza aprire una partita iva e non capisco per quale motivo si debba fare solo in lombardia visto che in piemonte non è cosi e mi è stato detto che per forza deve rimanere aperta almeno per 5 anni per quanto riguarda i 1500 euro è solo una cifra figurativa per aver la partita iva ma come gia detto di fatto non guadagno nemmeno quelli il mio lavoro è solo per hobby non a scopo di lucro ho solo un pezzo di terra da tenere pulito,quindi io mi chiedo devo comunque pagare la multa?per una partita iva che se non mi avessero detto che obbligatoriamente deve rimanere aperta per 5 anni io avrei chiuso dopo 2 giorni?
La domanda è: ma come mai ha aperto la partita iva per acquistare un trattore?Si presuppone che chi lo fa, lo faper porre in essere un’attività libero professionale di lavoro autonomo da cui far emergere proventi. Se i suogi guadagni sono stati solo 1.500 euro semradifficile immaginare che possa riuscire a sostentarsi. Secondo questo ragionamento il fisco, se lei non presenta dichiarazione per 3 anni allora la obbliga a chiudere, anche perchè significa che da quella attività non guadagna niente, oppure non dichiara tutto.
ma io che ho dovuto aprire una partita iva per poter intestarmi un trattore ora mi trovo a doverla chiudere?io sono un hobbysta ho dichiarato un guadagno di 1500 euro all’anno ma di fatto non faccio nemmeno quelli rientro pure io in questa categoria?