Nella lettera inviata da Berlusconi alla BCE sono stati delineati gli otto punti del programma di governo da attuarsi nei prossimi 8 mesi.
Prevedono tra le novità la promozione e valorizzazione del capitale umano, per la riforma del mercato del lavoro sia in termini di sviluppo e rafforzamento delle politiche di salvaguardia sia in senso di snellimento dei processi di licenziamento per le imprese in crisi economica, l’apertura di alcuni mercati alla concorrenza come quello dei trasporti pubblici, il sostegno all’imprenditoria giovanile, il proseguimento delle norme tese alla semplificazione normativa e amministrativa soprattutto per le imprese in termini di facilità di nascita di nuove imprese sia in termini di innovazione della pubblica amministrazione. Al tempo stesso è prevista una riforma della giustizia per eliminare le lungaggini amministrative e per finire si prevede un piano per le grandi infrastrutture e per l’edilizia.
In pratica si è scritto nero su bianco che sarà fatto tutto quello che finora con molta difficoltà è stato impostato ma che solo in minima parte è stato recepito. Lo spettro è il default del paese, anche se vi invito a leggere l’articolo dedicato al discorso di Mario Draghi dell’altro ieri in cui ha tracciato una sintesi esauriente sullo stato macroeconomico con focus sull’economia Italiane le sue problematiche e le soluzioni. Discorso nel quale è chiaro il distacco tra il Bel Paese e paesi come la Grecia, il Portogallo o l’Irlanda e la più che contenuta esposizione nei confronti dei mercati finanziari esteri più rischiosi.
Entro quando conosceremo le misure?
Otto mesi per porre in essere le misure messe a punto dall’esecutivo attraverso una serie di decreti legge che da qui alla primavera dovranno raggiungere gli obiettivi di pareggio di bilancio e creare r rilanciare l’economia.
Il problema e la domanda di molti verte sulla tempistica e sui tempi di realizzo che questa volta sono scritti ed andranno rispettati lega o non lega e che prevedono nei prossimi 2 mesi un parziale processo di liberalizzazione delle libere professioni che sembrerebbe quasi un controsenso in termini ma che esiste a tal fine potete leggere l’articolo sulla Riforma delle liberalizzazione delle professioni. Il fine dell’incremento della concorrenza inutile dirlo e che viene ancora una volta ribadito è l’incremento dell’efficienza e l’abbassamento dei prezzi.
Nei prossimi 4 mesi invece assisteremo a tre decreti legge di rifomra costituzionale per l’incentivazione all’elettorato attivo e passivo e all’introduzione dei giovani nel parlamento. Successivamente sarà il turno della scadenza tra sei mesi per l’accomulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia attraverso un inasprimento della concorrenza tra università, un incremento degli impegni in capo ai docenti con relativi aumenti di stipendio.
Entro 8 mesi invece dovranno essere varate le tanto discusse riforme sul mercato del lavoro che nella quasi totalità sono misure di incentivazione e sviluppo. Si parla inoltre di licenziamenti più facili per le imprese in crisi il che sta montando i prossimi scioperi da parte di tutte le maggiri associazioni sindacali.