Aggiornato il 27 Luglio 2023
Il primo giorno di luglio dell’anno concluso da poco, ha portato alcune novità di non poco conto in relazione al pignoramento del conto corrente, un tema sul quale molti italiani sono interessati, vantando debiti verso le amministrazioni statali che li espongono su questo versante. In particolare, le novità che sono state rese concrete dal Decreto Legge numero 193 del 2016 e le ultime novità 2019 sono state concepite proprio con il preciso fine di rendere più semplice per lo Stato sequestrare i beni dei contribuenti anche senza dover chiedere il permesso ad un giudice, in modo da poter recuperare le somme pretese tramite pignoramento dei conti correnti bancari.
Per chi confidava sulla fine di Equitalia per inaugurare un rapporto più disteso con l’amministrazione fiscale, si tratta di una sorta di doccia gelata, in quanto il nuovo regime costringe una miriade di cittadini a dover fare molta attenzione non solo a rispettare i propri doveri verso il Fisco, ma anche a pagare le somme maturate nel frattempo verso di esso.
Novità dal DL Rilancio 2020
Con il DL Rilancio 2020 sono state introdotte alcune importanti novità che, seppur a termine potranno impedire di procedere con azioni esecutive nei confronti dei soggetti pignorati.
Fino al 31 agosto 2020 infatti sono sospesi i pignoramenti su stipendi, salari e pensioni effettuati dall’Agenzia della riscossione.
Novità 2018: Legge di Bilancio 2019
Novità 2018: come funziona il pignoramento. Vi anticipo che con la nuova rottamazione ter 2019 sarà possibile sospendere fin da principio procedure esecutive cautelari nei confronti del contribuente presentando istanza per la definizione agevolata o condono delle liti fiscali pendenti introdotta con legge di bilancio 2019. Alla fine dell’articolo trovato il link di approfondimento gratuito.
Le novità in vigore dal primo luglio 2017: scompare Equitalia
Proprio il fatto che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione possa accedere liberamente alle banche dati dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e informarsi liberamente sullo stato dei contribuenti è stato indicato come la novità maggiore e più preoccupante, pur essendo tale soltanto in maniera parziale. Già la famigerata Equitalia, infatti, era stata in precedenza investita di un potere analogo, pur esercitandolo solo sporadicamente e come forma di estrema ratio di fronte alle resistenze dei cittadini che non volevano pagare quanto dovuto.
Il fatto che però questo tema torni ad aleggiare sui rapporti tra amministrazione fiscale e contribuenti ha provocato non poca preoccupazione tra i secondi, i quali saranno in tal modo costretti a fare una maggiore attenzione di fronte ai problemi innescati dalla montagna di cartelle esattoriali che saranno ora emesse e inviate dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, il nuovo ente che è andato a sostituire Equitalia proprio nel luglio e al quale è stata conferita la possibilità di accedere in assoluta libertà alle notizie relative ad ogni cittadino italiano. Una possibilità che spinge molti contribuenti a cercare di capire come si possa fare per difendere il proprio conto corrente dall’aggressione delle autorità fiscali.
Va a questo punto ricordato come il pignoramento sul conto corrente diventerà automatico nel caso in cui il diretto interessato, dopo averla ricevuta non abbia provveduto al saldo della cartella esattoriale entro un termine di sessanta giorni. La procedura prevede che sia L’Agenzia delle Entrate – Riscossione a trasmettere la documentazione relativa al pignoramento all’istituto bancario o postale in cui il contribuente detenga il conto e, una volta che siano trascorsi i canonici sessanta giorni, al contribuente stesso, mettendolo al corrente di quanto accaduto.
Tipologie di pignoramenti più frequenti
Nel seguito le tipologie di pignoramenti a cui assistiamo e che nella pratica sono le più frequenti oltre al pignoramento del conto corrente
Pignoramento Conto dall’Agenzia della Riscossione
Pignoramento dei Macchinati o attrezzature
Pignoramento delle auto (per persone fisiche, lavoratori autonomi e auto aziendali o degli amministratori)
Pignoramento del quinto dello stipendio o della pensione
Pignoramento del conto corrente: nuove regole
La decisione di conferire all’Agenzia delle Entrate il potere che prima era invece affidato a Equitalia, risponde in ultima analisi alla necessità di rendere più forte e precisa l’azione tesa a contrastare una pratica di massa come quella che tende a sottrarre importanti risorse alla tassazione statale. Una massa monetaria imponente cui si aggiungono le somme che i cittadini italiani devono al fisco per svariati motivi, rendendo il rapporto tra le controparti spesso molto teso.
Il passaggio più controverso, per le conseguenze che potrebbe innescare in un momento ancora difficile dal punto di vista economico, è proprio quello che consente all’Agenzia delle Entrate di recuperare quanto preteso pignorando il conto corrente del cittadino interessato, senza peraltro dover chiedere alcun tipo di autorizzazione ad un giudice, introducendo quindi un elemento di discrezionalità che preoccupa non poco, sbilanciando il rapporto con il contribuente, il quale non avrebbe più alcuna possibilità di opporsi cercando di far valere le sue ragioni. Se fino al passato giugno l’iter prevedeva infatti che per poter riscuotere l’amministrazione fiscale competente dovesse passare attraverso il giudizio di un tribunale, dal primo giorno di luglio non è più cosi e, dopo aver spiccato una cartella esattoriale essa può passare direttamente all’incasso, prelevando il corrispettivo della somma pretesa dal conto corrente che il contribuente detenga presso una banca o un ufficio postale.
Anche in questo caso, però, andrebbe precisato che non si tratterebbe di una vera e propria novità, in quanto un potere analogo era già detenuto da Equitalia, sulla base di quanto era già stato disposto dal Decreto 692 emanato dal Presidente della Repubblica nel 1973, come specificato dall’articolo 72 bis e da quelli successivi.
Ad essere realmente nuovo è invece il potere ora affidato all’Agenzia delle Entrate di mixare questa possibilità a quella di monitorare i dati del detentore del conto, andando in tal modo a conoscere nel dettaglio l’effettiva consistenza delle risorse depositate. Se a ciò si aggiunge anche la possibilità di scandagliare tutte le notizie che fanno parte della banca dati dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, si può facilmente capire come le autorità fiscali potranno conoscere per filo e per segno tutto quello che riguarda i contribuenti e la loro effettiva posizione finanziaria.
Il possibile preludio a un cambio di registro
Come già ricordato in precedenza, le novità introdotte dal luglio dell’anno appena terminato vanno a prefigurare l’inizio di una stagione che potrebbe rivelarsi estremamente conflittuale, soprattutto considerando come negli anni passati la politica abbia cercato di non esasperare i contribuenti, dando vita a provvedimenti che andavano esattamente nella direzione opposta, come i vari condoni, spesso tombali e la ricerca di soluzioni tese ad alleggerire la presa del Fisco su una platea di cittadini già messi a dura prova da crisi economica e politiche di austerity tese a ripianare i conti pubblici. Un cambio di marcia che va peraltro ad innestarsi su una situazione particolare, quella creata a livello politico dall’imminenza delle elezioni.
Dando all’Agenzia delle Entrate la possibilità di scandagliare a fondo le informazioni già disponibili per l’INPS e la reale disponibilità finanziaria presente sui conti correnti, in pratica si amplificano a dismisura i già rilevanti poteri di cui gode, tanto da spingere più di un osservatore esterno a denunciare la possibile formazione di una sorta di Grande Fratello in tema fiscale.
In un Paese come il nostro, ove sono moltissimi i cittadini che riescono a sottrarre risorse imponenti alla tassazione (270 miliardi all’anno in base alle ultime rilevazioni di Eurispes), si tratta di un tema esplosivo e tale da indurre grande preoccupazione. L’impressione prevalente, infatti, è che alla fine ad essere colpiti non saranno i grandi evasori fiscali, ma coloro che molto spesso sono costretti dalla necessità a cercare di non pagare i balzelli dovuti.
Come evitare il pignoramento del conto corrente?
Come abbiamo già ricordato, se entro sessanta giorni dal ricevimento della cartella il contribuente non avrà provveduto a regolarizzare la sua posizione, l’Agenzia delle Entrate potrà muoversi in maniera assolutamente autonoma e provvedere al pignoramento di quanto dovuto attingendo direttamente dal conto corrente del diretto interessato e senza alcuna necessità di passare attraverso un giudice.
L’iter descritto è in pratica quello prefigurato dall’articolo 72 bis del decreto 602 emesso dal Presidente della Repubblica nel corso del 1973, noto come pignoramento diretto, la cui esecuzione viene ora ad essere affidata all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, la struttura che ha sostituito Equitalia.
Si tratta di una novità di larga portata in un Paese come il nostro che vede un gran numero di privati e imprese in continua lotta con le serie difficoltà generate dalla crisi economica e dalle difficoltà di trovare credito presso un sistema bancario ancora ripiegato su sè stesso a causa della questione dei crediti deteriorati. La mancanza di liquidità che ne deriva porta molto spesso l’economia reale a dover fare i conti con la mancanza di liquidità, spingendo molti di questi soggetti a rimandare la regolarizzazione delle posizioni aperte con il Fisco, anche a causa dell’intrecciarsi di scadenze… caratteristica del nostro ordinamento fiscale.
Sono quindi in molti a chiedersi come ci si può muovere per cercare di difendersi da quella che è vista come una vera e propria aggressione ad opera delle autorità fiscali. A detta di molti osservatori, l’unico modo realmente efficace per fare fronte a situazioni di questo genere ed evitare così un provvedimento così drastico come il pignoramento del proprio denaro in banca, sarebbe quello di concordare un piano strutturato su più rate, in modo da poter infine saldare quanto dovuto. Una possibilità del resto prevista dalla normativa.
Pignoramento dei conti correnti bancari e postali
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Pignoramento presso terzi: come funziona
Alla modalità che sta andando molto di moda è il pignoramento presso terzi. In pratica ormai divine piuttosto semplice trovare eventuali debitori del mio creditore per cui invece di rivalermi su di lui che non mi vuole pagare vado direttamente dai suoi debitori e gli pignoro il conto corrente. Non male come mossa, ma a mai estremi estremi rimedi. Inoltre devo dire che il Giudice li concede abbastanza facilmente per cui una ottenuto il provvedimento da parte del Giudice ci si potrà recare in banca e pignorare il conto. Inutile dirvi che per fare questo vi servirà il supporto di un regalo che rediga il decreto ingiuntivo da notificare alla controparte e dovrà andare dal Giudice.
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