L’Assegno Unico INPS rappresenta una fondamentale prestazione a sostegno delle famiglie con figli a carico, istituita dal Dlgs n. 230/2021 e in vigore dal marzo 2022. Questa guida fornisce una panoramica dettagliata delle novità per l’anno corrente, dai requisiti per la domanda alle maggiorazioni previste, fino alle date di pagamento degli importi spettanti.
Chi può beneficiare dell’Assegno Unico INPS?
L’assegno è destinato alle famiglie con figli a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni. Per i figli maggiorenni fino ai 21 anni l’assegno unico spetta in caso di:
- frequenza università o corsi di formazione scolastica o professionale;
- svolgimento tirocinio o attività lavorativa per un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
- se disoccupati e in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
- svolgimento del servizio civile universale.
L’Assegno Unico INPS viene riconosciuto inoltre in caso di figlia carico con disabilità, senza limiti di età. Può essere richiesto da diverse categorie di cittadini, tra cui lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, disoccupati, anche in assenza di ISEE con un valore superiore a 43.240€.
Requisiti per l’Assegno Unico INPS
La fruizione dell’assegno richiede specifici requisiti di cittadinanza, residenza, e soggiorno al momento della domanda e durante l’intero periodo di beneficio. I richiedenti devono infatti:
- essere cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea, titolari del diritto di soggiorno, oppure essere cittadini di uno Stato non appartenente all’Unione Europea in possesso di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, oppure essere titolare di permesso unico di lavoro o permesso di soggiorno per motivi di ricerca in entrambi i casi per un periodo superiore a sei mesi
- essere soggetti a pagamento di imposta di reddito in Italia
- avere residenza e domicilio in Italia
- essere o essere stari residenti in Italia per almeno due anni (anche non continuativi9, o titolari di contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata di almeno 6 mesi
Importo e Maggiorazioni
L’importo dell’assegno unico varia in base al valore ISEE del nucleo familiare, al numero e all’età dei figli a carico. La somma è composta da una quota variabile (determinata in modo progressivo in base all’ISEE) e una a titolo di maggiorazioni.
Per il 2023, l’importo base varia da 54,10 euro a 189,20 euro al mese. Maggiorazioni sono previste per nuclei familiari numerosi, figli di età specifica, madri giovani, nuclei con quattro o più figli e figli con disabilità.
Maggiorazioni e Legge di Bilancio 2023
L’importo dell’Assegno unico universale può essere maggiorato sulla base di numerosi altri elementi quali:
- nuclei familiari numerosi (per i figli successivi al secondo);
- figli fino a un anno d’età;
- figli di età tra 1 e 3 anni per i nuclei familiari con almeno tre figli;
- madri di età inferiore a 21 anni;
- nuclei con quattro o più figli;
- genitori entrambi titolari di reddito da lavoro;
- figli affetti da disabilità.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto maggiorazioni del 50% dell’importo per nuclei con figli con meno di un anno d’età e per quelli con almeno quattro figli a carico, oltre che la stabilizzazione a regime degli aumenti previsti per il 2022 per i nuclei con figli disabili. Le stabilizzazioni per i figli disabili prevedono che
- l’assegno unico è erogato ai nuclei con figli disabili senza limiti di età con importi fino a un massimo di 189,20 euro in caso di ISEE inferiore o uguale a 16.215 euro;
- le maggiorazioni in funzione del grado di disabilità per i figli maggiorenni fino al compimento dei 21 anni di età sono stabilmente equiparate a quelle dei figli disabili minorenni.
- Viene inoltre confermato per il 2023 e il 2024 un incremento di 120€ al mese per i nuclei con almeno un figlio a carico con disabilità.
Ulteriori Incrementi e Tabelle Aggiornate
Il decreto lavoro ha previsto un ulteriore aumento di 30 euro per nuclei in particolari condizioni, come quelli in cui entrambi i genitori sono occupati o famiglie con un solo genitore vedovo e lavoratore. Tabelle degli importi spettanti sono fornite dall’INPS sulla base del valore ISEE del nucleo familiare.
Servizio INPS per la Simulazione del Calcolo dell’Assegno Unico
Per offrire un quadro chiaro delle prestazioni spettanti, l’INPS ha implementato un servizio di simulazione del calcolo dell’assegno unico. Accessibile tramite il sito dell’INPS a questo indirizzo https://servizi2.inps.it/servizi/AssegnoUnicoFigli/Simulatore, il servizio tramite una serie di semplici domande consente ai cittadini di calcolare l’importo dell’assegno, considerando le disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2023.
Come Fare Domanda per l’Assegno Unico
La domanda per l’assegno unico può essere presentata online attraverso il sito dell’INPS, utilizzando credenziali SPID, CIE, o CNS. Ogni domanda ha durata annuale e può essere trasmessa da uno dei due genitori a prescindere dalla convivenza o meno con il figlio; in alternativa può essere inviata anche da un tutore o direttamente dai figli se maggiorenni.
Durante la compilazione il genitore richiedente può indicare la modalità di pagamento che preferisce e, nel caso di scelga di ripartire l’assegno al 50 per cento con l’altro genitore, indicare i dati di pagamento dell’altro genitore. In caso di affidamento esclusivo il richiedente potrà richiedere il 100% dell’importo.
È possibile anche utilizzare l’App INPS Mobile, i servizi dei patronati o contattare il contact center. al numero 803.164 (da rete fissa) o 06 164.164 (da rete mobile).
La richiesta dell’assegno unico è rinnovata automaticamente senza il bisogno di presentare una nuova domanda, come annunciato dall’INPS lo scorso dicembre. Importante sottolineare però che i richiedenti sono tenuti a comunicare all’INPS eventuali variazioni nelle informazioni indicate in precedenza, tramite la presentazione di una DSU aggiornata. Le variazioni eventualmente da comunicare sono:
- nascita di figli;
- variazioni o inserimenti della condizione di disabilità del figlio;
- variazioni della dichiarazione relativa alla frequenza scolastica/corso di formazione per il figlio maggiorenne (18-21 anni);
- modifiche relative a eventuali separazioni/matrimoni dei genitori;
- criteri di ripartizione dell’Assegno tra i due genitori (es in caso di provvedimento del giudice o accordo tra i genitori);
- variazioni delle condizioni per la spettanza delle maggiorazioni previste dagli articoli 4 e 5 del decreto legislativo n. 230/2021;
- variazioni delle modalità di pagamento
Compatibilità Assegno Unico familiare e altri istituti come reddito cittadinanza sopravvivenza prestazioni sociali
L’assegno non modifica l’importo delle eventuali prestazioni sociali che la famiglia riceve già al momento della richiesta, tuttavia alcune prestazioni sociali potrebbero incrementare il valore dell’ISEE riducendo quello dell’assegno unico. Il valore infatti potrebbe anche azzerarsi completamente.
L’assegno non interrompete la fruizione del reddito di cittadina.
L’assegno non influenza la richiesta delle prestazioni sociali per i nuclei familiari con figli aventi disabilità.
L’assegno continua ad essere corrisposto anche nel caso di prestazioni economiche concesse dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali.
Cumulo con Reddito di cittadinanza e il Bonus Renzi
L’obiettivo del DDL di migliorare la condizione delle famiglie povere con figli a carico, e cioè di attribuire loro risorse maggiori di quelle riconosciute dal sistema vigente, richiederebbe o di rendere la scala di equivalenza sottostante il RdC tale da favorire maggiormente queste famiglie o di realizzare un’integrazione soltanto parziale tra questo strumento e l’assegno unico (ossia uno scomputo di parte dell’importo di quest’ultimo dal RdC).
Un secondo elemento di criticità è costituito dai due diversi meccanismi per stabilire l’accesso e l’ammontare, rispettivamente, dell’assegno unico e della dote unica. In entrambi i casi nel disegno degli strumenti si pone un trade-off tra i criteri di efficienza ed equità, la cui soluzione dipende anche dalle finalità dei singoli strumenti. Nel caso dell’assegno unico la riforma sembra privilegiare l’efficienza, incentivando la partecipazione al lavoro del genitore con il reddito meno elevato. Nel caso della dote unica la scelta è stata completamente diversa ponendo maggiore attenzione alle considerazioni di equità, in quanto il criterio di accesso è parametrato all’ISEE, che considera il nucleo familiare nel suo complesso e costituisce la misura più adeguata della sua capacità contributiva.
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